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L’abuso di Interpol da parte di Russia e Cina potrebbe causare danni irreparabili

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L’abuso del sistema dei Red Notices di Interpol da parte di Russia e Cina sta mettendo a rischio la reputazione e l’efficacia dell’organizzazione internazionale. L’uso di questo strumento da parte di regimi autoritari per colpire i loro avversari all’estero sta diventando sempre più preoccupante.

Il funzionamento dei Red Notices e l’abuso da parte di Russia e Cina

Interpol non è una forza di polizia internazionale, ma un’organizzazione che condivide informazioni tra le forze di polizia di tutto il mondo attraverso il sistema dei Red Notices. Questo sistema, tuttavia, è stato abusato da regimi repressivi come Russia e Cina, che lo utilizzano per attaccare i loro oppositori all’estero e esercitare pressioni su di loro.

L’insegnamento della Russia alla Cina sull’abuso del sistema

La Russia è stata la prima ad abusare del sistema dei Red Notices e ne è diventata il principale utilizzatore, con il 38% di tutti i Red Notices emessi. La Cina, seguendo l’esempio della Russia, sta utilizzando sempre più il sistema dei Red Notices come parte del suo sinistro programma “persuasion to return” e come strumento di repressione transnazionale.

Gli Uiguri pagano un prezzo elevato

La Cina ha usato sempre più spesso il sistema dei Red Notices per colpire gli attivisti uiguri. Anche se alcuni di loro, come Dolkun Isa, ex leader del Congresso Mondiale degli Uiguri, sono riusciti a cancellare i Red Notices emessi dalla Cina, il processo può essere lungo e complicato.

La necessità di riformare Interpol

La reputazione di Interpol è stata gravemente danneggiata negli ultimi anni a causa di vari scandali e l’elezione di figure controverse alla presidenza dell’organizzazione. È fondamentale chiedere una riforma di Interpol e sollecitare i paesi democratici, che forniscono gran parte del finanziamento dell’organizzazione, a prendere una posizione e imporre una riforma al sistema attualmente abusato.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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