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La polizia greca fa irruzione negli uffici del venditore di spyware israeliano

Tempo di lettura: 2 minuti. La Grecia risponde allo scandalo di spionaggio ai danni del capo dell’opposizione

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La polizia greca ha fatto irruzione negli uffici di Atene della società che vende nel Paese il software spia Predator, di produzione israeliana, che sarebbe stato utilizzato in vaste operazioni di sorveglianza da parte dei servizi segreti greci, hanno riferito martedì i media locali. Gli uffici di Intellexa e Krikel, un fornitore di tecnologie dell’informazione e della comunicazione e di sistemi di sicurezza elettronica, sono stati tra le sei aziende perquisite dalla polizia nella capitale, secondo il quotidiano Kathimerini. I procuratori che hanno ordinato i raid hanno agito sulla base di prove e documenti emersi negli ultimi giorni, tra cui quelli riportati dal giornale Documento di domenica, che ha recentemente pubblicato documenti che mostrano che decine di ministri in carica, alti generali, uomini d’affari e giornalisti erano sotto sorveglianza, secondo il quotidiano. “È inoltre emerso che i pubblici ministeri hanno presentato richieste ufficiali di documenti al Servizio nazionale di intelligence (EYP) per confermare le notizie riportate dai media secondo cui importanti figure pubbliche, come il capo dello Stato maggiore della Difesa nazionale ellenica Konstantinos Floros, erano sotto sorveglianza”.

Scandalo della sorveglianza

L’8 agosto, il primo ministro Kyriakos Mitsotakis ha riconosciuto che il politico dell’opposizione Nikos Androulakis è stato intercettato dall’agenzia di intelligence greca, ma ha negato di essere a conoscenza dell’operazione. Lo scandalo è emerso per la prima volta il 4 agosto, quando Panagiotis Kontoleon, allora capo del Servizio nazionale di intelligence (EYP), ha dichiarato a una commissione parlamentare che l’agenzia di intelligence aveva spiato il giornalista finanziario Thanasis Koukakis. Il 5 agosto, Kontoleon e il segretario generale dell’ufficio del primo ministro, Grigoris Dimitriadis, si sono dimessi. Un’indagine parlamentare è stata avviata dopo che Androulakis ha denunciato ai pubblici ministeri un tentativo di hackeraggio del suo cellulare con il software spia Predator. In precedenza, il 6 novembre Documento ha pubblicato un elenco di 33 persone che sarebbero state spiate dal PEG su ordine diretto di Dimitriadis, tra cui il ministro degli Esteri Nikos Dendias, il vice ministro della Difesa Nikolaos Chardalias, il ministro dello Sviluppo Adonis Georgiadis, il ministro del Lavoro Kostis Hatzidakis, il ministro delle Finanze Christos Staikouras, l’ex primo ministro Antonis Samaras, l’ex ministro dell’Ordine pubblico Michalis Chrysochoidis e l’ex consigliere per la Sicurezza nazionale Alexandros Diakopoulos. Lo stesso quotidiano ha affermato il 3 dicembre che il PEG, che opera direttamente sotto Mitsotakis, ha intercettato anche il Capo di Stato Maggiore Konstantinos Floros, il Capo delle Forze terrestri Charalambos Lalousis e il Direttore Generale degli Investimenti e degli Armamenti della Difesa Thodoris Lagios. I partiti di opposizione hanno incolpato Mitsotakis dello scandalo e hanno chiesto al suo governo di indire elezioni lampo, cosa che lui rifiuta. La Commissione europea e il Parlamento europeo stanno seguendo da vicino gli sviluppi dello scandalo.

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Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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