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Eva Kaili svela ingerenze dei Servizi Segreti Belgi nelle idnagini UE su Pegasus

Tempo di lettura: < 1 minuto. Kaili, la politica greca, si difende dalle accuse e attacca l’inchiesta che ha scosso l’Unione Europea. Le sue parole sollevano questioni inquietanti sullo stato della nostra democrazia.

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Kaili, una figura politica greca, è al centro di un’indagine che ha scosso l’Unione Europea. Nell’ambito di un’intervista al Corriere, Kaili ha proseguito con la sua strategia di difesa, respingendo le accuse e attaccando l’inchiesta.

L’attacco all’indagine

Kaili critica l’inchiesta, affermando che le aspettative create dai media erano alte e che le fughe di notizie selettive e illegali hanno trasformato i dibattiti televisivi in aule di tribunale. Secondo Kaili, i giornalisti avevano accesso alle informazioni prima dei suoi avvocati, portando a speculazioni estreme. Nonostante i mesi trascorsi, non è emerso nulla di nuovo. Kaili sostiene che il Parlamento ha protezioni che nessun lobbista può abbattere.

Le intercettazioni del Vsse

Kaili mette nel mirino le intercettazioni compiute dal Vsse, il servizio segreto del Belgio. Afferma che i suoi avvocati hanno scoperto che i servizi segreti belgi avrebbero messo sotto osservazione le attività dei membri della commissione speciale Pegasus. Questo fatto, secondo Kaili, dovrebbe sollevare preoccupazioni sullo stato di salute della nostra democrazia europea.

La commissione speciale Pegasus

La commissione speciale Pegasus è stata creata all’Europarlamento per indagare sull’uso di Pegasus, uno spyware che, secondo alcune inchieste giornalistiche, è stato usato anche dagli agenti segreti marocchini per spiare gli attivisti per i diritti umani.

L’indagine sulle mazzette in Ue

L’indagine sulle mazzette in Ue nasce dall’attività d’indagine dell’intelligence belga. Secondo Il Fatto Quotidiano, gli agenti segreti di Bruxelles hanno scoperto l’esistenza di una rete che puntava a interferire nei processi decisionali della più alta istituzione comunitaria, corrompendo politici in posti chiave. Questa rete faceva capo a una cellula di agenti segreti del Marocco, ma anche al governo del Qatar alla vigilia dei mondiali di calcio.

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