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Sicurezza Informatica

Guerra Cibernetica: come il mondo digitale è diventato un campo di battaglia

Tempo di lettura: 3 minuti. Una guida per districarsi meglio nelle operazioni militari sempre più inerenti lo spazio cibernetico

Tempo di lettura: 3 minuti.

Con la guerra tra Russia e Ucraina in pieno svolgimento, gli esperti di cybersicurezza indicano un fronte cibernetico che si è formato online molto prima che le truppe russe attraversassero il confine. Già nei mesi precedenti lo scoppio della guerra, i siti web ucraini sono stati attaccati e modificati per mostrare messaggi minacciosi sull’imminente invasione. “In risposta alle azioni di guerra russe, il collettivo di hacker Anonymous ha lanciato una serie di attacchi contro la Russia, con i media statali del Paese come obiettivo principale. Possiamo quindi vedere la guerra informatica in azione con nuovi tipi di malware che inondano entrambi i Paesi, migliaia di siti che si bloccano sotto attacchi DDoS (distributed denial-of-service) e l’hacktivismo che prospera da entrambi i lati delle barricate”, afferma Daniel Markuson, esperto di cybersicurezza presso NordVPN.

I metodi della guerra informatica

Nell’ultimo decennio, la quantità di tempo che le persone trascorrono online è aumentata drasticamente. Una ricerca di NordVPN ha dimostrato che gli americani trascorrono circa 21 anni della loro vita online. Con una vita così dipendente da Internet, le guerre informatiche possono causare danni molto concreti. Alcuni degli obiettivi che i “soldati” online cercano di perseguire sono:

Sabotaggio e terrorismo

L’intento di molte azioni di guerra informatica è quello di sabotare e causare danni indiscriminati. Dal mettere offline un sito con un attacco DDoS al deturpare pagine web con messaggi politici, i terroristi informatici lanciano diverse operazioni ogni anno. Un evento di grande impatto si è verificato in Turchia, quando gli hacker iraniani sono riusciti a mettere fuori uso la rete elettrica per circa dodici ore, colpendo più di 40 milioni di persone.

Spionaggio

Sebbene lo spionaggio informatico avvenga anche tra aziende, con i concorrenti che si contendono brevetti e informazioni sensibili, è una strategia essenziale per i governi che si impegnano in una guerra segreta. I servizi segreti cinesi sono regolarmente indicati come i colpevoli di tali operazioni, sebbene neghino costantemente le accuse.

Attivismo civile (hacktivismo)

La tendenza crescente dell’hacktivismo ha visto attivisti informatici civili sfidare governi e autorità in tutto il mondo. Un esempio di hacktivismo è Anonymous, un gruppo che ha rivendicato la responsabilità di attacchi ad agenzie governative negli Stati Uniti.
Nel 2022, Anonymous ha iniziato una campagna informatica mirata contro la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina, nel tentativo di interrompere i sistemi governativi e combattere la propaganda russa.

Propaganda e disinformazione

Nel 2020 è stato riscontrato che 81 Paesi hanno utilizzato una qualche forma di manipolazione dei social media. Questo tipo di manipolazione è stata solitamente ordinata da agenzie governative, partiti politici o politici. Queste campagne, che in gran parte comportano la diffusione di fake news, tendono a concentrarsi su tre obiettivi chiave: distrarre o deviare le conversazioni da questioni importanti, aumentare la polarizzazione tra gruppi religiosi, politici o sociali e sopprimere i diritti umani fondamentali, come il diritto alla libertà di espressione o alla libertà di informazione.

Il futuro della guerra informatica

“I governi, le aziende e il pubblico devono comprendere questo panorama emergente e proteggersi curando la propria sicurezza fisica e quella informatica. Dagli attacchi informatici di massa della guerra russo-georgiana del 2008 all’assalto informatico che l’Ucraina deve affrontare oggi, questo è il nuovo campo di battaglia per i conflitti civili e internazionali”, afferma Daniel Markuson. Markuson prevede che in futuro la guerra informatica diventerà il principale teatro di guerra per le superpotenze globali. Pensa anche che le cellule terroristiche potrebbero concentrare i loro sforzi nel colpire le infrastrutture civili e altre reti ad alto rischio: i terroristi sarebbero ancora più difficili da individuare e potrebbero lanciare attacchi in qualsiasi parte del mondo. Infine, Markuson pensa che l’attivismo diventerà più virtuale e permetterà ai cittadini di chiedere conto alle grandi autorità governative. Una persona normale non può fare molto per combattere una guerra informatica o per proteggersi dalle conseguenze. Tuttavia, educare se stessi, prestare attenzione all’affidabilità delle fonti di informazione e mantenere un atteggiamento critico nei confronti di tutto ciò che si legge online potrebbe aiutare ad aumentare la propria consapevolezza e a sentirsi meno influenzati dalla propaganda.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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