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FBI avverte: nordcoreani usano VPN per infiltrarsi nelle aziende
Tempo di lettura: 2 minuti. L’FBI avverte delle tattiche degli hacker nordcoreani che utilizzano VPN e identità false per infiltrarsi nelle aziende statunitensi come lavoratori IT remoti.

L’FBI ha lanciato un avvertimento riguardo agli hacker nordcoreani che utilizzano servizi VPN, documenti d’identità rubati e account falsi sui social media per ingannare le aziende statunitensi e farsi assumere come lavoratori IT remoti.
Metodi di inganno
Nonostante non sia chiaro quando questa campagna sia iniziata, gli investigatori ritengono che migliaia di freelance IT provenienti dalla Corea del Nord siano riusciti a ottenere un lavoro nelle aziende statunitensi negli ultimi cinque anni, celando la loro vera identità. Si ritiene che questi lavoratori utilizzino i guadagni per finanziare le armi di Kim Jong Un, rubare segreti aziendali e impiantare malware.
Risposta delle autorità
In seguito alle ultime prove, sia le autorità statunitensi che quelle sudcoreane hanno aggiornato le loro linee guida per aiutare i datori di lavoro a evitare di assumere agenti nordcoreani come lavoratori freelance.
Dettagli sulle attività degli hacker
Jay Greenberg, agente dell’FBI a capo della Divisione di St. Louis, ha dichiarato che la Corea del Nord ha inondato il mercato globale con lavoratori IT con cattive intenzioni. La divisione di Greenberg è riuscita a sequestrare circa $1,5 milioni e 17 nomi di dominio web utilizzati nella campagna ingannevole. Tuttavia, si ritiene che l’infiltrazione delle aziende da parte di lavoratori collegati alla Repubblica Democratica Popolare di Corea (RDPC) sia ancora in corso.
Gli hacker nordcoreani hanno utilizzato vari metodi per ingannare i datori di lavoro e nascondere la loro vera identità. Tra questi, l’uso di documenti d’identità rubati o contraffatti per superare facilmente i controlli d’identità online e l’assunzione di individui statunitensi per partecipare a interviste online e videoconferenze al loro posto. A livello tecnologico, utilizzano reti VPN virtuali per falsificare la loro posizione IP e aumentare la loro anonimato. Inoltre, potrebbero creare account falsi sui social media e/o siti web aziendali falsi per apparire più legittimi.
Raccomandazioni dell’FBI
L’FBI suggerisce di prestare attenzione a comportamenti sospetti, come richieste ripetute di pagamento anticipato accompagnate da minacce di rilasciare codice sorgente proprietario, rifiuto continuo di apparire in video o di sottoporsi a test antidroga, e l’uso di indirizzi di spedizione in continua evoluzione invece dei loro indirizzi di casa. Si raccomanda inoltre di effettuare controlli di background online e di tenere traccia di tutte le interazioni con potenziali dipendenti. A livello di sicurezza online, si consiglia di richiedere ai freelance di disattivare la loro VPN privata quando accedono alle reti aziendali e di adottare un rigoroso approccio di cybersecurity “zero trust”.
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Europol arresta criminali specializzati in ransomware

Europol, in collaborazione con le forze dell’ordine internazionali, ha arrestato cinque individui accusati di essere coinvolti in una serie di attacchi ransomware che hanno colpito oltre 1.800 vittime in tutto il mondo. Questi arresti rappresentano un importante passo avanti nella lotta contro il cybercrime.
Operazione internazionale e arresti
Gli arresti sono avvenuti a seguito di una serie di perquisizioni in 30 proprietà in Ucraina, con il capobanda di 32 anni e quattro dei suoi complici più attivi catturati. Più di 20 investigatori da Norvegia, Francia, Germania e Stati Uniti hanno assistito la Polizia Nazionale Ucraina nelle indagini a Kiev, mentre Europol ha allestito un centro di comando virtuale nei Paesi Bassi per elaborare i dati sequestrati durante le perquisizioni.
Sequestri e implicazioni
Durante le operazioni, le autorità hanno sequestrato attrezzature informatiche, automobili, carte bancarie e SIM, oltre a decine di supporti elettronici. Sono stati inoltre confiscati beni in criptovaluta, per un valore di quasi quattro milioni di hryvnias (circa 110.000 dollari), e altre presunte prove di attività illegali.
Ruoli e metodi dei criminali
Gli arrestati sono accusati di aver criptato oltre 250 server di grandi aziende, estorcendo “diversi centinaia di milioni di euro” alle loro vittime. I criminali avevano ruoli diversi all’interno della rete: alcuni utilizzavano attacchi brute-force e credenziali rubate per infiltrarsi nelle reti delle vittime, altri impiegavano malware come Trickbot per rimanere non rilevati e ottenere ulteriori accessi, mentre altri erano sospettati di gestire il riciclaggio dei pagamenti in criptovaluta effettuati dalle vittime per recuperare i loro file rubati.
Impatto e risultati dell’indagine
Europol ha accusato i criminali di aver “seminato il caos” nelle aziende colpite. Tra le varianti di ransomware utilizzati dal gruppo c’erano LockerGoga, MegaCortex, Hive e Dharma. L’indagine di Europol ha anche permesso alle autorità svizzere, in collaborazione con Bitdefender e il progetto No More Ransom dell’Unione Europea, di sviluppare strumenti di decrittazione per i ransomware LockerGoga e MegaCortex, consentendo alle vittime di recuperare i loro file senza dover pagare un riscatto.
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Downloader App sospesa da Google Play: caso di DMCA insolito
Tempo di lettura: 2 minuti. Downloader app sospesa da Google Play per una richiesta DMCA vaga, sollevando questioni sulla gestione dei diritti d’autore e sicurezza delle app.

Downloader app, un’applicazione Android TV che combina un browser web con un gestore di file, è stata sospesa da Google Play a causa di una richiesta di rimozione DMCA apparentemente vaga. La ragione della sospensione? La capacità dell’app di caricare il sito web della Warner Bros.
Sospensione e Contestazione DMCA
La sospensione di Downloader, sviluppata da Elias Saba, segue una precedente sospensione avvenuta a maggio, quando diverse compagnie televisive israeliane si erano lamentate che l’app potesse essere utilizzata per accedere a un sito web pirata. Google aveva poi revocato quella sospensione dopo tre settimane. Tuttavia, questa volta la sospensione è stata motivata dalla capacità dell’app di accedere al sito web della Warner Bros., come indicato in una notifica DMCA fornita da MarkScan, una società di protezione degli asset digitali che rappresenta Warner Bros. Discovery Inc.
Funzionalità dell’App e Questioni Legali
Downloader permette agli utenti di navigare sul web e scaricare file da un sito web inserendo l’URL desiderato. Secondo Saba, l’app non contiene contenuti che violano i diritti d’autore, né indirizza gli utenti verso contenuti illeciti. Tuttavia, la notifica di Google afferma che l’app “contiene contenuti che presumibilmente violano il diritto d’autore di altri e violano le leggi sul diritto d’autore applicabili nel paese/giurisdizione pertinenti”.
Reazioni e Implicazioni
Saba ha espresso indignazione per la sospensione, sottolineando che Google avrebbe dovuto almeno verificare che la richiesta di rimozione fosse plausibile. La mancanza di dettagli specifici nella notifica DMCA solleva preoccupazioni sulla sicurezza delle app nel Google Play Store, poiché una richiesta di rimozione DMCA priva di informazioni dettagliate potrebbe teoricamente portare alla sospensione di qualsiasi app.
Considerazioni finali
La sospensione di Downloader mette in luce le sfide e le complessità legate alla gestione delle richieste DMCA, specialmente quando queste sono vaghe o mancano di dettagli specifici. Questo caso solleva questioni importanti sulla protezione dei diritti d’autore e sull’equilibrio tra la sicurezza delle app e la tutela dei diritti degli sviluppatori.
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Ucraina: arrestato Victor Zhora. Ex capo della Cybersecurity

Il governo ucraino ha recentemente arrestato Victor Zhora, ex vice capo del Servizio Speciale di Comunicazioni di Stato dell’Ucraina (SSSCIP) e figura di spicco nella difesa della cybersecurity del paese. Questo arresto segue il licenziamento di Zhora e di Yurii Shchyhol, capo dell’SSSCIP, accusati di malversazione.
Dettagli dell’arresto e accuse
Taras Melnychuk, un alto funzionario del gabinetto ucraino, ha annunciato i licenziamenti tramite un post pubblico su Telegram la scorsa settimana. La Corte Anticorruzione dell’Ucraina ha poi rilasciato un comunicato stampa lunedì, annunciando che un giudice aveva ordinato l’arresto di Zhora come misura preventiva. Zhora è stato preso in custodia, con una cauzione fissata a circa 275.000 dollari. Al momento non è chiaro se Zhora abbia pagato la cauzione. Dopo l’annuncio delle accuse, Zhora aveva dichiarato a TechCrunch di voler “difendere il mio nome e la mia reputazione in tribunale”.
Impatto e reazioni
Zhora, noto per la sua presenza in conferenze internazionali come volto pubblico dei difensori della cybersecurity dell’Ucraina, ha twittato venerdì che era il suo ultimo giorno di lavoro per l’SSSCIP, ringraziando tutti per il sostegno e esprimendo la speranza che il suo successore continui a supportare tutte le iniziative e la cooperazione internazionale. Questo arresto rappresenta un momento significativo per la cybersecurity ucraina, in un periodo in cui il paese è particolarmente vulnerabile a causa del conflitto in corso.
Considerazioni finali
L’arresto di Victor Zhora segna un punto di svolta nel panorama della cybersecurity ucraina. Mentre il paese continua a navigare in un periodo di instabilità, la gestione della sicurezza informatica rimane una priorità cruciale. Questo evento sottolinea l’importanza della trasparenza e dell’integrità nelle posizioni di leadership, specialmente in un settore così vitale come la cybersecurity.
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