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Gli Stati Uniti dominano le installazioni di bancomat per criptovalute 

Tempo di lettura: 2 minuti. Alto anche il tasso di hash di BTC nel mondo
Spagna è il primo paese europeo per gli erogatori di criptovaluta

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Nonostante le miriadi di ostacoli normativi statali e federali che le imprese di criptovalute devono affrontare nella regione, gli Stati Uniti svolgono un ruolo importante nel preservare l’ecosistema del Bitcoin (BTC) e delle criptovalute. Con l’uscita di scena della Cina in seguito al ban permanente sulle criptovalute, gli Stati Uniti mantengono la prima posizione in termini di contributo al tasso di hash e di installazioni di ATM in tutto il mondo.

Prima del giro di vite sul mining di BTC, la Cina rappresentava storicamente oltre il 50% del tasso di hash totale fino al febbraio 2021. Con la Cina fuori dalla competizione, gli Stati Uniti hanno recuperato terreno e sono diventati il maggior contributore del tasso di hash di BTC, rappresentando il 37,84% della potenza di mining totale entro il gennaio 2022.

Come mostrato sopra, i minatori cinesi hanno ripreso le operazioni nel settembre 2021. Tuttavia, i minatori statunitensi hanno continuato a dominare lo spazio, aumentando il loro contributo al tasso di hash mese dopo mese.

Inoltre, gli Stati Uniti ospitano il maggior numero di installazioni di ATM, che rappresentano quasi l’88% delle installazioni totali di ATM di criptovalute in tutto il mondo. Oltre il 90% dei bancomat criptati installati negli ultimi mesi si trova negli Stati Uniti. I dati di Coin ATM Radar confermano che la tendenza continua a luglio, quando negli Stati Uniti sono stati installati 641 dei 710 bancomat per Bitcoin e criptovalute nei primi 10 giorni del mese.

Rafforzando ulteriormente la posizione del Nord America nell’ecosistema delle criptovalute, il Canada rappresenta la seconda rete di bancomat per criptovalute dopo gli Stati Uniti. Al di fuori delle Americhe, la Spagna ospita il maggior numero di bancomat di criptovalute, 210 o lo 0,5% del totale dei bancomat attivi.

La confluenza di una carenza di chip a livello globale e la pandemia di coronavirus hanno fatto momentaneamente salire i prezzi della parte più importante di un impianto di mining: l’unità di elaborazione grafica (GPU). Tuttavia, con i prezzi che sono scesi al di sotto degli MSRP e un tasso di hash che si accompagna alla caduta, i minatori si sono trovati di fronte a una finestra di opportunità per procurarsi l’attrezzatura da mining dei loro sogni.

Nel solo mese di maggio, i prezzi delle GPU sono scesi in media di oltre il 15%, costringendo inoltre i venditori sui mercati secondari a ridurre i loro prezzi esorbitanti sui mining rig usati.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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