Notizie
Metoo in Cina. Tennista denuncia molestie, sparisce e ricompare sui social. Deep fake?
Una tennista denuncia un caso di molestie e sparisce dalla circolazione. E’ accaduto in Cina dove la tennista Peng Shuai ha pubblicato un post, due settimane fa circa, nel quale denunciava un nuovo caso meetoo in salsa orientale a causa delle molestie ricevute dall’ex vicepremier Zhang Gaoli.
Chi è Peng Shuai
Un tennista cinese alta 1,77 cm esperta di doppio, di cui è stata ex numero uno del mondo vinto insieme alla sua compagna Su-Wei Hsieh conquistando due titoli del Grande Slam. Nella giocata singolare, il suo massimo risultato invece è stato raggiungere la semifinale del 2014 agli US Open.
Chi è Zhang Gaoli
Zhang Gaoli, classe 1946, è un politico cinese in pensione. È stato vicepresidente anziano della Repubblica Popolare Cinese tra il 2013 e il 2018 e membro del Comitato permanente del più alto consiglio di governo della Cina tra il 2012 e il 2017. La sua carriera politica è terminata nel 2018 dopo anni di militanza negli alti ranghi del partito cinese.
La denuncia di molestie sessuali
Il 2 novembre 2021 Peng Shuai ha pubblicato sul più importante social media cinese, Weibo, un’accusa di violenza sessuale ai danni del politico influente. Violenze che secondo la tennista sono iniziate nel 2011 senza spiegare le circostanze. La violenza si è ripetuta nel 2018 dove lei e Zhang si sarebbero incontrati di nuovo a casa del politico ed anche lì sarebbe stata costretta a fare sesso con una guardia del corpo che vigilava fuori la porta della camera da letto.
La censura, la sparizione e la ricomparsa
Il post social dove la donna ha dichiarato di aver ricevuto violenze è stato censurato all’incirca un’ora dopo la sua pubblicazione e per due settimane non si è saputo niente della tennista, facendo preoccupare l’organizzazione mondiale tennistica. Tanti gli appelli in favore di maggiore chiarezza sulle sorti della tennista che per prima ha sollevato un problema di molestie sessuali avvenute all’interno di un organo politico così influente come il Partito Comunista Cinese e questa azione di oscuramento preventivo effettuato dal Governo attraverso il suo social network ha suscitato forte preoccupazione per le sorti della donna nonostante le rassicurazioni del portavoce del Ministero degli Esteri Wang Webin il giorno 3 novembre, subito dopo il caso, che ha escluso a priori un problema di natura diplomatica. Nel mentre si sollevava il caso attraverso la voce dei tennisti più famosi del globo, al grido dell’hashtag #whereispengshuai, seppur non sia visibile in territorio cinese per via dell’assenza di Facebook, a cui ha fatto seguito la minaccia di sospensione di tutti i tornei Atp in Cina fino a notizie rassicuranti sullo stato di salute della tennista scomparsa. Come per magia, l’atleta è ricomparsa sorridente in una stanza piena di peluche come pubblicato su Twitter da un giornalista della tv di stato cinese.
Uno scatto che non ha convinto i fan e le autorità internazionali.
Social usati per censura e propaganda
La Cina non è nota per essere una repubblica democratica ed incarna appieno lo spirito di gestione militare dei social media che in un modo o nell’altro avviene in tutto il mondo. Il fatto che usi un suo social network nazionale è sintomo di una attività di controllo costante in rete dove chi sbaglia viene intercettato e messo in punizione secondo il tenore spietato della legge cinese che prevede ancora la pena di morte per il compimento di alcuni reati. All’interno del social, però, c’è anche una attività di propaganda costante che viene svolta per rassicurare o ideologizzare il pubblico della nazione ed è qui che si annidano quelli che potremmo definire contenuti sofisticati del Governo come potrebbe essere avvenuto nel caso della foto di Peng Shuai considerata fake. La sospensione dalla vita sociale dei dissidenti di alto profilo in Cina attraverso la sparizione improvvisa è un fatto ormai noto e che non desta preoccupazione ai massimi rappresentati politici, che sono stati in grado di togliere di mezzo il ceo della Amazon d’oriente Jack Ma. I social network rappresentano il più grande campo di visibilità e controllo anche nei paesi democratici, ma la differenza con l’universo cinese, e anche russo, sta proprio nel fatto che nei due paesi i dati degli utenti sono sotto un sovranismo statale che consente il monitoraggio costante dell’attività di tutta la popolazione ed è quindi più facile imporre il proprio controllo sullo spazio cibernetico delle piazze virtuali del paese. Questo rappresenta lato negativo del sovranismo digitale, seppur nei casi di sicurezza interna sia quello più sicuro, acui si aggiunge la possibilità di poter intervenire in tempo dinanzi ad azioni potenzialmente rischiose, cosa che in Italia, ad esempio, viene puntualmente non concessa dalle autorità giuridiche americane, che ostacolano la maggior parte delle indagini su eventuali reati commessi attraverso l’utilizzo dei social tranne che per materie di sicurezza internazionale come il terrorismo o il contrasto alla pedopornografia.
Notizie
Kapeka: nuova backdoor di Sandworm per l’Est Europa
Tempo di lettura: 3 minuti. Kapeka, nuova backdoor utilizzata da Sandworm in attacchi all’Europa orientale, con capacità avanzate di controllo e flessibilità operativa.
Una nuovo backdoor denominata “Kapeka” è stato individuato mentre veniva impiegato in attacchi mirati contro l’Europa orientale, inclusi Estonia e Ucraina. Questo malware, sviluppato dal gruppo di minaccia persistente avanzato (APT) collegato alla Russia, noto come Sandworm, ha mostrato capacità estremamente sofisticate nell’esecuzione di cyber-attacchi, secondo un rapporto di WithSecure.
Caratteristiche del Backdoor Kapeka
Kapeka è una backdoor flessibile scritta in C++ e confezionato come una DLL di Windows. È progettato per mascherarsi da componente aggiuntivo di Microsoft Word per sembrare legittimo e evitare il rilevamento. Il malware è dotato di una configurazione di comando e controllo (C2) incorporata che stabilisce contatti con server controllati dall’attaccante e ottiene istruzioni su come procedere.
Funzionalità del malware
Le funzionalità di Kapeka includono la capacità di leggere e scrivere file, lanciare payload, eseguire comandi shell e persino aggiornare o disinstallare se stesso. Utilizza l’interfaccia COM di WinHttp 5.1 per la comunicazione di rete e impiega il formato JSON per inviare e ricevere dati dal suo server C2. Il backdoor può anche aggiornare la propria configurazione C2 “al volo”, ricevendo una nuova versione dal server C2 durante il polling.
Metodi di propagazione e associazioni
La modalità esatta di propagazione di Kapeka non è ancora stata pienamente identificata, ma le analisi indicano che il dropper del malware viene recuperato da siti web compromessi utilizzando il comando certutil, un esempio di utilizzo di binari legittimi per eseguire attacchi (LOLBin). Kapeka è stato collegato a precedenti famiglie di malware come GreyEnergy e Prestige, suggerendo che potrebbe essere un successore di quest’ultimo, usato in intrusioni che hanno portato al dispiegamento del ransomware Prestige alla fine del 2022.
Implicazioni e significato
L’uso di Kapeka in operazioni di intrusione dimostra un’attività di livello APT, con un alto grado di stealth e sofisticazione, tipico di attacchi attribuibili a origini russe. La sua vittimologia sporadica e il targeting di specifiche regioni geopoliticamente sensibili come l’Europa orientale, evidenziano l’uso strategico di questo malware in operazioni di cyber spionaggio o sabotaggio.
Il backdoor Kapeka rappresenta una minaccia significativa per la sicurezza delle informazioni nelle aree colpite. Le organizzazioni in regioni potenzialmente a rischio dovrebbero rafforzare le loro difese e monitorare attivamente per rilevare segni di questo malware sofisticato, adottando misure proattive per proteggere i loro sistemi dagli attacchi.
APT44: pericolo globale del gruppo Sandworm
APT44, noto anche come Sandworm, è una delle unità di sabotaggio informatico più pericolose, attiva nell’ambito dei conflitti geopolitici a favore degli interessi russi. Questo gruppo è associato a numerosi attacchi di alto profilo e continua a rappresentare una minaccia elevata per governi e operatori di infrastrutture critiche a livello mondiale.
Caratteristiche e attività di APT44
APT44 è un gruppo avanzato di minaccia persistente (APT) che ha mostrato una capacità notevole e una tolleranza al rischio elevata nei suoi sforzi per supportare la politica estera russa. L’ampio mandato di questo gruppo lo rende una minaccia imprevedibile, pronta a colpire a breve termine ovunque i suoi obiettivi si allineino agli interessi nazionali russi.
Rischio di proliferazione di nuove tecniche
Le continue innovazioni di APT44 nell’uso di capacità cyber distruttive hanno potenzialmente abbassato la barriera all’ingresso per altri attori statali e non statali interessati a sviluppare i propri programmi di attacco informatico. Questo rischio di proliferazione è una preoccupazione crescente, poiché potrebbe portare a un aumento globale di attacchi cyber sofisticati e distruttivi.
Protezione e Azioni della Comunità
La ricerca di Google ha portato all’identificazione di varie misure per proteggere gli utenti e la comunità più ampia:
- Protezione attraverso Google’s Threat Analysis Group (TAG): I risultati della ricerca migliorano la sicurezza dei prodotti di Google.
- Aggiunte a Safe Browsing: I siti e i domini identificati sono stati aggiunti per proteggere gli utenti da ulteriori sfruttamenti.
- Allerte per attacchi supportati dal governo: Gli utenti di Gmail e Workspace coinvolti ricevono notifiche.
- Programmi di notifica delle vittime: Dove possibile, le vittime vengono informate tramite programmi dedicati.
- Risorse di VirusTotal: Una collezione di indicatori di compromissione legati ad APT44 è disponibile per gli utenti registrati.
Il continuo impegno di APT44 nel campo del cyber sabotage rappresenta una delle minacce più severe e pervasive a livello globale. È essenziale che la comunità internazionale rimanga vigile e preparata a fronteggiare le sfide poste da gruppi come Sandworm, specialmente in contesti geopolitici delicati.
Notizie
Miner di criptovalute arrestato per aver evaso pagamenti di Server Cloud per 3,5 Milioni di Dollari
Tempo di lettura: 2 minuti. Un miner di criptovalute è stato arrestato per aver evaso pagamenti per 3,5 milioni di dollari in servizi di server cloud
Charles O. Parks III, noto anche come “CP3O”, è stato arrestato e accusato di aver utilizzato server cloud noleggiati per minare criptovalute, causando un debito di 3,5 milioni di dollari con due fornitori di servizi cloud, senza mai saldare i conti.
Dettagli del caso
Parks ha ideato un sistema ingegnoso creando identità aziendali fittizie, come “MultiMillionaire LLC” e “CP30 LLC”, per aprire numerosi account presso fornitori di servizi cloud, ottenendo così accesso a una potenza computazionale significativa. Anche se il Dipartimento di Giustizia (DOJ) non ha nominato esplicitamente i fornitori coinvolti, le indicazioni geografiche suggeriscono che si tratti di Amazon e Microsoft, situati rispettivamente a Seattle e Redmond, Washington.
Metodologia e abuso
Utilizzando questi account, Parks è riuscito a ottenere l’accesso a server dotati di potenti schede grafiche, essenziali per il mining di criptovalute come Ether (ETH), Litecoin (LTC) e Monero (XMR). Ha lanciato decine di migliaia di queste istanze di server, utilizzando software di mining e strumenti per massimizzare l’efficienza energetica e monitorare l’attività di mining in varie pool.
Riciclaggio e lifestyle
Le criptovalute estratte venivano poi riciclate acquistando token non fungibili (NFT), convertendole e trasferendole su varie piattaforme di scambio di criptovalute, o attraverso pagamenti online e conti bancari tradizionali. I proventi, convertiti in dollari, erano utilizzati da Parks per finanziare uno stile di vita lussuoso, includendo viaggi in prima classe e l’acquisto di articoli di lusso e auto.
Implicazioni legali e prevenzione
Parks è stato arrestato il 13 aprile 2024 nel Nebraska, con una prima udienza programmata il giorno successivo in un tribunale federale di Omaha. L’imputazione include accuse di frode informatica, riciclaggio di denaro e transazioni monetarie illegali, con una pena massima prevista di 30 anni di prigione. Il caso evidenzia anche l’importanza per i fornitori di servizi cloud di adottare misure più rigorose per verificare l’identità degli utenti, stabilire limiti di uso per i nuovi account e migliorare i sistemi di rilevamento delle anomalie per minimizzare le perdite.
Questo caso di cryptojacking sottolinea la necessità di una vigilanza continua e di politiche più severe da parte dei fornitori di servizi cloud per prevenire abusi simili, proteggendo così l’integrità dei loro servizi e dei loro clienti.
Notizie
USA, arrestata per un’accusa di Sextortion da 1,7 Milioni di Dollari
Tempo di lettura: 2 minuti. Una donna del Delaware è stata arrestata per aver preso di mira giovani ragazzi in uno schema di sextortion che ha fruttato 1,7 milioni
Una donna del Delaware, Hadja Kone, è stata arrestata per il suo presunto coinvolgimento in un vasto schema internazionale di sextortion che ha mirato a giovani maschi, guadagnando circa 1,7 milioni di dollari tramite estorsioni. Questo caso sottolinea la crescente problematica della sextortion su Internet, che colpisce migliaia di giovani in tutto il mondo.
Dettagli del caso
Hadja Kone, 28 anni, è stata collegata a un’operazione che mirava principalmente a giovani uomini e minori negli Stati Uniti, Canada e Regno Unito. I truffatori si fingevano giovani donne attraenti online, iniziando conversazioni con le vittime e invogliandole a partecipare a sessioni di video chat dal vivo, durante le quali venivano registrate segretamente. Successivamente, le vittime venivano minacciate di diffondere i video a meno che non pagassero somme di denaro, generalmente tramite Cash App o Apple Pay.
Implicazioni Legali e Risposta delle Autorità
Kone e i suoi co-conspiratori sono accusati di cyberstalking, minacce interstatali, riciclaggio di denaro e frode via cavo. Siaka Ouattara, un altro presunto co-conspiratore di 22 anni dalla Costa d’Avorio, è stato arrestato dalle autorità ivoriane a febbraio. Se condannati, entrambi potrebbero affrontare fino a 20 anni di prigione per ciascun capo di imputazione.
Preoccupazioni crescenti e misure di prevenzione
Questo caso rientra in una tendenza allarmante di aumento dei casi di sextortion, specialmente tra i minori. Nel gennaio 2024, il FBI ha lanciato un avvertimento sulla crescente minaccia di sextortion, sottolineando che i giovani maschi di età compresa tra 14 e 17 anni sono particolarmente a rischio, ma qualsiasi bambino può diventare vittima. Piattaforme come Instagram e Snapchat hanno iniziato a implementare nuove protezioni e risorse educative per combattere la sextortion e proteggere i giovani utenti.
Il caso di Hadja Kone evidenzia l’importanza di una maggiore consapevolezza e educazione sulle pratiche di sicurezza online. Le piattaforme social stanno rispondendo con nuove misure, ma è essenziale che i genitori, gli educatori e i giovani stessi siano informati sui segni di avvertimento e sulle strategie di prevenzione della sextortion
- Editoriali2 settimane fa
Università, Israele e licenziamenti BigTech
- Robotica2 settimane fa
Atlas di Boston Dynamics non è morto
- Editoriali2 settimane fa
MITRE vittima di zero day Ivanti: anche i migliori le prendono
- Inchieste1 settimana fa
Mercato ITC in Italia nel 2024: numeri e crescita vertiginosa rispetto al paese
- Inchieste1 settimana fa
Managed Service Providers in Italia: numeri di un mercato in crescita
- Inchieste1 settimana fa
Cloud Italiano qual è il Trend del 2024? Aziende e servizi disponibili
- Inchieste1 settimana fa
Cloud Provider Italiani: quali sono le caratteristiche preferite dagli specialisti IT?
- Economia2 settimane fa
Apple rimuove WhatsApp e Threads dall’App Store in Cina