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Sicurezza Informatica

Guerra, israeliani nella sicurezza informatica si uniscono

Tempo di lettura: < 1 minuto. Mentre la guerra in Gaza continua, la comunità di sicurezza informatica israeliana si mobilita per proteggere le infrastrutture digitali del paese. La loro risposta coordinata e la determinazione a mantenere la sicurezza digitale sottolineano l’importanza della collaborazione in tempi di crisi.

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Mentre i bambini israeliani seguivano le lezioni via Zoom, l’immagine di un uomo armato in divisa militare è apparsa sullo schermo. Questo è solo uno degli incidenti che ha spinto i professionisti israeliani della sicurezza informatica a unirsi e offrire servizi gratuiti di cybersecurity alle aziende israeliane, a seguito di un aumento delle attività degli hacktivist legate alla guerra in Gaza.

Dettagli sugli attacchi

Un video ha mostrato un cartellone pubblicitario nella città israeliana di Holon che mostrava immagini di razzi e una bandiera israeliana in fiamme. Questi attacchi sono stati attribuiti a gruppi di hacktivist che sostengono il popolo palestinese. Sebbene abbiano tentato intrusioni e sabotaggi, il danno finora è stato limitato. Tuttavia, la frequenza e l’audacia degli attacchi sono motivo di preoccupazione.

Reazione della comunità di sicurezza informatica

Ohad Zaidenberg, uno specialista IT israeliano, sta guidando un gruppo di volontari per aiutare le aziende israeliane attivamente prese di mira. “La comunità cyber israeliana è vasta e la mobilitazione è sia efficace che commovente”, ha dichiarato. Tuttavia, gli organizzatori dei volontari stanno evitando che i membri intraprendano azioni vigilante contro Hamas. Omri Segev Moyal, amministratore delegato della società di cybersecurity israeliana Profero, ha sottolineato l’importanza di evitare azioni che potrebbero avere effetti collaterali dannosi.

Zoom e altre aziende rispondono

Dopo l’incidente su Zoom, l’azienda ha dichiarato di essere “profondamente turbata” e ha offerto il suo aiuto per permettere alle scuole israeliane di continuare a operare a distanza. Check Point, un’azienda di cybersecurity con sede in Israele, ha confermato che il cartellone di Holon era uno dei due display pubblici che erano stati hackerati con contenuti “pro-Hamas e anti-Israele”.

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