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Sicurezza Informatica

Anche la Nuova Zelanda rivela di essere stata attaccata dalla Cina

Tempo di lettura: 2 minuti. La Nuova Zelanda si aggiunge alla lista di nazioni che accusano la Cina di attacchi cibernetici, rivelando un attacco avvenuto nel 2021 da parte del gruppo APT40.

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Il governo della Nuova Zelanda ha annunciato di essere stato vittima di attacchi cibernetici da parte della Cina. L’attacco, avvenuto nel 2021, è stato attribuito a un gruppo sponsorizzato dallo stato cinese, noto come APT40, secondo una valutazione tecnica completata dal Government Communications Security Bureau (GCSB) e dal National Cyber Security Center (NCSC) neozelandese.

I sistemi informatici colpiti appartenevano all’Ufficio di Consulenza Parlamentare, responsabile della redazione e pubblicazione della legislazione, e al Servizio Parlamentare, che gestisce il parlamento nazionale. La ministra della difesa e procuratrice generale, Judith Collins, ha sottolineato l’importanza delle informazioni contenute nelle reti di queste agenzie per il funzionamento efficace del governo neozelandese.

Fortunatamente, l’NCSC è intervenuto tempestivamente per contenere l’attività malevola e rimuovere gli attori minacciosi dalle reti poco dopo il loro accesso. Collins ha inoltre dichiarato che le agenzie parlamentari della Nuova Zelanda hanno rafforzato le loro difese da allora.

Questa rivelazione arriva un giorno dopo che Regno Unito e Stati Uniti hanno dettagliato attacchi supportati dalla Cina contro istituzioni governative, inclusi gli elenchi elettorali del Regno Unito. Anche l’Australia, tramite i ministri degli esteri Penny Wong e degli affari interni Claire O’Neil, ha espresso preoccupazione per le attività cibernetiche malevole della Cina contro le istituzioni democratiche britanniche.

La Cina, da parte sua, critica regolarmente altre nazioni per attacchi alla propria infrastruttura, sebbene raramente fornisca dettagli sugli incidenti più recenti di quelli rivelati da Edward Snowden nel 2013. Recentemente, però, è stato riferito che l’amministrazione Trump nel 2019 ha autorizzato la CIA a condurre una campagna di influenza sui social media cinesi per screditare il governo della Cina.

In questo contesto di crescente tensione cibernetica, la questione di TikTok negli Stati Uniti emerge come un esempio di potenziale influenza politica, con Washington che cerca di obbligare la vendita delle operazioni statunitensi di TikTok per prevenire possibili manipolazioni da parte della Cina.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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