Sicurezza Informatica
Minacce ingegnerizzate dall’IA: paura infondata o realtà?
Tempo di lettura: 3 minuti. L’IA sta cambiando il ritmo degli affari e della sicurezza informatica. Ma come influenzerà realmente la cybercriminalità? Esaminiamo la questione con un approccio pragmatico e sobrio.
L’arrivo delle applicazioni generative di intelligenza artificiale (IA) ha cambiato il ritmo degli affari, non solo per i team di sicurezza, ma anche per i cybercriminali. Oggi, non adottare le innovazioni dell’IA può significare rimanere indietro rispetto ai concorrenti e mettere la propria difesa cibernetica in svantaggio rispetto agli attacchi cibernetici alimentati dall’IA. Quando si discute di come l’IA influenzerà o meno la cybercriminalità, è importante guardare le cose con un occhio pragmatico e sobrio, senza alimentare l’hype che sembra più fantascienza.
L’IA e la sicurezza delle imprese
I recenti progressi e la maturità dell’IA segnalano un significativo passo avanti per la sicurezza delle imprese. I cybercriminali non possono facilmente eguagliare le dimensioni e la scala delle risorse, delle competenze e della motivazione delle imprese, rendendo più difficile per loro tenere il passo con l’attuale velocità dell’innovazione dell’IA. L’investimento privato in IA è esploso a 93,5 miliardi di dollari nel 2021 – i cattivi non hanno quel livello di capitale. Inoltre, non hanno la manodopera, la potenza di calcolo e le innovazioni che danno alle aziende commerciali o al governo più tempo e opportunità per fallire rapidamente, imparare velocemente e farlo bene per primi.
La cybercriminalità si adeguerà
Non c’è dubbio: la cybercriminalità si adeguerà. Questa non è la prima volta che l’industria della sicurezza ha un breve vantaggio – quando il ransomware ha iniziato a spingere più difensori ad adottare tecnologie di rilevamento e risposta degli endpoint, gli aggressori hanno avuto bisogno di tempo per capire come eludere ed evadere tali rilevamenti. Questo periodo di “grazia” ha dato alle aziende il tempo di proteggersi meglio. Lo stesso vale ora: le aziende devono massimizzare il loro vantaggio nella corsa all’IA, avanzando le loro capacità di rilevamento e risposta alle minacce e sfruttando la velocità e la precisione che le attuali innovazioni dell’IA offrono loro.
Come l’IA sta cambiando la cybercriminalità
L’IA non cambierà sostanzialmente la cybercriminalità nel prossimo futuro, ma la scalerà in certi casi. Vediamo dove l’uso malintenzionato dell’IA avrà e non avrà l’impatto più immediato.
Campagne di malware completamente automatizzate: paura infondata
Negli ultimi mesi, abbiamo visto affermazioni riguardanti vari casi d’uso malintenzionati dell’IA, ma solo perché uno scenario è possibile non lo rende probabile. Prendiamo ad esempio le campagne di malware completamente automatizzate – la logica dice che è possibile sfruttare l’IA per ottenere quel risultato, ma dato che le principali aziende tecnologiche non hanno ancora pionierizzato i cicli di sviluppo software completamente automatizzati, è improbabile che i gruppi di cybercriminalità con risorse finanziarie limitate raggiungano questo obiettivo prima.
Phishing ingegnerizzato dall’IA: realtà (ma il contesto è fondamentale)
Un altro caso d’uso da considerare sono gli attacchi di phishing ingegnerizzati dall’IA. Non solo questo è possibile, ma stiamo già iniziando a vedere questi attacchi nel mondo reale. Questa nuova generazione di phishing potrebbe raggiungere livelli più alti di persuasività e tasso di click, ma un phishing ingegnerizzato da un umano e un phishing ingegnerizzato dall’IA hanno ancora lo stesso obiettivo.
Attacchi di avvelenamento dell’IA: quasi paura infondata
Gli attacchi di avvelenamento dell’IA, in altre parole la manipolazione programmata del codice e dei dati su cui sono costruiti i modelli di IA, potrebbero essere il “santo graal” degli attacchi per i cybercriminali. L’impatto di un attacco di avvelenamento di successo potrebbe variare da tentativi di disinformazione a scenari da Die Hard 4.0.
L’ignoto
Mentre è importante separare l’hype dalla realtà, è altrettanto importante assicurarsi di porre le domande giuste sull’impatto dell’IA sul panorama delle minacce. Ci sono molte incognite riguardo al potenziale dell’IA – come potrebbe cambiare gli obiettivi e gli obiettivi degli avversari è una questione che non dobbiamo trascurare.
Sicurezza Informatica
Operazione Polo Est: smantellato Gruppo di esperti in Truffe Online
Tempo di lettura: 2 minuti. La Polizia Postale smantella un gruppo criminale specializzato in truffe online attraverso email di spoofing. Scopri i dettagli dell’operazione Polo Est e le azioni intraprese.
La Polizia Postale, attraverso l’operazione “Polo Est”, ha smantellato un gruppo criminale specializzato in truffe online che utilizzava email di spoofing per ingannare le vittime con false accuse di reati gravi, come la gli abusi sui minori. L’operazione, coordinata dalla procura di Bergamo e condotta dal Centro operativo per la sicurezza cibernetica per la Lombardia, è scaturita dalla denuncia di un cittadino italiano residente in Cina, truffato per oltre 117mila euro.
Dettagli dell’operazione
L’indagine ha avuto origine dalla denuncia di una vittima che aveva ricevuto un’email recante il logo della Polizia Postale e la firma di un funzionario di polizia in pensione, accusandolo di reati di collegati all’abuso di minori online. Dopo aver subito vessazioni e temendo per la propria reputazione, la vittima ha pagato diverse “multe” per un totale di oltre 117mila euro prima di rendersi conto della truffa e rivolgersi alla Polizia Postale.
Smantellamento del Gruppo Criminale
L’operazione ha permesso di identificare i membri del gruppo criminale, con base logistica nella provincia di Bergamo. Gli investigatori hanno eseguito 12 perquisizioni nei confronti di un cittadino italiano e di altre 11 persone straniere, di età compresa tra i 25 e i 54 anni. Durante le perquisizioni, sono state sequestrate diverse documentazioni relative alle movimentazioni di denaro provenienti dalle vittime e attività di riciclaggio dei proventi illeciti.
Analisi dei Dispositivi Informatici
L’analisi dei dispositivi informatici, condotta sul posto dagli agenti della Polizia Postale di Milano, ha rivelato dettagli sulle conversazioni con le vittime e sui movimenti di denaro. Queste prove hanno confermato l’attività dei truffatori e la loro capacità di contattare le potenziali vittime utilizzando una falsa identità. L’operazione Polo Est rappresenta un significativo successo nella lotta contro le truffe online. Grazie all’intervento tempestivo della Polizia Postale, è stato possibile identificare e smantellare un gruppo criminale che operava attraverso sofisticate tecniche di spoofing via email, proteggendo così numerose potenziali vittime da ulteriori frodi.
Sicurezza Informatica
USA nordcoreani lavorano nell’IT e finanziano armi
Tempo di lettura: 2 minuti. Cinque individui accusati di schemi informatici per finanziare il programma di armi nucleari della Corea del Nord, con conseguenze legali significative. Scopri i dettagli delle accuse e delle sanzioni.
Le autorità statunitensi hanno incriminato cinque individui coinvolti in schemi informatici volti a generare entrate per il programma di armi nucleari della Corea del Nord. Questi schemi prevedevano la frode identitaria e l’infiltrazione nei mercati del lavoro statunitensi per ottenere lavori IT remoti. Tra gli arrestati, una cittadina americana, un uomo ucraino e tre cittadini stranieri sono accusati di diverse attività criminali, tra cui frode e riciclaggio di denaro.
Arizona: accusata di aiutare Nordcoreani per lavori IT remoti
Christina Marie Chapman, 49 anni, di Litchfield Park, Arizona, è stata accusata di aver aiutato cittadini nordcoreani a ottenere lavori IT remoti presso oltre 300 aziende statunitensi, generando milioni di dollari per il programma di missili balistici della Corea del Nord.
Dettagli dello schema
Secondo l’accusa federale, Chapman ha raccolto 6,8 milioni di dollari in questo schema, fondi che sono stati incanalati verso il Dipartimento dell’Industria delle Munizioni della Corea del Nord, coinvolto nello sviluppo di missili balistici. Lo schema prevedeva l’uso delle identità di più di 60 persone residenti negli Stati Uniti per ottenere lavori IT per cittadini nordcoreani presso oltre 300 aziende statunitensi.
Metodi utilizzati
Chapman e i suoi co-cospiratori avrebbero utilizzato informazioni personali compromesse per ottenere questi lavori e hanno gestito un “laptop farm” presso una delle sue residenze per far sembrare che i dipendenti nordcoreani lavorassero dagli Stati Uniti. I laptop venivano forniti dai datori di lavoro e i lavoratori utilizzavano proxy e VPN per apparire come se si connettessero da indirizzi IP statunitensi. Chapman riceveva anche gli stipendi dei dipendenti presso la sua abitazione.
Impatto e conseguenze
Questo complotto ha colpito una varietà di settori, tra cui un’importante rete televisiva nazionale, una principale azienda tecnologica della Silicon Valley, un produttore di difesa aerospaziale, un’iconica casa automobilistica americana, una catena di vendita al dettaglio di alta gamma e una delle aziende di media e intrattenimento più riconoscibili al mondo, tutte Fortune 500.
Nicole Argentieri, capo della Divisione Criminale del Dipartimento di Giustizia, ha sottolineato che questi crimini hanno beneficiato il governo nordcoreano, fornendo un flusso di entrate e, in alcuni casi, informazioni proprietarie rubate dai co-cospiratori. Chapman è stata arrestata mercoledì e, se condannata, potrebbe affrontare fino a 97,5 anni di carcere. In un caso correlato, un uomo ucraino, Oleksandr Didenko, è stato accusato di un complotto simile e potrebbe affrontare fino a 67,5 anni di carcere.
Sicurezza Informatica
Norvegia raccomanda di sostituire le VPN SSL
Tempo di lettura: 2 minuti. Il Centro Nazionale per la Sicurezza Informatica della Norvegia raccomanda di sostituire le VPN SSL con IPsec per prevenire violazioni di sicurezza.
Il Centro Nazionale per la Sicurezza Informatica della Norvegia (NCSC) ha raccomandato di sostituire le soluzioni SSL VPN/Web VPN con alternative più sicure a causa della continua sfruttamento delle vulnerabilità associate a questi dispositivi di rete.
Raccomandazioni e tempistiche
L’NCSC consiglia alle organizzazioni di completare la transizione entro il 2025, mentre quelle soggette alla “Safety Act” o che operano in infrastrutture critiche dovrebbero adottare alternative più sicure entro la fine del 2024. La raccomandazione principale è di passare a Internet Protocol Security (IPsec) con Internet Key Exchange (IKEv2).
Problemi delle VPN SSL
Le VPN SSL/WebVPN forniscono accesso remoto sicuro utilizzando i protocolli SSL/TLS, creando un “tunnel di crittografia” tra il dispositivo dell’utente e il server VPN. Tuttavia, le implementazioni di SSLVPN non seguono uno standard unico, portando a numerose vulnerabilità sfruttate dai hacker per violare le reti. Esempi recenti includono le vulnerabilità di Fortinet e Cisco sfruttate da gruppi di hacker come Volt Typhoon e le operazioni di ransomware Akira e LockBit.
Vantaggi di IPsec con IKEv2
IPsec con IKEv2 offre maggiore sicurezza crittografando e autenticando ogni pacchetto di dati e riducendo il margine di errore di configurazione rispetto alle soluzioni SSLVPN. Anche se IPsec non è privo di difetti, rappresenta una riduzione significativa della superficie di attacco per incidenti di accesso remoto sicuro.
Misure proposte
Le misure proposte includono:
- Riconfigurazione o Sostituzione delle Soluzioni VPN Esistenti: Migrare tutti gli utenti e i sistemi al nuovo protocollo.
- Disabilitazione delle Funzionalità SSLVPN: Blocco del traffico TLS in ingresso.
- Autenticazione Basata su Certificati: Migliorare l’autenticazione per l’accesso remoto.
Misure temporanee
Per le organizzazioni che non possono adottare immediatamente IPsec con IKEv2, l’NCSC suggerisce misure temporanee come il logging centralizzato delle attività VPN, restrizioni geografiche rigorose e il blocco dell’accesso da provider VPN, nodi di uscita Tor e provider VPS.
L’NCSC ha emesso queste raccomandazioni per migliorare la sicurezza delle reti aziendali e prevenire ulteriori violazioni. L’adozione di soluzioni più sicure come IPsec con IKEv2 rappresenta un passo importante per proteggere le infrastrutture critiche e i dati sensibili dalle minacce informatiche.
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