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Hacker svizzero riesce ad accedere alla no-fly list del governo statunitense

Tempo di lettura: < 1 minuto. La donna di 23 anni riesce ad accedere alla no-fly list degli Stati Uniti, compresi i nomi di 1,5 milioni di persone sospettate di terrorismo

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Secondo quanto riportato lunedì dai media locali, un hacker svizzero è riuscito ad accedere alla lista di divieto di volo dell’Amministrazione per la sicurezza dei trasporti degli Stati Uniti.

Secondo quanto riportato dal quotidiano svizzero Blick, l’elenco, che si troverebbe su un server non protetto, comprende i nomi di circa 1,5 milioni di terroristi noti o sospetti. Chiunque sia inserito nella no-fly list del governo statunitense non può salire a bordo di un aereo o deve sottoporsi a drastici controlli.

L’hacker, Tillie Kottmann, 23 anni, originaria della città di Lucerna nell’omonimo cantone svizzero, è nota anche con lo pseudonimo di maia arson crimew e ha già pubblicato dati riservati di autorità e aziende statunitensi in numerosi casi.
Kottmann, secondo quanto riferito, è il responsabile dell’hacking di oltre 150.000 telecamere di sorveglianza dell’azienda statunitense Verkada nel marzo del 2021 e attualmente si trova di fronte a un mandato di arresto negli Stati Uniti.

La fuga di dati ha suscitato scalpore negli Stati Uniti, con la richiesta di un’indagine del Congresso da parte dei politici.

“A parte il fatto che l’elenco è un incubo per le libertà civili, ci si chiede come sia stato possibile accedere così facilmente a queste informazioni”, ha scritto su Twitter il repubblicano Dan Bishop.

Secondo Bishop, il Congresso dovrà indagare sulla divulgazione dei dati.

La Kottmann ha dichiarato al canale di informazione Swissinfo di aver deliberatamente oltrepassato i limiti della legge, per evidenziare le lacune della sicurezza e rendere pubblici i dati che considera di interesse pubblico.

Ha decifrato l’elenco dei voli “per noia”, ha scritto la Kottmann sul suo blog.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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