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Sicurezza Informatica

Giudice stabilisce che Gmail non discrimina i repubblicani

Tempo di lettura: < 1 minuto. Un giudice stabilisce che Gmail non ha discriminato il Comitato Nazionale Repubblicano, respingendo le accuse di pregiudizio politico nei filtri antispam.

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Dopo diversi mesi dalla denuncia presentata dal Comitato Nazionale Repubblicano (RNC) contro Google, accusando l’azienda di applicare filtri antispam che promuovevano un pregiudizio politico, il caso è ufficialmente chiuso.

Dettagli della sentenza

Un giudice federale ha ora respinto quello che è stato definito un “caso difficile” perché “l’RNC non ha adeguatamente sostenuto che Google abbia agito in mala fede filtrando i messaggi dell’RNC nelle cartelle spam degli utenti di Gmail“. Il giudice distrettuale degli Stati Uniti, Daniel J. Calabretta, ha inoltre osservato che l’uso di Gmail dei filtri antispam è protetto dalla sezione 230 del Communications Decency Act.

La Sezione 230 e Gmail

La Sezione 230 protegge i “fornitori di servizi informatici interattivi”, come Gmail, dalle cause legali relative alle decisioni di bloccare e filtrare materiale offensivo. Nonostante molte persone abbiano chiesto una guida più chiara e persino la riscrittura di questa sezione del Telecommunications Act del 1996, compreso il CEO di Meta, Mark Zuckerberg, in questo caso, ha servito a proteggere il fornitore di email.

Iniziative di Google

Nonostante le precedenti affermazioni secondo cui non esisteva alcun pregiudizio e le richieste di archiviare il caso, Google ha avviato un programma pilota per consentire ai partiti politici di scegliere di bypassare i filtri e consegnare le email direttamente nelle caselle di posta degli utenti di Gmail. Il programma è stato introdotto in tempo per le elezioni statunitensi del 2022, ma è stato interrotto pochi mesi dopo. È stato anche riferito che l’RNC non si è iscritto per partecipare al programma.

Mentre Google continua a sviluppare e migliorare le sue tecnologie di filtraggio, la recente sentenza ha chiarito che la piattaforma non ha agito in mala fede nei confronti dell’RNC, sottolineando l’importanza della sezione 230 nella protezione dei fornitori di servizi online.

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