Categorie
Sicurezza Informatica

Giustizia Italiana: Facebook costretta a riaprire profilo di Di Stefano, ma banna no vax

Tempo di lettura: 2 minuti. Facebook, costretta a riaprire profilo del candidato di Alternativa per l’Italia, incassa l’approvazione per la sospensione di una donna che aveva condiviso il video di una parlamentare novax, mai bannata.

Tempo di lettura: 2 minuti.

Due pesi e due misure per Facebook e ad applicarli è la giustizia italiana. La piattaforma di social network più conosciuta al mondo giorni fa ha chiuso il profilo di Simone di Stefano, candidato al Parlamento con alternativa per l’Italia.

In occasione di una intervista a Matrice Digitale, Di Stefano ha dichiarato che avrebbe fatto causa e l’ha spuntata con un provvedimento di urgenza siglando una vittoria personale che riapre la partita sulla questione del ruolo giuridico delle Big Tech nel nostro paese.

Di Stefano bannato da Facebook. Campagna elettorale viziata?

A dare l’annuncio della riapertura è stato lo stesso candidato che ha paventato in sede di giudizio anche il reato di turbativa di campagna elettorale previsto dal codice penale.

Novax bannata giustamente dal social per aver condiviso teorie no vax

Il Tribunale di Varese ha confermato la sospensione di una donna che aveva condiviso un video di una parlamentare che invitava a non vaccinarsi per motivi collegati a delle complicazioni sanitarie gravi.

Secondo il giudice che ha emesso la sentenza, la libertà di espressione ha un limite quando incontra la tutela della salute pubblica e quindi la sospensione era da considerarsi legittima. Una sentenza che lascia perplessi in molti per due motivi: la donna ha condiviso il video di una parlamentare senza commentarlo e l’autrice del video non è stata rimossa dalla piattaforma.

Questo doppiopesismo conferma almeno che è possibile censurare un cittadino, ma non un rappresentate della Repubblica italiana. Se non c’è scampo per i cittadini, almeno i social network non hanno potere sul campo di azione dei nostri parlamentari e, nel caso di Di Stefano e di Toscano, nemmeno per i candidati alle elezioni.

Matrice Digitale ha chiesto all’Avv. Massimo Melica dello Studio Legale Melica | Scandelin | Partners un parere sulla vicenda, “La sentenza del giudice Recalcati del Tribunale di Varese (1181/2022 depositata il 2 agosto 2022) è destinata ad aprire un dibattito sui poteri giuridizionali affidati ad una piattaforma di social network e alle conseguenze sulle nostre libertà digitali. Il giudice ha ritenuto sussistere il diritto del gestore di una piattaforma di social network di rimuovere contenuti no-vax o fortemente critici sulla recente campagna vaccinale in contrasto alla pandemia da Covid-19. L’aspetto più critico mosso alla sentenza è l’aver acclarato la possibilità di cancellare un post il cui oggetto era un video che riproduceva l’intervento di un parlamentare della Repubblica italiana che definiva “letali” le inoculazioni del vaccino. Tecnicamente la sentenza parte dalla valutazione della vessatorietà delle clausole in base all’art. 33 del Codice del consumo (d.lgv 206/205) che creerebbero disequilibrio dei diritti e obblighi contrattuali, quindi concedendo al gestore della piattaforma il diritto di controllo, valutazione e censura su contenuti non in lineaa con le policy del servizio. La recente pronuncia è siramente in controtendenza con la giurisprudenza più difusa in cui il concetto di libertà di espressione è più tutelato e non trova limitazioni in clausole contrattuali. Il dibattito, conclude Melica, è aperto e troverà utili confronti nelle nostre aule di giustizia”.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

Pronto a supportare l'informazione libera?

Iscriviti alla nostra newsletter // Seguici gratuitamente su Google News
Exit mobile version