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Microsoft: come sarà il secondo anno di guerra cibernetica

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Tempo di lettura: 3 minuti. “La collaborazione tra settore pubblico e privato è essenziale per la difesa cibernetica e per contrastare queste minacce in modo proattivo”

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Il secondo anno della guerra russa in Ucraina è iniziato e un’indagine dettagliata sugli attacchi informatici utilizzati durante il primo anno della guerra, e in particolare i nuovi sviluppi osservati nei mesi recenti, forniscono indizi su ciò che il futuro di questa guerra ibrida potrebbe contenere. Dallo scoppio della guerra, la Russia ha dispiegato almeno nove nuove famiglie di “wiper” e due tipi di ransomware contro più di 100 organizzazioni governative e del settore privato ucraine. Forti partnership di difesa cibernetica tra il settore pubblico e privato, e la preparazione e la resilienza ucraine, hanno difeso con successo la maggior parte di questi attacchi, ma l’attività russa continua. Nel 2023, la Russia ha intensificato i suoi attacchi di spionaggio, mirando ad organizzazioni in almeno 17 nazioni europee, principalmente agenzie governative.

Gli attacchi wiper continuano in Ucraina. Continuiamo anche a monitorare lo sviluppo e la distribuzione di nuove varianti di ransomware. Alla fine di novembre 2022, Microsoft e altre aziende di sicurezza hanno identificato una nuova forma di ransomware, chiamata “Sullivan”, utilizzata contro obiettivi ucraini, oltre al ransomware “Prestige” che la Russia ha utilizzato in Ucraina e Polonia nell’ottobre 2022. La nostra analisi suggerisce che la Russia continuerà a condurre attacchi di spionaggio contro l’Ucraina e i suoi partner, e attacchi distruttivi all’interno e potenzialmente al di fuori dell’Ucraina, come è stato fatto con Prestige. L’offensiva ibrida russa ha incluso anche sofisticate operazioni di influenza. Ad esempio, la macchina della propaganda di Mosca ha recentemente preso di mira le popolazioni di rifugiati ucraini in tutta Europa, cercando di convincerli che potrebbero essere deportati e arruolati nell’esercito ucraino. Le operazioni di influenza allineate alla Russia hanno anche recentemente aumentato le tensioni in Moldova. I media russi hanno promosso proteste supportate da un partito politico filo-russo, incoraggiando i cittadini a chiedere al governo di pagare le bollette energetiche invernali.

Un’altra campagna allineata alla Russia chiamata “Moldova Leaks” ha pubblicato presunti leak di politici moldavi, solo una delle numerose operazioni di hack-and-leak volte a seminare diffidenza tra i cittadini europei e i loro governi. Questi sono solo alcuni degli insight in un nuovo rapporto di Microsoft Threat Intelligence sull’attività russa, disponibile qui. Il rapporto evidenzia alcuni importanti trend ampi. In primo luogo, la guerra ibrida di Mosca in Ucraina non è andata come previsto.

L’attivo coinvolgimento dei difensori delle reti ucraine e internazionali e una popolazione ucraina resa insensibile agli sforzi propagandistici russi hanno negato al Cremlino la rapida vittoria che si aspettava. Ciò suggerisce che la Russia stia adattando la sua strategia di guerra ibrida e che continuerà a cercare di raggiungere i suoi obiettivi utilizzando una vasta gamma di tattiche. In secondo luogo, l’attività di minaccia cibernetica della Russia si sta adattando ai nuovi obiettivi e tecniche di targeting, espandendo il proprio accesso per il raccoglimento di informazioni sull’Ucraina e sui paesi alleati e preparandosi per attacchi distruttivi in Ucraina e, eventualmente, al di là dei suoi confini. Ciò include l’uso dei social media per commercializzare software contraffatto contenente backdoor destinati al pubblico ucraino, il che consente di ottenere l’accesso iniziale alle organizzazioni, campagne di spear-phishing che mirano a server vulnerabili localizzati in organizzazioni governative, IT e di risposta a emergenze in Europa.

Terzo, non ci sono limiti geografici per i tentativi di attacchi russi. Gli attori delle minacce cibernetiche con presunte o note legami con i servizi di intelligence russi hanno cercato di ottenere l’accesso iniziale alle organizzazioni governative e legate alla difesa, non solo in Europa centrale ed orientale, ma anche nelle Americhe. La Russia sta anche conducendo sofisticate operazioni di influenza, cercando di influenzare le opinioni delle popolazioni in diverse parti del mondo. Ad esempio, la propaganda russa ha recentemente preso di mira le popolazioni di rifugiati ucraini in Europa, cercando di convincerli che potrebbero essere deportati e arruolati nell’esercito ucraino.

In Moldova, le operazioni di influenza pro-Russia hanno recentemente aumentato le tensioni, promuovendo proteste sostenute da un partito politico pro-Russia che ha invitato i cittadini a chiedere al governo di pagare le bollette energetiche invernali. Infine, la cyber security rimane un fattore critico per la sicurezza globale. Gli attacchi informatici sono diventati uno strumento fondamentale nella guerra ibrida moderna, e i governi, le organizzazioni e gli individui devono essere pronti a combattere queste minacce in modo proattivo.

La collaborazione tra settore pubblico e privato è essenziale per la difesa cibernetica, come dimostrato dal successo delle difese ucraine. In sintesi, la Russia sta continuando la sua guerra ibrida in Ucraina, utilizzando una vasta gamma di tattiche tra cui attacchi informatici, operazioni di influenza e propaganda. Non ci sono limiti geografici ai tentativi di attacco russo, e la Russia si sta adattando continuamente alla situazione cambiante.

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TikTok testimonia al Congresso USA e apre riflessioni alle startup cinesi con ambizioni internazionali

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TikTok, l’app di video brevi che conta oltre 150 milioni di utenti attivi al mese negli Stati Uniti, si appresta a testimoniare al Congresso americano. Molti fondatori e investitori di startup in Cina, dove ha sede la società madre ByteDance, seguiranno con attenzione l’audizione del CEO Shou Zi Chew, in particolare sulle domande relative all’influenza cinese sulla piattaforma.

Il destino di TikTok potrebbe prefigurare quello delle aziende tecnologiche cinesi che ambiscono a espandersi negli Stati Uniti. Con la crescente tensione tra le due superpotenze, le startup cinesi si trovano sempre più a fare i conti con restrizioni sulla gestione dei dati in patria e con preoccupazioni per la sicurezza nazionale negli USA.

Sebbene nessun altro servizio internet cinese abbia attualmente un’influenza globale paragonabile a quella di TikTok, molte startup di fase iniziale stanno già cercando modi per ridurre il loro legame con la Cina e prevenire possibili problemi con i legislatori occidentali in futuro.

Tra le strategie più comuni vi è il trasferimento della sede legale della società in un paese “neutrale”, come Singapore, e l’archiviazione dei dati degli utenti nel territorio in cui si opera. Altri fondatori più determinati stanno cercando di emigrare all’estero, costruire un team locale e ottenere finanziamenti da investitori americani per dimostrare che i loro interessi sono allineati con quelli del mercato di riferimento.

ByteDance ha cercato di adottare alcune di queste tattiche per localizzare le operazioni di TikTok, ma gli sforzi non sembrano aver placato le preoccupazioni dei regolatori statunitensi finché l’app rimane di proprietà di una società cinese. Di fronte alle difficoltà di TikTok, alcuni venture capitalist che investono in Cina stanno consigliando ai loro fondatori di nascondere l’origine cinese delle loro aziende e di cercare un passaporto straniero.

Indipendentemente dall’esito del caso TikTok, la situazione negli Stati Uniti rappresenta un monito per i fondatori cinesi con ambizioni internazionali: è fondamentale riflettere sull’identità dell’azienda fin dal primo giorno e prepararsi a un contesto geopolitico sempre più ostile.

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SIAE, salta la strategia della “lobby” Meta: Ecco il punto degli artisti sottopagati

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Tempo di lettura: 2 minuti. “Accettate l’accordo perchè ne soffrono i lavoratori”. Ecco come la strategia di Meta è saltata per il momento.

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Il 16 marzo, Meta ha rimosso unilateralmente i brani tutelati dalla SIAE dalle librerie musicali di Instagram e Facebook. Questa decisione ha sollevato numerose domande tra autori, creatori e utenti. In questo articolo, cerchiamo di fare chiarezza sulla situazione e sulle possibili ripercussioni per la comunità di autori ed editori italiani.

L’Inchiesta di Matrice Digitale

In questi giorni c’è stata subito una corsa a colpire SIAE in difesa di Meta da parte di esperti del settore informatico e musicale con visioni politiche molto precise e con qualche sospeso con l’associazione che ha alzato gli scudi con Meta. Troppo facile dire “pagate, accettate l’offerta perchè ci perdono i lavoratori” e Matrice Digitale ha individuato la strategia ed ha definito Meta in palese difficoltà, unitamente alle associazioni che invece hanno l’accordo in piedi come Soundreef che molti hanno proposto come alternativa.

Meta vuole sottopagare la Musica italiana, ma va difesa perchè la SIAE è il male

Nella serata del 22 marzo è stato inviato un comunicato dalla SIAE stessa che ha confermato i dubbi espressi dall’inchiesta di Matrice Digitale e che traevano spunto dall’articolo di Leggo, a cura di Maddalena Messeri, che descriveva la notizia non a favor di lobby big tech come spesso accade ultimamente nel nostro Paese.

Situazione attuale secondo comunicato SIAE

Meta ha interrotto le negoziazioni con la SIAE, rifiutandosi di condividere le informazioni necessarie per stabilire un compenso adeguato e proporzionato per gli autori e gli editori italiani. La società ha proposto un accordo forfettario “prendere o lasciare” senza fornire dettagli sul calcolo della cifra proposta.

Normative europee e trasparenza:

La direttiva europea sul copyright stabilisce che gli aventi diritto devono ricevere un compenso adeguato e proporzionato per l’utilizzo delle loro opere. La SIAE ha chiesto a Meta di condividere i dati relativi ai ricavi derivanti dall’utilizzo delle opere musicali, ma finora non ha ricevuto risposta.

Accordi con altri paesi:

Meta ha stipulato accordi con 150 paesi, ma non con la SIAE. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che la SIAE è la prima società di collecting in Europa a dover rinnovare il contratto con Meta dopo l’introduzione della direttiva sul copyright. Inoltre, Meta sta attraversando un periodo di tagli e spending review, che potrebbe aver influito sulle trattative con la SIAE.

Implicazioni per gli artisti:

La rimozione dei brani tutelati dalla SIAE danneggia gli artisti italiani, sia dal punto di vista della promozione che del compenso per il diritto d’autore. Tuttavia, cedere al ricatto del “prendere o lasciare” avrebbe conseguenze negative a lungo termine sulla difesa del diritto d’autore.

Effetti collaterali:

La decisione di Meta di rimuovere i brani del repertorio SIAE ha causato la sparizione anche di molti altri brani internazionali o gestiti da altre società di collecting. Questo potrebbe essere dovuto a difficoltà nell’identificazione delle opere da rimuovere e alla mancanza di comunicazione con l’industria musicale italiana.

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Novità WhatsApp più semplice controllare chi può entrare in un gruppo

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Mark Zuckerberg, CEO di Meta, ha annunciato un aggiornamento per i gruppi su WhatsApp che mira a dare agli amministratori un maggiore controllo su chi può entrare in un gruppo. Inoltre, è stata introdotta una funzione che semplifica la scoperta dei gruppi in comune con un altro utente.

WhatsApp ha deciso di offrire agli amministratori dei gruppi un maggior controllo sulla privacy dei loro gruppi, introducendo uno strumento semplice che consente di gestire chi può unirsi al gruppo. Quando un amministratore sceglie di condividere il link d’invito del gruppo o di renderlo accessibile all’interno di una comunità, può ora visualizzare tutte le richieste in un unico posto e decidere chi far entrare. Grazie a questa nuova funzione, gli amministratori possono semplicemente fare clic su una “X” o su una spunta per rifiutare o approvare un utente.

WhatsApp intende anche semplificare la ricerca dei gruppi in comune con un altro utente. Ora è possibile cercare il nome di un contatto per visualizzare i gruppi condivisi. Questa funzione può essere utile per ricordare il nome di un gruppo condiviso con qualcuno o per vedere in quali gruppi si è entrambi membri.

L’introduzione di queste nuove funzionalità segue il lancio di “Comunità” su WhatsApp, avvenuto alcuni mesi fa, che offre gruppi di discussione più ampi e strutturati. Le Comunità offrono nuove funzionalità alla piattaforma di messaggistica, tra cui controlli per gli amministratori, supporto per sotto-gruppi e gruppi di annunci, chiamate vocali e video con 32 partecipanti, condivisione di file di grandi dimensioni, reazioni con emoji e sondaggi. Le Comunità possono supportare gruppi con fino a 1.024 utenti e offrono la crittografia end-to-end.

“Lo scorso anno, abbiamo lanciato le Comunità per aiutare le persone a trarre il massimo dai loro gruppi su WhatsApp”, ha dichiarato la compagnia in un comunicato stampa. “Da allora, abbiamo voluto sviluppare ulteriori strumenti per amministratori e utenti. Oggi siamo entusiasti di presentare alcune nuove modifiche che rendono i gruppi più gestibili per gli amministratori e più facili da navigare per tutti.”

Le due nuove funzionalità annunciate oggi verranno implementate a livello globale nelle prossime settimane.

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