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Sicurezza Informatica

Internet non è gratis e nemmeno libero: 2022 anno nero per la rete

Tempo di lettura: 2 minuti. Oltre ai danni economici, la “chiusura” delle connessioni è uno strumento per restringere la libertà di opinione

Tempo di lettura: 2 minuti.

Dalle chiusure di Internet ai blocchi dei social media e alle gravi strozzature, gli utenti di Internet di tutto il mondo ricorderanno probabilmente il 2022 come un anno costoso sia per i diritti digitali che per i profitti.

Finora sono già stati segnalati 54 blackout di Internet in 16 Paesi. Un totale di oltre 19.000 ore di inattività è costato all’economia globale più di 10 miliardi di dollari, secondo i dati di Top10VPN. Si tratta delle maggiori perdite legate alle interruzioni di Internet mai registrate.

Anche se, come spiega Top10VPN nel suo rapporto: “Questo danno è sia diretto, in termini di costi economici e umani, sia indiretto, in quanto costringe le persone a utilizzare VPN non sicure per cercare di aggirare le restrizioni imposte loro“.

Oltre a perturbare il commercio della maggior parte delle aziende che si basano sulle tecnologie digitali, le interruzioni di Internet possono spaventare i nuovi investimenti e ostacolare la crescita economica di un paese. Secondo l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite, questi shock economici esacerbano notevolmente le disuguaglianze economiche sociali preesistenti.

In seguito all’invasione dell’Ucraina, il Cremlino ha prima limitato e poi completamente bloccato l’accesso a Instagram, Facebook e Twitter. Le autorità russe hanno anche censurato i principali siti di notizie internazionali nel tentativo di impedire la diffusione di notizie di guerra all’interno del Paese.

Come generalmente accade in questi casi, i download di VPN sono saliti alle stelle in Russia e Ucraina dall’inizio del conflitto.

In seconda posizione troviamo il Myanmar. Con circa 8.800 ore di blackout, il Paese ha sperimentato il più lungo arresto di Internet fino ad oggi. Inoltre, la giunta militare sta persino cercando di criminalizzare le VPN per impedire agli utenti di aggirare le restrizioni.

Il costo approssimativo per il Kazakistan è di oltre 410 milioni di dollari, dove le autorità hanno tagliato l’accesso al web a gennaio durante le proteste antigovernative di massa in tutto il Paese. L’Iran segue a ruota con oltre 190 milioni di dollari di perdite, con un impatto su quasi 72 milioni di persone.

Più di recente, Sudan e Uzbekistan hanno subito gravi interruzioni della rete tra la fine di giugno e l’inizio di luglio.


Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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