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Giappone: arriva supercomputer per l’industria dell’IA

Tempo di lettura: < 1 minuto. Il Giappone sta pianificando di sviluppare un nuovo supercomputer per avanzare l’industria dell’intelligenza artificiale (IA) del paese.

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Il Ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria del Giappone (METI) ha annunciato i suoi piani per sviluppare un nuovo supercomputer per aiutare a far progredire l’industria dell’intelligenza artificiale (IA) del paese. Il nuovo supercomputer sarà gestito dall’Istituto Nazionale di Scienza e Tecnologia Industriale Avanzata (AIST) e sarà aperto alle aziende giapponesi.

L’urgente necessità del Giappone di aumentare la potenza di calcolo

Secondo Hideki Murai, un consulente speciale per l’IA del Primo Ministro Fumio Kishida, il Giappone ha bisogno di espandere rapidamente la sua potenza di calcolo. Murai sostiene che il paese sta cercando di diventare un leader globale nella tecnologia dell’IA. Ha dichiarato: “La priorità chiave del governo è la potenza di calcolo. Sentiamo un vero senso di crisi su questo… Vogliamo creare le basi per un’era dell’IA”.

Il progetto del nuovo Supercomputer del Giappone

Il progetto dovrebbe costare circa 50 miliardi di yen (450 milioni di dollari) e sarà pronto entro il 2025. Il supercomputer avrà una velocità di elaborazione di 100 petaflop, rendendolo uno dei più veloci al mondo. Attualmente, esiste un supercomputer presso l’AIST che offre 0,8 exaflop di potenza di calcolo. Questo è ciò che circa 3000 aziende in Giappone stanno utilizzando. Pertanto, questo progetto rappresenta un enorme miglioramento rispetto a ciò che il paese ha già.

Impatto potenziale sull’Industria dell’IA

Il nuovo progetto di supercomputer del Giappone ha il potenziale di avere un impatto significativo sull’industria dell’IA del paese. Con una maggiore potenza di calcolo, le aziende giapponesi saranno in grado di sviluppare tecnologie IA più avanzate, come l’IA generativa e i grandi modelli di linguaggio. Questo potrebbe portare alla creazione di nuovi usi e servizi dell’IA, potrebbe anche stimolare la crescita economica e creare nuove opzioni di lavoro.

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