La NSO Group, conosciuta per il suo controverso Pegasus, ha affrontato una significativa sconfitta legale negli Stati Uniti dove un giudice ha stabilito che l’azienda deve consegnare il codice sorgente dello spyware a Meta, la società madre di WhatsApp, segnando un momento cruciale nella battaglia legale tra le due entità. Questa decisione deriva dalla scoperta nel 2019 che Pegasus era stato utilizzato contro circa 1.400 utenti WhatsApp, scatenando una causa legale da parte di Meta.
Pegasus: strumento di sorveglianza potente
Pegasus è noto per essere uno dei più sofisticati strumenti di sorveglianza, capace di infiltrarsi negli smartphone per accedere a quasi tutti i dati personali. La sua capacità di compromettere un dispositivo semplicemente ricevendo un iMessage, senza alcuna interazione da parte dell’utente, ha sollevato preoccupazioni significative in termini di privacy e sicurezza.
Risposta legale e governativa
La NSO Group ha affrontato numerosi ostacoli legali e finanziari, incluso essere stata messa in blacklist negli Stati Uniti e citata in giudizio da Apple. La pressione legale è aumentata quando WhatsApp ha rivelato l’uso improprio di Pegasus contro i suoi utenti, portando a questa recente sentenza. Il governo degli Stati Uniti ha intensificato le restrizioni, imponendo limitazioni sui visti agli individui coinvolti nell’abuso di spyware, potenzialmente vietando loro l’ingresso negli Stati Uniti.
Implicazioni per la Privacy e la Sicurezza
Questa sentenza evidenzia le crescenti preoccupazioni globali riguardo alla sorveglianza digitale e alla protezione della privacy degli utenti. La capacità di Pegasus di accedere clandestinamente ai dati personali ha sollevato interrogativi sull’etica e la regolamentazione degli strumenti di sorveglianza. L’ordine del giudice di consegnare il codice Pegasus a Meta potrebbe offrire una maggiore trasparenza e portare a una maggiore comprensione e potenzialmente a una migliore regolamentazione di tali strumenti.