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BRATA: il malware Android che sottrae i dati e ripristina lo smartphone

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Il malware Android noto come BRATA ha aggiunto nuove e pericolose funzionalità alla sua ultima versione, tra cui il tracciamento GPS, la capacità di utilizzare più canali di comunicazione e una funzione che esegue un ripristino delle impostazioni di fabbrica sul dispositivo per cancellare tutte le tracce di attività dannose.
BRATA è stato individuato per la prima volta da Kaspersky nel 2019 come un Android RAT (Remote Access Tool) rivolto principalmente agli utenti brasiliani.
Nel dicembre 2021 però un rapporto di Cleafy ha individuato la presenza del malware anche in Europa. In questo caso ha preso di mira utenti di e-banking sottraendo le credenziali di accesso, in questo caso pare con il coinvolgimento di truffatori che si spacciavano per consulenti della banca. Fortunatamente gli analisti di Cleafy hanno continuato a monitorare BRATA nel tempo per individuare eventuali nuove minacce ed infatti, in un nuovo rapporto, illustrano come il malware continui ad evolversi.
Le ultime versioni del malware BRATA hanno ora come target gli utenti di e-banking italiani, inglesi, polacchi, spagnoli cinesi e sud americani. Ogni variante si concentra su banche diverse con set di interfacce dedicate, lingue specifiche e persino App diverse, insomma si sono ben organizzati.

Questi operatori malevoli (chiamiamoli così) utilizzano tecniche di offuscamento simili in tutte le versioni, come per esempio annidare il file APK in un pacchetto JAR o DEX crittografato. Questo tipo di camuffamento funziona bene con i rilevamenti degli antivirus, come illustrato dalla scansione di VirusTotal riportata di seguito.

Per difendersi e nascondersi BRATA cerca attivamente i segni della presenza di AV sul dispositivo e tenta di eliminare gli strumenti di sicurezza rilevati prima di procedere alla fase di esfiltrazione dei dati.

Le nuove funzionalità, individuate dai ricercatori Cleafy nelle ultime versioni di BRATA, includono la funzionalità di keylogging, che integra la funzione di cattura dello schermo esistente. Tutte le nuove varianti hanno anche il tracciamento GPS sebbene, al momento, per gli analisti non sia chiaro come venga utilizzato.
La più dannosa, tre le nuove funzionalità, è l'esecuzione del ripristino dei dati di fabbrica, che questi operatori eseguono nelle seguenti situazioni specifiche:
- l'operazione malevola è stata completata con successo e la transazione fraudolenta è terminata (cioè le credenziali sono state esfiltrate);
- l'applicazione ha rilevato che viene eseguita in un ambiente virtuale, molto probabilmente per protezione del sistema.
BRATA utilizza il ripristino per proteggersi ma cancellando i dati nel dispositivo danneggiano ulteriormente la vittima.

BRATA ha aggiunto anche nuovi canali di comunicazione per lo scambio di dati con il server C2 (Command & Control) e ora supporta HTTP e WebSocket.

L'opzione di WebSocket offre agli operatori malevoli altri vantaggi:
- un canale diretto e a bassa latenza, ideale per la comunicazione in tempo reale;
- ridotta possibilità di essere rilevato poiché WebSockets non ha bisogno di inviare headers con ogni connessione quindi risulta meno sospetto alle scansioni.
Cosa fare per difendersi dai Malware Android?
BRATA è solo uno dei tanti trojan bancari Android e RAT che circolano. Il modo migliore per evitare di essere infettati da loro è installare App solo dal Google Play Store, evitare APK da siti Web ambigui e scansionarli sempre, con uno strumento AV, prima di aprirli. Insomma si torna sempre alle regole minime di base sulle fonti dalle quali si scaricano le App.
Durante l'installazione è necessario prestare sempre molta attenzione alle autorizzazioni richieste ed evitare di concedere quelle che sembrano non necessarie per le funzionalità principali dell'App in questione. Ancora meglio è leggere sempre prima di scaricare l'App quali saranno le autorizzazioni richieste. Il Play Store è abbastanza chiaro in merito.

Ultimo consiglio pratico è quello di monitorare il consumo sia della batteria sia dei dati consumati per identificare eventuali picchi insoliti attribuibili a processi dannosi in esecuzione in background.
Questi processi inoltre sottopongono il dispositivo ad una elaborazione dati anomala ad opera della CPU quindi anche il surriscaldamento eccessivo potrebbe rivelare una minaccia in corso, viceversa un leggero surriscaldamento è normale quando il dispositivo è in carica.
Come sempre i comportamenti attenti aiutano ad evitare una parte delle minacce.
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Nuova vulnerabilità in Libwebp: Windows, macOS e Linux sotto attacco
Tempo di lettura: < 1 minuto. Una nuova vulnerabilità nella libreria di immagini WebP di Google mette a rischio Windows, macOS e Linux, con attacchi attivi che sfruttano la falla per eseguire codice arbitrario sulle macchine delle vittime.

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Windows, macOS e Linux sono attualmente sotto attacco a causa di una nuova vulnerabilità scoperta nella libreria di immagini WebP di Google. Gli aggressori stanno sfruttando attivamente questa falla, denominata CVE-2023-0123, per eseguire codice arbitrario sulle macchine delle vittime, compromettendo così la sicurezza dei sistemi.
Vulnerabilità nella libreria di immagini WebP La vulnerabilità è stata scoperta nella libreria software open source libwebp, che è utilizzata per elaborare le immagini WebP. Questo formato di immagine è stato sviluppato da Google e viene utilizzato per la compressione delle immagini con e senza perdita di dati. La falla consente agli attaccanti di eseguire codice arbitrario sulle macchine delle vittime, dando loro la possibilità di prendere il controllo completo del sistema.
Attacchi in corso Gli esperti di sicurezza hanno rilevato che questa vulnerabilità è attualmente sfruttata in modo attivo. Gli attaccanti stanno utilizzando file WebP dannosi per compromettere i sistemi Windows, macOS e Linux. Una volta che il file dannoso viene aperto su un sistema vulnerabile, gli attaccanti possono eseguire codice arbitrario, ottenendo così l'accesso al sistema.
Misure di protezione Gli utenti sono fortemente consigliati ad aggiornare i loro sistemi per mitigare il rischio di compromissione. Gli aggiornamenti di sicurezza rilasciati da Google dovrebbero essere installati immediatamente per proteggere i sistemi da possibili attacchi.
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Phishing “ZeroFont” inganna Outlook mostrando false scansioni antivirus
Tempo di lettura: < 1 minuto. Gli utenti possono proteggersi da queste minacce assicurandosi di avere l’ultima versione di Outlook e di utilizzare soluzioni antivirus aggiornate.

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Gli aggressori stanno sfruttando una nuova tecnica di phishing chiamata “ZeroFont” per ingannare Microsoft Outlook affinché mostri false scansioni antivirus nei messaggi di posta elettronica. Questa tecnica sfrutta il modo in cui Outlook elabora le email in HTML per visualizzare contenuti che normalmente sarebbero nascosti.
Come funziona la tecnica ZeroFont
La tecnica ZeroFont implica l'uso di caratteri di dimensione zero all'interno di un'email in HTML. Quando Outlook riceve un'email che contiene questi caratteri, non li visualizza, rendendo il testo circostante invisibile all'utente. Tuttavia, quando Outlook esegue la scansione dell'email per contenuti sospetti o phishing, vede il testo nascosto e lo considera legittimo.
Gli aggressori possono quindi inserire contenuti legittimi nascosti all'interno dell'email, ingannando Outlook e facendo sì che mostri false scansioni antivirus o altri messaggi ingannevoli all'utente.
Implicazioni per gli utenti di Outlook
Questa nuova tecnica rappresenta una minaccia significativa per gli utenti di Outlook, poiché potrebbero essere indotti a credere che un'email sia sicura quando in realtà contiene collegamenti o allegati dannosi. È essenziale che gli utenti siano consapevoli di questa tecnica e siano cauti nell'aprire email da mittenti sconosciuti o sospetti.
Misure di protezione
Gli utenti possono proteggersi da queste minacce assicurandosi di avere l'ultima versione di Outlook e di utilizzare soluzioni antivirus aggiornate. Inoltre, è sempre una buona pratica non fare clic su collegamenti o scaricare allegati da email sospette o non riconosciute.
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Sony indaga sul presunto attacco informatico
Tempo di lettura: < 1 minuto. Sony è al centro di un’indagine riguardo a un presunto attacco informatico, mentre diversi gruppi di hacker rivendicano la responsabilità dell’attacco, creando confusione e incertezza sulla reale entità del danno.

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Sony è attualmente al centro di un'indagine interna riguardo a un presunto attacco informatico. La notizia è emersa dopo che diversi gruppi di hacker hanno rivendicato la responsabilità dell'attacco, creando confusione e incertezza sulla reale entità del danno.
Dettagli dell'attacco
Nonostante la mancanza di dettagli concreti sull'attacco, Sony ha preso molto seriamente le rivendicazioni e ha avviato un'indagine interna per verificare l'entità del presunto attacco informatico. La società sta lavorando attivamente per identificare eventuali vulnerabilità nei propri sistemi e per assicurarsi che i dati degli utenti siano al sicuro.
Disaccordo tra gli hacker
La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che diversi gruppi di hacker hanno rivendicato la responsabilità dell'attacco a Sony. Questo ha creato un clima di incertezza e confusione, rendendo difficile per gli investigatori determinare chi sia effettivamente dietro l'attacco. I gruppi di hacker sono in disaccordo tra loro, ognuno affermando di essere il vero responsabile dell'attacco a Sony.
Risposta di Sony
Sony ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma di essere a conoscenza delle rivendicazioni e di stare lavorando incessantemente per verificare la loro veridicità. La società ha inoltre assicurato agli utenti che sta adottando tutte le misure necessarie per proteggere i loro dati e prevenire futuri attacchi informatici.
Mentre l'indagine è ancora in corso, è fondamentale che gli utenti restino vigili e adottino misure di sicurezza aggiuntive per proteggere i propri dati e informazioni personali. La situazione è in continua evoluzione e ulteriori dettagli emergeranno nei prossimi giorni.
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