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Sicurezza Informatica

Minori nel Dark Web, l’UK affronta il problema

Tempo di lettura: < 1 minuto. Il dibattito sulla limitazione dell’accesso al dark web per i minori nel Regno Unito si intensifica dopo l’assassinio di Brianna Ghey

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La tragica uccisione di Brianna Ghey, una studentessa di 16 anni, ha innescato un dibattito nel Regno Unito sulla limitazione dell’accesso dei minori al dark web. Ciaran Martin, primo CEO del National Cyber Security Centre e attuale professore all’Università di Oxford, ha sottolineato la mancanza di una soluzione tecnologica unica a questo problema, suggerendo invece una maggiore attenzione al dark web nelle scuole del paese.

La discussione è stata stimolata da un’intervista con Esther Ghey, madre di Brianna, la cui morte per mano di due coetanei ha scosso il Regno Unito. Uno degli assassini aveva acceduto a materiale di tortura e omicidio reale sul dark web, sollevando preoccupazioni sull’accessibilità di tali contenuti ai minori.

Oltre a criticare l’Online Safety Act per non proteggere sufficientemente i bambini, Ghey sta anche facendo campagna per vietare i social media sugli smartphone ai minori di 16 anni. Martin ha evidenziato le limitazioni tecnologiche di bloccare l’accesso al dark web e ha proposto l’educazione come soluzione parziale al problema.

Il dibattito arriva in un momento in cui le autorità del Regno Unito sono preoccupate per l’aumento dell’ingaggio dei minori nel cybercrime. L’NCA ha incoraggiato i genitori e gli insegnanti a educare i giovani sui pericoli del coinvolgimento in attività cybercriminali, sottolineando che molti bambini potrebbero non essere consapevoli della criminalità associata alle loro azioni.

La questione dell’accesso al dark web nel Regno Unito è complicata dall’uso del browser Tor, necessario per accedere a parti del deep web e del dark web. L’Online Safety Act suscita preoccupazioni, in particolare per una sezione che potrebbe impedire l’implementazione della crittografia, limitando la privacy e la sicurezza online.

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