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Sicurezza Informatica

Arrestato l’hacker più pericoloso della Spagna: ecco chi è e cosa ha fatto

Tempo di lettura: 2 minuti. José Luis Huertas, il genio informatico di 19 anni dietro gli attacchi più devastanti del Paese

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La polizia spagnola ha arrestato José Luis Huertas, conosciuto anche come “Alcaseca”, “Mango” e “chimichuri”, un ragazzo di 19 anni ritenuto uno degli hacker più pericolosi e sfuggenti del Paese.

Attacchi informatici ad alto profilo

Huertas è accusato di aver portato avanti diversi attacchi informatici di rilievo e di aver creato un motore di ricerca chiamato Udyat (l’occhio di Horus), dedicato alla vendita di informazioni sensibili rubate in grandi quantità. Le indagini della polizia, iniziate nel novembre 2022, hanno portato all’identificazione e all’arresto del giovane hacker, descritto come “una grave minaccia per la sicurezza nazionale”.

Le perquisizioni e il materiale sequestrato

Nelle abitazioni di Huertas e in altri indirizzi registrati, gli agenti delle forze dell’ordine hanno sequestrato ingenti somme di denaro, documentazione e computer utili a svelare le attività dell’hacker.

Violazione della rete del Consiglio Generale del Potere Giudiziario

L’indagine è partita dopo la violazione della rete informatica del Consiglio Generale del Potere Giudiziario (CGPJ) in Spagna. Durante questo attacco, l’hacker ha rubato i dati di 575.000 contribuenti e creato un database per vendere tali informazioni ad altri cybercriminali.

L’imitazione di Paolo Vasile e altre accuse

Huertas è inoltre accusato di essersi spacciato per Paolo Vasile, amministratore delegato di Gestevisión Telecinco/Mediaset España, e di avergli rubato 300.000 euro. Tra le altre accuse figurano attacchi ad alte istituzioni statali e riciclaggio di denaro.

Crescita dell’audacia con ogni attacco

Con ogni attacco, l’hacker diventava sempre più audace, al punto da affermare in un’intervista su YouTube di avere accesso alle informazioni di circa il 90% di tutti i cittadini spagnoli.

L’indagine e il processo

La Policía Nacional riferisce che, dopo un’indagine complessa, gli specialisti nel campo delle minacce informatiche sono riusciti a identificare l’individuo responsabile degli attacchi. Nonostante Huertas utilizzasse criptovalute “ripulite” attraverso servizi di mixing, la polizia è riuscita a rintracciare i pagamenti grazie all’aiuto di esperti del Centro Criptologico Nazionale. Huertas rimarrà in custodia fino alla data del suo processo, in quanto gli investigatori ritengono che vi sia un enorme rischio che possa fuggire, distruggere prove e continuare a commettere reati di natura simile.

La decisione del giudice José Luis Calama

Il giudice José Luis Calama ha motivato la sua decisione di mantenere il sospetto in detenzione affermando che Huertas possiede ingenti somme di criptovalute che gli permetterebbero di risiedere in qualsiasi parte del mondo, eludendo così l’azione della giustizia spagnola.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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