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Amazon aumenta il servizio Prime per l’inflazione e fa causa per le false recensioni

Tempo di lettura: 2 minuti. Aumento più caro in Europa, partono le iniziative legali contro le opinioni false grazie anche a Facebook

Tempo di lettura: 2 minuti.

Anche quest’anno Amazon aumenta il prezzo per il pacchetto Prime che consente le spedizioni incluse. Il noto brand americano che sta investendo a tutta forza nel Bel Paese, per far quadrare i conti è stato costretto necessariamente ad aumentare il costo dell’abbonamento che include anche Prime Video. Già 4 anni fa, precisamente nel 2018, Amazon aveva aumentato il pacchetto Prime ed è stata questa la giustificazione data per il rincaro più alto in Europa.

La scelta è stata dettata dalla congiuntura economica del momento ed è anche un segnale di pessimismo verso il mercato globale attanagliato dalla guerra in Ucraina e dal caro inflazione non solo in territorio europeo, ma anche in USA dove le big tech prevedono un taglio medio del 10% al personale ad oggi in organico.

In Italia c’è stato il rincaro più alto: dai 36 euro attuali ai 49,90 e la spiegazione è anche quella che le vendite nel periodo di pandemia sono aumentate e non possono essere mantenute in termini di volume sia perché la gente inizia ad uscire sia perché il potere di acquisto degli italiani si è ridotto ulteriormente dell’8%.

Amazon però ha offerto sul banco degli aumenti la Uefa Champions League e potenziamenti del servizio Fresh che non è molto considerato ad oggi sul suolo italico.

Quindi i 13,99 euro in più non solo servono a contenere i costi del carburante lievitati per i corrieri, ma anche per il calo di volumi di vendita che sarà inesorabile come per tutto il compartimento commerciale italiano in generale.

Quello che sta portando anche un calo nelle vendite è la finta convenienza che i prodotti su Amazon offrono nella maggior parte dei casi. Sono molti i pareri che oramai lamentano il non essere conveniente l’acquistare sulla piattaforma e la qualità spesso lascia anche a desiderare.

Nello stesso giorno del trambusto per l’aumento di un servizio che è diventato indispensabile per una buona fetta della popolazione, Amazon ha deciso di risolvere una volta per tutte la questione delle recensioni false ed ha intentato causa nei confronti di aziende che promettono recensioni positive ai loro prodotti.

Il tutto è stato possibile grazie al team OSINT che ha raccolto informazioni sui commenti che presentavano un prodotto positivamente e che in molti casi avevano origine nei gruppi Facebook, se ne contano almeno 10.000, e che la collaborazione tra le due parti in causa abbia portato a fornire prove contro una rete di società che gestisce la falsificazione delle recensioni.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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