Un attivista pro-Ucraina residente in Russia, Yevgeny Kotikov, è stato condannato a tre anni di detenzione in una colonia penale per aver condotto cyberattacchi contro il Ministero della Difesa russo in segno di protesta contro la guerra.
I dettagli dell’azione di Kotikov
Kotikov, specialista IT, è stato riconosciuto colpevole da un tribunale di Rostov di aver condotto attacchi DDoS contro il Ministero della Difesa della Federazione Russa e il sito web ufficiale del Presidente russo, Vladimir Putin. Gli attacchi DDoS si verificano quando un agente minaccioso controlla a distanza un ‘esercito zombie’ di computer e lo utilizza per sovraccaricare un sistema o un sito web, portandolo al collasso.
Le motivazioni dietro l’attacco
Sembra che Kotikov sia stato motivato da un’obiezione di coscienza all’invasione russa dell’Ucraina, iniziata il 24 febbraio dell’anno scorso, che ha causato la morte di decine di migliaia di soldati e civili e ha costretto milioni di persone a lasciare le proprie case.
Le condizioni della detenzione
Nonostante la condanna possa sembrare ‘leggera’ rispetto agli standard russi, è importante notare che le “colonia penali”, ereditate dal sistema del Gulag sovietico, sono note per le loro condizioni estremamente dure, criticate da gruppi per i diritti umani e ex detenuti. Gli internati sono sottoposti a lavoro forzato, privazione del sonno e condizioni insalubri, con umiliazioni e prepotenze all’ordine del giorno.
Le ripercussioni economiche dell’attacco
Oltre alla condanna detentiva, Kotikov è stato inoltre condannato a pagare una multa di 800.000 rubli (circa 10.000 dollari) allo stato russo. Il computer che avrebbe utilizzato per gli attacchi DDoS è stato confiscato dal FSB, il principale servizio di intelligence militare russo.