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Il gioco porno che rende i pc zombie e pronti a sferrare attacchi DDOS

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Un bot IRC (Internet Relay Chat) programmato in GoLang viene utilizzato per lanciare attacchi DDoS (Distributed Denial-of-Service) rivolti agli utenti in Corea.

Il malware viene distribuito con il pretesto di giochi per adulti“, hanno affermato i ricercatori del Security Emergency-response Center (ASEC) di AhnLab in un nuovo rapporto pubblicato mercoledì. “Inoltre, il malware DDoS è stato installato tramite downloader ed è stato utilizzato UDP RAT .”

L’attacco funziona caricando i giochi legati al malware su webhards, che fa riferimento a un cloud o a un servizio di file hosting remoto, sotto forma di archivi ZIP compressi che, una volta aperti, includono un eseguibile (“Game_Open.exe“) che include la funzione di eseguire un payload di malware oltre all’avvio del gioco vero e proprio.

Il payload, un downloader basato su GoLang, stabilisce connessioni con un server di comando e controllo (C&C) remoto per recuperare malware aggiuntivo, incluso un bot IRC in grado di eseguire attacchi DDoS.

Dopo il malware che veniva proposto attraverso l’anteprima dell’ultimo film di Spiderman, esce fuori un’altra strategia ancora più fine, se consideriamo che si propone ad un pubblico adulto un gioco erotico che, una volta eseguito, è visibile agli occhi dei soggetti interessati. A differenza del primo caso, dove la finalità era quella di minare i Monero, qui si rende schiavio o zombie il pc, che, se messo insieme ad altri dispositivi infettati con la stessa procedura, crea quella che in gergo si chiama botnet. Il fine può essere duplice e precisamente quello di sferrare attacchi Ddos in simultanea oppure per essere venduta a chi ha un interesse simile o addirittura quello di infettare i dispositivi per poi chiederne un riscatto, essendo stato utilizzato come veicolo un Remote Access Trojan.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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