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Criminalità informatica: l’utilizzo della Intelligenza Artificiale

Tempo di lettura: 5 minuti. I sistemi di attacco sono sempre più complessi anche grazie alle nuove tecnologie deep fake sia audio sia video

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L’intelligenza artificiale è stata descritta come una “tecnologia di uso generale“. Ciò significa che, come l’elettricità, i computer e Internet prima di essa, l’intelligenza artificiale è destinata ad avere applicazioni in ogni angolo della società. Sfortunatamente, per le organizzazioni che cercano di mantenere la sicurezza informatica, questo include la criminalità informatica.

Nel 2020, uno studio condotto dall’agenzia di polizia europea Europol e dal fornitore di sicurezza Trend Micro ha individuato come i criminali informatici stiano già utilizzando l’IA per rendere più efficaci i loro attacchi e i molti modi in cui l’IA alimenterà la criminalità informatica in futuro.

I criminali informatici sono sempre stati i primi ad adottare le tecnologie più recenti e l’IA non è da meno“, ha dichiarato Martin Roesler, responsabile della ricerca sulle minacce prospettiche di Trend Micro, in occasione della pubblicazione del rapporto. “È già stata utilizzata per indovinare le password, violare i CAPTCHA e clonare la voce, e ci sono molte altre innovazioni dannose in cantiere“.

Così come i leader tecnologici devono capire come l’IA può aiutare le loro organizzazioni a raggiungere i propri obiettivi, è fondamentale capire come l’IA rafforzerà la sofisticazione e la portata dei cyberattacchi criminali, in modo da poter iniziare a prepararsi contro di essi.

L’intelligenza artificiale offre ai criminali informatici una serie di modi per rendere più efficaci i loro attacchi di social engineering.

Come l’IA viene utilizzata oggi per la criminalità informatica

L’IA viene già utilizzata dai criminali informatici per migliorare l’efficacia degli attacchi informatici tradizionali. Molte applicazioni si concentrano sull’aggiramento delle difese automatiche che proteggono i sistemi informatici.

Un esempio, identificato nel rapporto di Europol, è l’uso dell’IA per creare e-mail dannose in grado di aggirare i filtri antispam. Nel 2015, i ricercatori hanno scoperto un sistema che utilizzava la “grammatica generativa” per creare un ampio set di testi di e-mail. “Questi testi vengono poi utilizzati per fare il “fuzz” del sistema antispam e adattarsi ai diversi filtri per identificare i contenuti che non verrebbero più rilevati dai filtri antispam“, avverte il rapporto.

I ricercatori hanno anche dimostrato un malware che utilizza un approccio simile al software antivirus, impiegando un agente AI per trovare punti deboli nell’algoritmo di rilevamento del malware del software.

L’intelligenza artificiale può essere utilizzata per supportare altre tecniche di hacking, come l’indovinare le password. Alcuni strumenti utilizzano l’intelligenza artificiale per analizzare un ampio set di password recuperate da fughe di notizie e hackeraggi pubblici su siti web e servizi importanti. Questo rivela come le persone modificano le loro password nel corso del tempo, ad esempio aggiungendo numeri alla fine o sostituendo “a” con “@”.

È in corso anche un lavoro per utilizzare l’apprendimento automatico per rompere i CAPTCHA presenti sulla maggior parte dei siti web per garantire che l’utente sia umano, e l’Europol ha scoperto prove di uno sviluppo attivo su forum criminali nel 2020. Non è chiaro a che punto sia questo sviluppo ma, con una potenza di calcolo sufficiente, l’intelligenza artificiale sarà in grado di rompere i CAPTCHA, secondo le previsioni dell’Europol.

IA e ingegneria sociale

Altri utilizzi dell’IA per la criminalità informatica si concentrano sull’ingegneria sociale, ingannando gli utenti umani per indurli a cliccare su link dannosi o a condividere informazioni sensibili.

In primo luogo, i criminali informatici utilizzano l’IA per raccogliere informazioni sui loro obiettivi. Ciò include l’identificazione di tutti i profili dei social media di una determinata persona, anche attraverso la corrispondenza delle foto degli utenti sulle varie piattaforme.

Una volta identificato l’obiettivo, i criminali informatici utilizzano l’intelligenza artificiale per ingannarlo in modo più efficace. Ciò include la creazione di immagini, audio e persino video falsi per far credere ai loro bersagli che stanno interagendo con qualcuno di cui si fidano.

Uno strumento, identificato da Europol, esegue la clonazione della voce in tempo reale. Con una registrazione vocale di cinque secondi, gli hacker possono clonare la voce di chiunque e utilizzarla per accedere a servizi o ingannare altre persone. Nel 2019, l’amministratore delegato di un’azienda energetica del Regno Unito è stato indotto a pagare 200.000 sterline da truffatori che hanno utilizzato un deep fake audio.

In modo ancora più sfacciato, i criminali informatici stanno utilizzando video deep fake – che fanno apparire il volto di un’altra persona sopra il proprio – nei colloqui di lavoro IT a distanza per ottenere l’accesso a sistemi IT sensibili, ha avvertito l’FBI il mese scorso.

Oltre a questi metodi individuali, i criminali informatici stanno utilizzando l’intelligenza artificiale per automatizzare e ottimizzare le loro operazioni, afferma Bill Conner, CEO del fornitore di sicurezza informatica SonicWall. Le moderne campagne dei criminali informatici prevedono un cocktail di malware, ransomware-as-a-service fornito dal cloud e attacchi mirati basati sull’intelligenza artificiale.

Questi attacchi complessi richiedono l’IA per i test, l’automazione e il controllo qualità, spiega Conner. “Senza l’IA non sarebbe possibile su quella scala“.

Il futuro della criminalità informatica basata sull’IA

Si prevede che l’uso dell’IA da parte dei criminali informatici aumenterà con la diffusione della tecnologia. Gli esperti prevedono che ciò consentirà loro di lanciare attacchi informatici su scala molto più ampia di quanto sia possibile attualmente. Ad esempio, secondo le previsioni di Europol, i criminali potranno utilizzare l’IA per analizzare un maggior numero di informazioni per identificare obiettivi e vulnerabilità e attaccare più vittime contemporaneamente.

Saranno anche in grado di generare più contenuti con cui ingannare le persone. I modelli linguistici di grandi dimensioni, come il GPT-3 di OpenAI, che possono essere utilizzati per generare testi realistici e altri output, possono avere una serie di applicazioni per i criminali informatici. Queste potrebbero includere l’imitazione dello stile di scrittura di un individuo o la creazione di chatbot che le vittime confondono per persone reali.

Anche lo sviluppo di software basati sull’IA, che le aziende stanno iniziando a utilizzare, potrebbe essere impiegato dagli hacker. L’Europol avverte che gli strumenti “no code” basati sull’intelligenza artificiale, che convertono il linguaggio naturale in codice, potrebbero portare a una nuova generazione di “script kiddies” con scarse conoscenze tecniche ma con le idee e la motivazione per la criminalità informatica.

Il malware stesso diventerà sempre più intelligente, poiché l’intelligenza artificiale è incorporata al suo interno, avverte l’Europol. Il malware del futuro potrebbe cercare documenti su una macchina e cercare informazioni specifiche, come i dati dei dipendenti o la proprietà intellettuale protetta.

Si prevede che anche gli attacchi ransomware saranno potenziati dall’intelligenza artificiale. L’intelligenza artificiale non solo aiuterà i gruppi di ransomware a trovare nuove vulnerabilità e vittime, ma li aiuterà anche a evitare il rilevamento più a lungo, “ascoltando” le misure che le aziende utilizzano per rilevare le intrusioni nei loro sistemi informatici.

Con l’evoluzione della capacità dell’IA di imitare il comportamento umano, si svilupperà anche la sua capacità di violare alcuni sistemi di sicurezza biometrici, come quelli che identificano un utente in base al modo in cui digita. Potrebbe anche simulare un comportamento realistico dell’utente, come l’essere attivo in determinati orari, in modo che gli account rubati non vengano segnalati dai sistemi di sicurezza comportamentale.

Infine, l’intelligenza artificiale consentirà ai criminali informatici di utilizzare meglio i dispositivi IoT compromessi, prevede Todd Wade, CISO ad interim e autore del libro della BCS sulla criminalità informatica. Già impiegati per alimentare le botnet, questi dispositivi saranno ancora più pericolosi se coordinati dall’IA.

Come prepararsi alla criminalità informatica basata sull’intelligenza artificiale

La protezione contro la criminalità informatica alimentata dall’IA richiederà risposte a livello individuale, organizzativo e sociale.

Secondo Wade, i dipendenti dovranno essere formati per identificare le nuove minacce, come i deep fake. “Le persone sono abituate ad attacchi che arrivano in un certo modo“, afferma, “non sono abituate a quelli una tantum, che magari appaiono casualmente in una chiamata Zoom o in un messaggio WhatsApp, e quindi non sono preparate quando accadono“.

Oltre alle consuete best practice di cybersecurity, le organizzazioni dovranno impiegare strumenti di IA per far fronte alle dimensioni e alla sofisticazione delle minacce future. “Avrete bisogno di strumenti di IA solo per stare al passo con gli attacchi e se non utilizzate questi strumenti per combatterli non riuscirete a stare al passo“, afferma Wade.

Ma anche il modo in cui l’IA viene sviluppata e commercializzata dovrà essere gestito per garantire che non possa essere dirottata dai criminali informatici. Nel suo rapporto, l’Europol ha invitato i governi a garantire che i sistemi di IA aderiscano ai principi di “security-by-design” e a sviluppare quadri di protezione dei dati specifici per l’IA.

Oggi, molte delle capacità dell’IA discusse in precedenza sono troppo costose o tecnicamente complesse per il criminale informatico tipico. Ma la situazione è destinata a cambiare con lo sviluppo della tecnologia.

È giunto il momento di prepararsi a un’ampia diffusione della criminalità informatica basata sull’IA.

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Kapeka: nuova backdoor di Sandworm per l’Est Europa

Tempo di lettura: 3 minuti. Kapeka, nuova backdoor utilizzata da Sandworm in attacchi all’Europa orientale, con capacità avanzate di controllo e flessibilità operativa.

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Una nuovo backdoor denominata “Kapeka” è stato individuato mentre veniva impiegato in attacchi mirati contro l’Europa orientale, inclusi Estonia e Ucraina. Questo malware, sviluppato dal gruppo di minaccia persistente avanzato (APT) collegato alla Russia, noto come Sandworm, ha mostrato capacità estremamente sofisticate nell’esecuzione di cyber-attacchi, secondo un rapporto di WithSecure.

Caratteristiche del Backdoor Kapeka

Kapeka è una backdoor flessibile scritta in C++ e confezionato come una DLL di Windows. È progettato per mascherarsi da componente aggiuntivo di Microsoft Word per sembrare legittimo e evitare il rilevamento. Il malware è dotato di una configurazione di comando e controllo (C2) incorporata che stabilisce contatti con server controllati dall’attaccante e ottiene istruzioni su come procedere.

Funzionalità del malware

Le funzionalità di Kapeka includono la capacità di leggere e scrivere file, lanciare payload, eseguire comandi shell e persino aggiornare o disinstallare se stesso. Utilizza l’interfaccia COM di WinHttp 5.1 per la comunicazione di rete e impiega il formato JSON per inviare e ricevere dati dal suo server C2. Il backdoor può anche aggiornare la propria configurazione C2 “al volo”, ricevendo una nuova versione dal server C2 durante il polling.

Metodi di propagazione e associazioni

La modalità esatta di propagazione di Kapeka non è ancora stata pienamente identificata, ma le analisi indicano che il dropper del malware viene recuperato da siti web compromessi utilizzando il comando certutil, un esempio di utilizzo di binari legittimi per eseguire attacchi (LOLBin). Kapeka è stato collegato a precedenti famiglie di malware come GreyEnergy e Prestige, suggerendo che potrebbe essere un successore di quest’ultimo, usato in intrusioni che hanno portato al dispiegamento del ransomware Prestige alla fine del 2022.

Implicazioni e significato

L’uso di Kapeka in operazioni di intrusione dimostra un’attività di livello APT, con un alto grado di stealth e sofisticazione, tipico di attacchi attribuibili a origini russe. La sua vittimologia sporadica e il targeting di specifiche regioni geopoliticamente sensibili come l’Europa orientale, evidenziano l’uso strategico di questo malware in operazioni di cyber spionaggio o sabotaggio.

Il backdoor Kapeka rappresenta una minaccia significativa per la sicurezza delle informazioni nelle aree colpite. Le organizzazioni in regioni potenzialmente a rischio dovrebbero rafforzare le loro difese e monitorare attivamente per rilevare segni di questo malware sofisticato, adottando misure proattive per proteggere i loro sistemi dagli attacchi.

APT44: pericolo globale del gruppo Sandworm

APT44, noto anche come Sandworm, è una delle unità di sabotaggio informatico più pericolose, attiva nell’ambito dei conflitti geopolitici a favore degli interessi russi. Questo gruppo è associato a numerosi attacchi di alto profilo e continua a rappresentare una minaccia elevata per governi e operatori di infrastrutture critiche a livello mondiale.

Caratteristiche e attività di APT44

APT44 è un gruppo avanzato di minaccia persistente (APT) che ha mostrato una capacità notevole e una tolleranza al rischio elevata nei suoi sforzi per supportare la politica estera russa. L’ampio mandato di questo gruppo lo rende una minaccia imprevedibile, pronta a colpire a breve termine ovunque i suoi obiettivi si allineino agli interessi nazionali russi.

Rischio di proliferazione di nuove tecniche

Le continue innovazioni di APT44 nell’uso di capacità cyber distruttive hanno potenzialmente abbassato la barriera all’ingresso per altri attori statali e non statali interessati a sviluppare i propri programmi di attacco informatico. Questo rischio di proliferazione è una preoccupazione crescente, poiché potrebbe portare a un aumento globale di attacchi cyber sofisticati e distruttivi.

Protezione e Azioni della Comunità

La ricerca di Google ha portato all’identificazione di varie misure per proteggere gli utenti e la comunità più ampia:

  • Protezione attraverso Google’s Threat Analysis Group (TAG): I risultati della ricerca migliorano la sicurezza dei prodotti di Google.
  • Aggiunte a Safe Browsing: I siti e i domini identificati sono stati aggiunti per proteggere gli utenti da ulteriori sfruttamenti.
  • Allerte per attacchi supportati dal governo: Gli utenti di Gmail e Workspace coinvolti ricevono notifiche.
  • Programmi di notifica delle vittime: Dove possibile, le vittime vengono informate tramite programmi dedicati.
  • Risorse di VirusTotal: Una collezione di indicatori di compromissione legati ad APT44 è disponibile per gli utenti registrati.

Il continuo impegno di APT44 nel campo del cyber sabotage rappresenta una delle minacce più severe e pervasive a livello globale. È essenziale che la comunità internazionale rimanga vigile e preparata a fronteggiare le sfide poste da gruppi come Sandworm, specialmente in contesti geopolitici delicati.

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Miner di criptovalute arrestato per aver evaso pagamenti di Server Cloud per 3,5 Milioni di Dollari

Tempo di lettura: 2 minuti. Un miner di criptovalute è stato arrestato per aver evaso pagamenti per 3,5 milioni di dollari in servizi di server cloud

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Charles O. Parks III, noto anche come “CP3O”, è stato arrestato e accusato di aver utilizzato server cloud noleggiati per minare criptovalute, causando un debito di 3,5 milioni di dollari con due fornitori di servizi cloud, senza mai saldare i conti.

Dettagli del caso

Parks ha ideato un sistema ingegnoso creando identità aziendali fittizie, come “MultiMillionaire LLC” e “CP30 LLC”, per aprire numerosi account presso fornitori di servizi cloud, ottenendo così accesso a una potenza computazionale significativa. Anche se il Dipartimento di Giustizia (DOJ) non ha nominato esplicitamente i fornitori coinvolti, le indicazioni geografiche suggeriscono che si tratti di Amazon e Microsoft, situati rispettivamente a Seattle e Redmond, Washington.

Metodologia e abuso

Utilizzando questi account, Parks è riuscito a ottenere l’accesso a server dotati di potenti schede grafiche, essenziali per il mining di criptovalute come Ether (ETH), Litecoin (LTC) e Monero (XMR). Ha lanciato decine di migliaia di queste istanze di server, utilizzando software di mining e strumenti per massimizzare l’efficienza energetica e monitorare l’attività di mining in varie pool.

Riciclaggio e lifestyle

Le criptovalute estratte venivano poi riciclate acquistando token non fungibili (NFT), convertendole e trasferendole su varie piattaforme di scambio di criptovalute, o attraverso pagamenti online e conti bancari tradizionali. I proventi, convertiti in dollari, erano utilizzati da Parks per finanziare uno stile di vita lussuoso, includendo viaggi in prima classe e l’acquisto di articoli di lusso e auto.

Implicazioni legali e prevenzione

Parks è stato arrestato il 13 aprile 2024 nel Nebraska, con una prima udienza programmata il giorno successivo in un tribunale federale di Omaha. L’imputazione include accuse di frode informatica, riciclaggio di denaro e transazioni monetarie illegali, con una pena massima prevista di 30 anni di prigione. Il caso evidenzia anche l’importanza per i fornitori di servizi cloud di adottare misure più rigorose per verificare l’identità degli utenti, stabilire limiti di uso per i nuovi account e migliorare i sistemi di rilevamento delle anomalie per minimizzare le perdite.

Questo caso di cryptojacking sottolinea la necessità di una vigilanza continua e di politiche più severe da parte dei fornitori di servizi cloud per prevenire abusi simili, proteggendo così l’integrità dei loro servizi e dei loro clienti.

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USA, arrestata per un’accusa di Sextortion da 1,7 Milioni di Dollari

Tempo di lettura: 2 minuti. Una donna del Delaware è stata arrestata per aver preso di mira giovani ragazzi in uno schema di sextortion che ha fruttato 1,7 milioni

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hacker olandese arrestato su raidforums
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Una donna del Delaware, Hadja Kone, è stata arrestata per il suo presunto coinvolgimento in un vasto schema internazionale di sextortion che ha mirato a giovani maschi, guadagnando circa 1,7 milioni di dollari tramite estorsioni. Questo caso sottolinea la crescente problematica della sextortion su Internet, che colpisce migliaia di giovani in tutto il mondo.

Dettagli del caso

Hadja Kone, 28 anni, è stata collegata a un’operazione che mirava principalmente a giovani uomini e minori negli Stati Uniti, Canada e Regno Unito. I truffatori si fingevano giovani donne attraenti online, iniziando conversazioni con le vittime e invogliandole a partecipare a sessioni di video chat dal vivo, durante le quali venivano registrate segretamente. Successivamente, le vittime venivano minacciate di diffondere i video a meno che non pagassero somme di denaro, generalmente tramite Cash App o Apple Pay.

Implicazioni Legali e Risposta delle Autorità

Kone e i suoi co-conspiratori sono accusati di cyberstalking, minacce interstatali, riciclaggio di denaro e frode via cavo. Siaka Ouattara, un altro presunto co-conspiratore di 22 anni dalla Costa d’Avorio, è stato arrestato dalle autorità ivoriane a febbraio. Se condannati, entrambi potrebbero affrontare fino a 20 anni di prigione per ciascun capo di imputazione.

Preoccupazioni crescenti e misure di prevenzione

Questo caso rientra in una tendenza allarmante di aumento dei casi di sextortion, specialmente tra i minori. Nel gennaio 2024, il FBI ha lanciato un avvertimento sulla crescente minaccia di sextortion, sottolineando che i giovani maschi di età compresa tra 14 e 17 anni sono particolarmente a rischio, ma qualsiasi bambino può diventare vittima. Piattaforme come Instagram e Snapchat hanno iniziato a implementare nuove protezioni e risorse educative per combattere la sextortion e proteggere i giovani utenti.

Il caso di Hadja Kone evidenzia l’importanza di una maggiore consapevolezza e educazione sulle pratiche di sicurezza online. Le piattaforme social stanno rispondendo con nuove misure, ma è essenziale che i genitori, gli educatori e i giovani stessi siano informati sui segni di avvertimento e sulle strategie di prevenzione della sextortion

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