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Sicurezza Informatica

CSAM: UE affronta criptazione, rimozione rapida dei contenuti e conservazione delle prove

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Paesi dell’UE hanno espresso preoccupazioni riguardo la crittografia end-to-end, la rapida rimozione dei contenuti relativi a abusi sessuali su minori (CSAM) e la conservazione delle prove, secondo commenti interni visionati da EURACTIV. Quindici governi europei hanno fornito un feedback in merito alla proposta di legge per combattere il CSAM in un documento di commento datato 15 marzo.

La proposta della Commissione Europea per combattere il CSAM ha sollevato controversie perché introduce la possibilità per le autorità giudiziarie di emettere ordini di rilevamento nei confronti dei fornitori di servizi di comunicazione considerati a rischio significativo di diffusione di materiale di abuso sessuale su minori. Tale misura è in contrasto con la crittografia end-to-end, che garantisce che solo gli individui coinvolti nella comunicazione possano leggerla. La Germania si è opposta a qualsiasi compromissione della crittografia end-to-end.

L’Estonia ha espresso preoccupazioni riguardo alla conservazione dei dati, sottolineando che per indagare sul crimine è necessario ottenere dati creati molto prima della scoperta del contenuto criminale. Italia ha suggerito che chi segnala i contenuti sospetti non dovrebbe poter rimanere anonimo. La Slovacchia ha proposto un periodo minimo e massimo per la conservazione dei dati.

Per quanto riguarda la conservazione delle prove, alcuni paesi come l’Irlanda hanno sollevato preoccupazioni. Le opinioni sul tempo entro il quale i fornitori di servizi dovrebbero rimuovere i contenuti variano tra gli Stati membri. Alcuni sostengono il limite di un’ora, mentre altri ritengono che 24 ore siano troppo lunghe.

I Paesi Bassi hanno affermato che le comunicazioni vocali e i testi dovrebbero rimanere al di fuori del campo di applicazione del regolamento, esprimendo preoccupazioni sulla proporzionalità e sulla definizione dei dati sui contenuti in questo caso. Infine, hanno sollevato la questione se le vittime debbano essere informate ogni volta che vengono condivisi contenuti su di loro.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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