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I siti di social media che hanno perso il maggior numero di dati degli utenti
Tempo di lettura: 3 minuti. Proxyrack ha raccolto i dati di Have I Been Pwned, Human-ID, Upguard e SelfKey per lo studio aprendo anche una riflessioni sulle sanzioni che hanno in questi anni colpito le società statunitensi in Italia.
Le violazioni dei dati sono diventate un rischio dell’utilizzo dei social media, ma alcuni siti web gestiscono i nostri dati peggio di altri. Solo in Irlanda, l’anno scorso la Commissione per la protezione dei dati ha ricevuto notifiche di 6.549 violazioni di dati e ha comminato una multa di 225 milioni di euro a WhatsApp, di proprietà di Meta, per una serie di mancanze di conformità. Negli ultimi anni si sono verificate anche violazioni di alto profilo che hanno interessato l’HSE e diverse che hanno coinvolto Facebook, ma una ricerca di Proxyrack mette a nudo l’entità del volume delle violazioni e il peso delle persone colpite dall’avvento dei social media.
I siti di social media con il maggior numero di violazioni di dati:
- 1 Facebook
Facebook è stato coinvolto in un totale di otto violazioni di dati dal suo lancio nel 2004, tra cui il più famoso è lo scandalo Cambridge Analytica, che pur non essendo tecnicamente una violazione, ha coinvolto l’azienda nella vendita dei dati di circa 87 milioni di utenti. Oltre a questo, ci sono state violazioni nel 2013 e altre due nel 2018 e 2019, che hanno esposto complessivamente i dati personali di oltre 2 miliardi di utenti. - T-2. LinkedIn
LinkedIn, di proprietà di Microsoft, ha registrato la sua prima violazione dei dati nel 2012, dichiarando che erano stati colpiti circa 6,5 milioni di account, prima di aggiornare la cifra stimata a 165 milioni nel 2016.I nomi, i luoghi di lavoro, gli indirizzi e-mail personali, i titoli di lavoro e i link ai profili individuali di altri 66 milioni di utenti sono stati cancellati in una fuga di notizie del 2018 e l’azienda ha subito un totale di quattro violazioni. - T-2. Twitter
Twitter, rilevata da Elon Musk la scorsa settimana, è stata vittima di un attacco da parte di hacker russi nel 2016, che ha colpito i dati di 32 milioni di utenti.Due anni dopo, l’azienda ha invitato 330 milioni di utenti a cambiare le proprie password a causa di un errore nel codice del sito che le ha temporaneamente esposte, seguito da errori simili e di minore entità nel 2020 e nel 2022, portando il totale delle violazioni a quattro. - T-2. Yahoo
Al secondo posto con quattro violazioni, il gigante della ricerca caduto in disgrazia Yahoo! ha subito la sua prima violazione nel 2012, quando un attacco di SQL injection ha rivelato nomi utente e password in un formato di testo semplice, seguito da una violazione che ha colpito miliardi di utenti nel 2013 e da altre due nel 2014 e nel 2018. - 5 MySpace
Al termine della top five, MySpace ha superato tre violazioni di dati, la prima nel 2008, poco dopo essere stato superato in termini di utenti totali da Facebook, quando sono stati rubati i dati di 360 milioni di utenti. Quelle informazioni sono state vendute nel 2016, quando il sito era diventato una reliquia di un’epoca precedente di Internet, e c’è stato anche un hack di dimensioni simili nel 2013.
I siti di social media che hanno perso il maggior numero di dati degli utenti:
- Yahoo!
Oltre 3,5 miliardi di utenti sono stati colpiti da violazioni di dati che hanno coinvolto Yahoo, compresi i 3 miliardi di utenti coinvolti nella violazione del 2013. - Facebook – 2,1 miliardi
Quattro violazioni distinte nel 2019 hanno portato il numero di utenti di Facebook che hanno subito il furto di dati oltre i 2 miliardi. - LinkedIn – 1,1 miliardi
La maggior parte degli 1,1 miliardi di utenti di LinkedIn i cui dati sono stati esposti sono stati colpiti da una violazione del 2021 che ha portato alla vendita dei dati di 700 milioni di utenti sul dark web. - MySpace – 719 milioni
Queste tre violazioni hanno esposto i dati di 719 milioni di utenti di MySpace. Nel 2019 il sito, ora inattivo, contava solo 7 milioni di utenti. - Sina Weibo – 538 milioni
I dati di 539 milioni di utenti del sito di social media cinese, compresi 172 milioni di numeri di telefono, sono stati messi in vendita sul dark web nel 2020. - Twitter – 370 milioni
A giugno Twitter ha confermato che un hacker ha avuto accesso ai dati di contatto di 5,4 milioni di account, aggiungendo al sito di microblogging il numero totale di utenti colpiti. - Quora – 100 milioni
Quora, un sito web in cui gli utenti possono porre e rispondere a domande, ha rivelato che le password e le domande di sicurezza di 100 milioni di utenti sono state esposte in un hack del 2018. - Dailymotion – 85 milioni
Un hacker ha rubato più di 85 milioni di indirizzi e-mail e nomi utente unici dai sistemi della piattaforma di condivisione video Dailymotion, oltre alle password di 18,3 milioni di account in un’incursione del 2016. - Tumblr – 65 milioni
Nel 2016 Tumblr ha annunciato che la sua sicurezza era stata compromessa tre anni prima, con il conseguente furto dei dati degli account utente di 65 milioni di persone. - Instagram – 49 milioni
Circa 49 milioni di utenti della piattaforma di condivisione di foto Instagram, di proprietà di Facebook, sono stati esposti dopo che un server non protetto è trapelato online nel 2019.
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Kapeka: nuova backdoor di Sandworm per l’Est Europa
Tempo di lettura: 3 minuti. Kapeka, nuova backdoor utilizzata da Sandworm in attacchi all’Europa orientale, con capacità avanzate di controllo e flessibilità operativa.
Una nuovo backdoor denominata “Kapeka” è stato individuato mentre veniva impiegato in attacchi mirati contro l’Europa orientale, inclusi Estonia e Ucraina. Questo malware, sviluppato dal gruppo di minaccia persistente avanzato (APT) collegato alla Russia, noto come Sandworm, ha mostrato capacità estremamente sofisticate nell’esecuzione di cyber-attacchi, secondo un rapporto di WithSecure.
Caratteristiche del Backdoor Kapeka
Kapeka è una backdoor flessibile scritta in C++ e confezionato come una DLL di Windows. È progettato per mascherarsi da componente aggiuntivo di Microsoft Word per sembrare legittimo e evitare il rilevamento. Il malware è dotato di una configurazione di comando e controllo (C2) incorporata che stabilisce contatti con server controllati dall’attaccante e ottiene istruzioni su come procedere.
Funzionalità del malware
Le funzionalità di Kapeka includono la capacità di leggere e scrivere file, lanciare payload, eseguire comandi shell e persino aggiornare o disinstallare se stesso. Utilizza l’interfaccia COM di WinHttp 5.1 per la comunicazione di rete e impiega il formato JSON per inviare e ricevere dati dal suo server C2. Il backdoor può anche aggiornare la propria configurazione C2 “al volo”, ricevendo una nuova versione dal server C2 durante il polling.
Metodi di propagazione e associazioni
La modalità esatta di propagazione di Kapeka non è ancora stata pienamente identificata, ma le analisi indicano che il dropper del malware viene recuperato da siti web compromessi utilizzando il comando certutil, un esempio di utilizzo di binari legittimi per eseguire attacchi (LOLBin). Kapeka è stato collegato a precedenti famiglie di malware come GreyEnergy e Prestige, suggerendo che potrebbe essere un successore di quest’ultimo, usato in intrusioni che hanno portato al dispiegamento del ransomware Prestige alla fine del 2022.
Implicazioni e significato
L’uso di Kapeka in operazioni di intrusione dimostra un’attività di livello APT, con un alto grado di stealth e sofisticazione, tipico di attacchi attribuibili a origini russe. La sua vittimologia sporadica e il targeting di specifiche regioni geopoliticamente sensibili come l’Europa orientale, evidenziano l’uso strategico di questo malware in operazioni di cyber spionaggio o sabotaggio.
Il backdoor Kapeka rappresenta una minaccia significativa per la sicurezza delle informazioni nelle aree colpite. Le organizzazioni in regioni potenzialmente a rischio dovrebbero rafforzare le loro difese e monitorare attivamente per rilevare segni di questo malware sofisticato, adottando misure proattive per proteggere i loro sistemi dagli attacchi.
APT44: pericolo globale del gruppo Sandworm
APT44, noto anche come Sandworm, è una delle unità di sabotaggio informatico più pericolose, attiva nell’ambito dei conflitti geopolitici a favore degli interessi russi. Questo gruppo è associato a numerosi attacchi di alto profilo e continua a rappresentare una minaccia elevata per governi e operatori di infrastrutture critiche a livello mondiale.
Caratteristiche e attività di APT44
APT44 è un gruppo avanzato di minaccia persistente (APT) che ha mostrato una capacità notevole e una tolleranza al rischio elevata nei suoi sforzi per supportare la politica estera russa. L’ampio mandato di questo gruppo lo rende una minaccia imprevedibile, pronta a colpire a breve termine ovunque i suoi obiettivi si allineino agli interessi nazionali russi.
Rischio di proliferazione di nuove tecniche
Le continue innovazioni di APT44 nell’uso di capacità cyber distruttive hanno potenzialmente abbassato la barriera all’ingresso per altri attori statali e non statali interessati a sviluppare i propri programmi di attacco informatico. Questo rischio di proliferazione è una preoccupazione crescente, poiché potrebbe portare a un aumento globale di attacchi cyber sofisticati e distruttivi.
Protezione e Azioni della Comunità
La ricerca di Google ha portato all’identificazione di varie misure per proteggere gli utenti e la comunità più ampia:
- Protezione attraverso Google’s Threat Analysis Group (TAG): I risultati della ricerca migliorano la sicurezza dei prodotti di Google.
- Aggiunte a Safe Browsing: I siti e i domini identificati sono stati aggiunti per proteggere gli utenti da ulteriori sfruttamenti.
- Allerte per attacchi supportati dal governo: Gli utenti di Gmail e Workspace coinvolti ricevono notifiche.
- Programmi di notifica delle vittime: Dove possibile, le vittime vengono informate tramite programmi dedicati.
- Risorse di VirusTotal: Una collezione di indicatori di compromissione legati ad APT44 è disponibile per gli utenti registrati.
Il continuo impegno di APT44 nel campo del cyber sabotage rappresenta una delle minacce più severe e pervasive a livello globale. È essenziale che la comunità internazionale rimanga vigile e preparata a fronteggiare le sfide poste da gruppi come Sandworm, specialmente in contesti geopolitici delicati.
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Miner di criptovalute arrestato per aver evaso pagamenti di Server Cloud per 3,5 Milioni di Dollari
Tempo di lettura: 2 minuti. Un miner di criptovalute è stato arrestato per aver evaso pagamenti per 3,5 milioni di dollari in servizi di server cloud
Charles O. Parks III, noto anche come “CP3O”, è stato arrestato e accusato di aver utilizzato server cloud noleggiati per minare criptovalute, causando un debito di 3,5 milioni di dollari con due fornitori di servizi cloud, senza mai saldare i conti.
Dettagli del caso
Parks ha ideato un sistema ingegnoso creando identità aziendali fittizie, come “MultiMillionaire LLC” e “CP30 LLC”, per aprire numerosi account presso fornitori di servizi cloud, ottenendo così accesso a una potenza computazionale significativa. Anche se il Dipartimento di Giustizia (DOJ) non ha nominato esplicitamente i fornitori coinvolti, le indicazioni geografiche suggeriscono che si tratti di Amazon e Microsoft, situati rispettivamente a Seattle e Redmond, Washington.
Metodologia e abuso
Utilizzando questi account, Parks è riuscito a ottenere l’accesso a server dotati di potenti schede grafiche, essenziali per il mining di criptovalute come Ether (ETH), Litecoin (LTC) e Monero (XMR). Ha lanciato decine di migliaia di queste istanze di server, utilizzando software di mining e strumenti per massimizzare l’efficienza energetica e monitorare l’attività di mining in varie pool.
Riciclaggio e lifestyle
Le criptovalute estratte venivano poi riciclate acquistando token non fungibili (NFT), convertendole e trasferendole su varie piattaforme di scambio di criptovalute, o attraverso pagamenti online e conti bancari tradizionali. I proventi, convertiti in dollari, erano utilizzati da Parks per finanziare uno stile di vita lussuoso, includendo viaggi in prima classe e l’acquisto di articoli di lusso e auto.
Implicazioni legali e prevenzione
Parks è stato arrestato il 13 aprile 2024 nel Nebraska, con una prima udienza programmata il giorno successivo in un tribunale federale di Omaha. L’imputazione include accuse di frode informatica, riciclaggio di denaro e transazioni monetarie illegali, con una pena massima prevista di 30 anni di prigione. Il caso evidenzia anche l’importanza per i fornitori di servizi cloud di adottare misure più rigorose per verificare l’identità degli utenti, stabilire limiti di uso per i nuovi account e migliorare i sistemi di rilevamento delle anomalie per minimizzare le perdite.
Questo caso di cryptojacking sottolinea la necessità di una vigilanza continua e di politiche più severe da parte dei fornitori di servizi cloud per prevenire abusi simili, proteggendo così l’integrità dei loro servizi e dei loro clienti.
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USA, arrestata per un’accusa di Sextortion da 1,7 Milioni di Dollari
Tempo di lettura: 2 minuti. Una donna del Delaware è stata arrestata per aver preso di mira giovani ragazzi in uno schema di sextortion che ha fruttato 1,7 milioni
Una donna del Delaware, Hadja Kone, è stata arrestata per il suo presunto coinvolgimento in un vasto schema internazionale di sextortion che ha mirato a giovani maschi, guadagnando circa 1,7 milioni di dollari tramite estorsioni. Questo caso sottolinea la crescente problematica della sextortion su Internet, che colpisce migliaia di giovani in tutto il mondo.
Dettagli del caso
Hadja Kone, 28 anni, è stata collegata a un’operazione che mirava principalmente a giovani uomini e minori negli Stati Uniti, Canada e Regno Unito. I truffatori si fingevano giovani donne attraenti online, iniziando conversazioni con le vittime e invogliandole a partecipare a sessioni di video chat dal vivo, durante le quali venivano registrate segretamente. Successivamente, le vittime venivano minacciate di diffondere i video a meno che non pagassero somme di denaro, generalmente tramite Cash App o Apple Pay.
Implicazioni Legali e Risposta delle Autorità
Kone e i suoi co-conspiratori sono accusati di cyberstalking, minacce interstatali, riciclaggio di denaro e frode via cavo. Siaka Ouattara, un altro presunto co-conspiratore di 22 anni dalla Costa d’Avorio, è stato arrestato dalle autorità ivoriane a febbraio. Se condannati, entrambi potrebbero affrontare fino a 20 anni di prigione per ciascun capo di imputazione.
Preoccupazioni crescenti e misure di prevenzione
Questo caso rientra in una tendenza allarmante di aumento dei casi di sextortion, specialmente tra i minori. Nel gennaio 2024, il FBI ha lanciato un avvertimento sulla crescente minaccia di sextortion, sottolineando che i giovani maschi di età compresa tra 14 e 17 anni sono particolarmente a rischio, ma qualsiasi bambino può diventare vittima. Piattaforme come Instagram e Snapchat hanno iniziato a implementare nuove protezioni e risorse educative per combattere la sextortion e proteggere i giovani utenti.
Il caso di Hadja Kone evidenzia l’importanza di una maggiore consapevolezza e educazione sulle pratiche di sicurezza online. Le piattaforme social stanno rispondendo con nuove misure, ma è essenziale che i genitori, gli educatori e i giovani stessi siano informati sui segni di avvertimento e sulle strategie di prevenzione della sextortion
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