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Sicurezza Informatica

Il Giappone intende aumentare il personale addetto alla cyberdifesa a 5.000 unità entro l’anno fiscale 2027

Tempo di lettura: < 1 minuto. Il Ministero della Difesa giapponese sta pianificando di quintuplicare il personale addetto alla difesa cibernetica, portandolo a 5.000 unità entro l’anno fiscale 2027, in risposta ai crescenti sforzi compiuti dalla Cina e da altri Paesi per rafforzare le proprie capacità di guerra cibernetica, ha dichiarato una fonte a conoscenza della questione.

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Il ministero intende espandere il suo “personale di base” per affrontare i cyberattacchi, compresi quelli dell’unità di difesa informatica recentemente lanciata dalle Forze di autodifesa, a circa 890 unità nell’anno fiscale 2022 e a 4.000-5.000 unità entro l’anno fiscale 2027, ha detto la fonte. L’SDF ha creato la nuova unità con 540 membri e le SDF terrestri, marittime e aeree hanno le loro operazioni di cybersecurity. Il governo intende rivedere le linee guida per la difesa entro la fine dell’anno in base al rapido cambiamento del contesto di sicurezza, come le crescenti tensioni attraverso lo Stretto di Taiwan. Il nuovo piano del personale farà parte della revisione di tre documenti ufficiali, tra cui la Strategia di sicurezza nazionale, ha detto la fonte. Rispetto a Paesi come Russia, Cina e Corea del Nord, il Giappone è in ritardo nello sviluppo di talenti nel campo della cybersicurezza e nell’espansione del personale. I recenti attacchi informatici di alto profilo hanno incluso un assalto su larga scala all’Ucraina da parte di gruppi di hacker russi prima dell’invasione del paese vicino. Il libro bianco del ministero per il 2022 afferma che la Cina ha un personale per la guerra informatica di 175.000 persone, di cui 30.000 specializzate in capacità di attacco informatico, mentre la Corea del Nord ha 6.800 persone che conducono le attività. La polizia ha dichiarato nell’aprile 2021 che i cyberattacchi hanno colpito circa 200 istituzioni in Giappone, tra cui l’agenzia spaziale del Paese, e ha concluso che la Cina era molto probabilmente coinvolta.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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