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Twitter assolve i giornalisti che pubblicano i nominativi dei sostenitori del Freedom Convoy su GiveSendGo

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Twitter ha tutelato alcuni esponenti dell’informazione che conta, rifiutando di eliminare gli account di diversi esponenti dei media che hanno condiviso informazioni personali di sostenitori di Freedom Convoy palesemente violate sulla piattaforma di social media.

Secondo le accuse, Aaron Davis del Washington Post è solo uno dei tanti che ha cercato di intimidire i sostenitori di Freedom Convoy che hanno donato attraverso GiveSendGo nominandoli sul suo Twitter. Tuttavia, non ha affrontato alcuna conseguenza delle norme del gigante tecnologico che, dinanzi a diverse segnalazioni, ha sentenziato “non ha violato le nostre politiche di sicurezza“.

L’azienda Big Tech ha in passato censurato le informazioni sullo scandalo del laptop di Hunter Biden poco prima delle elezioni del 2020, sostenendo che violavano la politica della piattaforma sui contenuti. Twitter ha detto che non voleva giocare un ruolo nel “doxxing“, quindi ha bloccato addirittura l’account del New York Post, inibendo gli utenti dal collegamento all’articolo.

La politica, stabilita nel 2018, vieta l’uso del nostro servizio per distribuire contenuti ottenuti senza autorizzazione. Non vogliamo incentivare l’hacking permettendo a Twitter di essere usato come distribuzione per materiali ottenuti forse illegalmente“, ha affermato Twitter.

Twitter ammette nella propria politica che “l’uso di hacking e hacking per esfiltrare informazioni da sistemi informatici privati può essere utilizzato per manipolare la conversazione pubblica, e rende tutti noi meno sicuri online“.

I tweet che hanno fatto circolare i nomi dei donatori o le informazioni private non sono puniti al contrario dell’hack di GiveSendGo: lodato e amplificato senza alcuna conseguenza.

Cosa è il Freedom Convoy?

Il convoglio delle libertà è una manifestazione di protesta iniziata in Canada, il 22 gennaio del 2022, per l’opposizione alle restrizioni del governo del Canada a causa della pandemia di COVID-19. Successivamente si è sparsa dalla Nuova Zelanda fino all’Europa. Nel febbraio in Francia è iniziata la protesta.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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