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Sicurezza Informatica

Anonymous Sudan attacca X Twitter per pressare Elon Musk

Tempo di lettura: 2 minuti. Il gruppo di hacker Anonymous Sudan attacca X, precedentemente noto come Twitter, per esercitare pressioni su Elon Musk riguardo al lancio del servizio Starlink in Sudan.

Tempo di lettura: 2 minuti.

Anonymous Sudan ha messo offline X, precedentemente noto come Twitter, in oltre una dozzina di paesi martedì mattina. L’obiettivo era esercitare pressioni su Elon Musk affinché lanciasse il suo servizio Starlink in Sudan.

Metodi e motivazioni

La BBC ha avuto diverse settimane di conversazioni private con il gruppo sulla chat app Telegram. Un membro del gruppo, noto come Crush, ha rivelato che l’attacco di martedì ha inondato i server di X con enormi quantità di traffico per metterlo offline. Questa è una tecnica di hacking diretta e relativamente non sofisticata per cui il gruppo è noto. Il sito di monitoraggio degli outage, Downdetector, ha registrato quasi 20.000 segnalazioni di interruzioni da parte degli utenti negli Stati Uniti e nel Regno Unito.

Un altro membro, Hofa, ha dichiarato che l’attacco DDoS (Distributed Denial of Service) aveva lo scopo di sensibilizzare sulla guerra civile in Sudan, che “rende internet molto instabile e spesso va offline”.

Origini del gruppo

Molti nel mondo della cybersecurity hanno accusato il gruppo di essere un’unità cyber-militare russa sotto mentite spoglie. Questa teoria deriva dal sostegno online del gruppo al presidente russo Vladimir Putin e da una presunta allineamento di motivi con altri gruppi di hacker nel paese. Tuttavia, il gruppo ha negato ripetutamente di essere russo e ha condiviso prove con la BBC della sua effettiva ubicazione in Sudan.

Obiettivi e attacchi

Il gruppo ha come obiettivo a lungo termine quello di mostrare al mondo che il popolo sudanese, nonostante le capacità limitate, possiede notevoli competenze in molti campi. Da quando è emerso a gennaio, Anonymous Sudan ha interrotto con successo decine di servizi web di organizzazioni e governi in Francia, Nigeria, Israele e Stati Uniti. Il gruppo sostiene di effettuare attacchi criminali per “difendere la Verità, l’Islam e il Sudan”, ma in almeno due occasioni ha anche tentato di estorcere Bitcoin alle vittime.

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