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Sicurezza Informatica

India, Diffondevano fake news su Agnipath: chiusi 35 gruppi WhatsApp

Tempo di lettura: 2 minuti. Gli arrestati hanno fomentato le rivolte che hanno provocato incendi su vagoni ferroviari

Tempo di lettura: 2 minuti.

L’India ha vietato 35 gruppi WhatsApp per aver diffuso notizie false sul progetto Agnipath e sugli Agniveers, ha dichiarato il Ministero degli Affari interni. Almeno dieci persone sono state arrestate con l’accusa di diffusione di voci e organizzazione di proteste.

Il Ministero dell’Interno indiano ha anche emesso un numero 8799711259 per il fact-checking di WhatsApp. Il giro di vite arriva in seguito alle segnalazioni di piattaforme di social media, in particolare WhatsApp, utilizzate per mobilitare le proteste in Stati come il Bihar, dove si sono verificati episodi di incendio di vagoni ferroviari.

Il 17 giugno, il governo del Bihar, sospendendo i servizi internet in 12 distretti fino a domenica, aveva dichiarato che internet veniva usato per trasmettere contenuti discutibili al fine di diffondere voci con l’intento di istigare l’opinione pubblica e causare danni alla vita e alla proprietà.

L’amministrazione distrettuale di Patna ha anche affermato che le informazioni raccolte dai telefoni cellulari dei manifestanti arrestati indicavano il ruolo dei centri di formazione.

La polizia di Telangana ha arrestato il proprietario di un istituto di coaching nella città di Narasaraopet, nel distretto di Palnadu, in Andhra Pradesh, per aver presumibilmente istigato i giovani a partecipare alle proteste contro il programma Agnipath. Il proprietario dell’istituto di formazione arrestato, Avula Subba Rao, è accusato di aver creato un gruppo WhatsApp chiamato Hakimpet Army Soldiers, composto da centinaia di aspiranti militari. Su questo gruppo, avrebbe inviato messaggi a tutti i membri chiedendo loro di partecipare alle proteste.

In mezzo alle proteste, il Centro ha chiarito che non ci sarà alcuna revoca del programma Agnipath per il reclutamento nelle forze armate per un periodo di quattro anni. Per quanto riguarda la questione degli atti di vandalismo e degli incendi dolosi, il ministero della Difesa ha dichiarato che coloro che sono accusati di proteste violente non saranno reclutati. Gli aspiranti dovranno presentare un impegno scritto in cui dichiarano di non aver preso parte alle proteste. L’impegno sarà verificato dalla polizia.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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