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Meta trionfa in tribunale: giudice respinge causa sulla privacy

Tempo di lettura: 2 minuti. Meta esce vittoriosa da una causa legale sulla privacy.

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Meta, l’azienda precedentemente conosciuta come Facebook, ha ottenuto una vittoria significativa in tribunale. Un giudice ha archiviato la causa sulla privacy intentata contro Meta dal procuratore generale di Washington, DC.

Specifiche della causa

La causa era stata presentata in seguito alle accuse secondo le quali le politiche sulla privacy “lasse” di Meta avrebbero portato allo scandalo di Cambridge Analytica, come riportato in precedenza dal New York Times. Tuttavia, il giudice Maurice A. Ross della Corte Superiore ha stabilito che “Facebook non ha ingannato materialmente i consumatori riguardo alla loro risposta a Cambridge Analytica”.

Il procuratore generale Karl Racine aveva inizialmente presentato una causa contro Facebook nel 2018, pochi mesi dopo che erano emerse notizie secondo le quali la società di consulenza britannica Cambridge Analytica aveva raccolto i dati di milioni di utenti sulla piattaforma. Racine aveva accusato Facebook di aver ingannato gli utenti riguardo alla quantità di informazioni che le app di terze parti possono ottenere dagli utenti. In seguito, Racine aveva affermato che il CEO di Meta, Mark Zuckerberg, era “direttamente responsabile” delle politiche sulla privacy della rete che avevano portato alla fuga di dati.

Esame della decisione del giudice

Nella sua decisione, tuttavia, il giudice Ross sostiene che Meta ha preso “una serie di azioni di contrasto” contro l’app di terze parti in questione, ha ordinato di eliminare i dati che aveva sugli utenti e ha avviato un’indagine. “Sebbene il Distretto possa non essere d’accordo con l’approccio di Facebook alla situazione, non esiste una base legale che richiedesse a Facebook di agire diversamente”, si legge nella sentenza. “Le azioni intraprese da Facebook erano coerenti con le sue politiche dichiarate”.

Lo scandalo di Cambridge Analytica non solo ha aumentato lo scrutinio intorno a Meta e alle sue politiche sulla privacy, ma ha anche portato a una serie di multe e cause legali contro l’azienda. Nel 2019, la Federal Trade Commission ha inflitto a Facebook una multa di 5 miliardi di dollari, mentre Meta ha accettato di pagare 725 milioni di dollari agli utenti colpiti dallo scandalo come parte di una class action.

Risposte e reazioni alla sentenza

“Non siamo d’accordo con la decisione del tribunale e stiamo considerando tutte le nostre opzioni”, ha dichiarato Gabriel Shoglow-Rubenstein, il portavoce dell’ufficio del procuratore generale di DC, in una dichiarazione a The Verge. Meta ha rifiutato di commentare.

Fonte: The Verge

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