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I dati rubati di BRP trapelano sul dark web

Tempo di lettura: < 1 minuto. Da parte sua, BRP ha indicato in un comunicato stampa che “sono trapelate sul Web clandestino informazioni su alcuni dei suoi dipendenti e fornitori su cui ha messo le mani una terza parte non autorizzata”.

Tempo di lettura: < 1 minuto.

Si ritiene che dietro il cyberattacco subito di recente da BRP ci sia la banda del ransomEXXware. La pagina Facebook dell’Hackfest ha riferito ieri che la banda ha caricato quasi 30 GB di dati che comprendono, tra l’altro, passaporti, contratti, dati di progetti e partner.

L’azienda ha anche detto che l’indagine è ancora in corso e che le prove raccolte finora le permettono di ritenere che l’impatto dell’incidente dal punto di vista della riservatezza dei dati sia limitato, come aveva già dichiarato nel suo comunicato stampa del 15 agosto.

BRP ha inoltre confermato di aver contattato i pochi dipendenti che potrebbero essere stati colpiti dall’incidente e ha aggiunto che sono state messe a loro disposizione le risorse adeguate, compresi i servizi di monitoraggio del credito. L’azienda ritiene inoltre che le informazioni compromesse su alcuni dei suoi fornitori siano limitate in termini di quantità e sensibilità e sta provvedendo a contattarli. Inoltre, sebbene non abbia prove che le informazioni personali dei suoi clienti siano state colpite dall’attacco, contatterà direttamente le persone o le aziende interessate se le conclusioni dell’indagine dimostreranno il contrario.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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