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Israele: non è stato usato Pegasus a tappeto sulla popolazione

Tempo di lettura: 2 minuti. La Polizia di Israele ha dichiarato che il rapporto conferma che in tutti i casi ha operato in base a mandati emessi dal tribunale.

Tempo di lettura: 2 minuti.

Un’indagine guidata dal vice procuratore generale Amit Marari non ha trovato alcuna prova che la polizia israeliana abbia usato Saifan, una versione più debole del software di spionaggio Pegasus del gruppo NSO, per violare i telefoni senza mandato del tribunale, come sostenuto a febbraio dal quotidiano israeliano “Calcalist“. L’inchiesta non ha trovato alcuna prova di un altro uso del software di spionaggio NSO da parte della polizia senza un mandato.

L’indagine, con l’assistenza di esperti di tecnologia, ha esaminato se alcuni dei personaggi elencati da “Calcalist” avessero violato i loro telefoni con Saifan della NSO senza un mandato. L’affermazione è risultata completamente infondata.

L’indagine rileva che la polizia ha usato il software di spionaggio di NSO solo in presenza di un mandato

Tuttavia, il rapporto dell’indagine ha confermato l’uso del software di spionaggio da parte della polizia israeliana e ha concluso che ci sono difficoltà legali nell’usare un software così invasivo senza modificare la legislazione esistente. Il rapporto critica anche la condotta scorretta della polizia nell’utilizzo del software e raccomanda che sarebbe più opportuno che la polizia fornisse maggiori dettagli ai tribunali quando richiede l’ordine di utilizzare il software spia, per evitare che i giudici abbiano l’impressione che si tratti di intercettazioni telefoniche di routine.

Il rapporto ha anche rilevato che la polizia ha raccolto una quantità eccessiva di dati dal photo hacking, che è andata oltre l’ordine del tribunale ricevuto, anche se ciò è avvenuto “automaticamente” e i dati superflui non sono stati utilizzati in alcuna capacità investigativa. Il rapporto raccomanda alla polizia di adattare il software in modo da non estrarre informazioni superflue.

Calcalist ha dichiarato: “Il rapporto conferma i principali risultati di una serie di indagini che abbiamo pubblicato. Per otto anni, la polizia ha nascosto l’uso del software spia invasivo al pubblico, al Procuratore di Stato, al Procuratore Generale e ai giudici dei tribunali. Calcalist è orgoglioso di aver smascherato l’uso nascosto dello spyware, senza una legislazione, una supervisione e un controllo dovuti“.


Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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