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Mustang Panda attacca diplomatici russi. La Cina spia Putin?

Un attore di minacce sponsorizzato dal governo cinese, osservato nel colpire entità diplomatiche europee nel mese di marzo, potrebbe aver preso di mira i funzionari del governo russo con una versione aggiornata di un trojan di accesso remoto chiamato PlugX.
Secureworks ha attribuito i tentativi di intrusione a un attore di minacce che rintraccia come Bronze President, e dalla più ampia comunità di cybersecurity sotto i nomi di Mustang Panda, TA416, HoneyMyte, RedDelta e PKPLUG.
Bronze President, attivo almeno da luglio 2018, ha una storia di conduzione di operazioni di spionaggio sfruttando strumenti personalizzati e pubblicamente disponibili per compromettere, mantenere l’accesso a lungo termine e raccogliere dati da obiettivi di interesse.
Il principale tra i suoi strumenti è PlugX, una backdoor di Windows che consente agli attori delle minacce di eseguire una varietà di comandi sui sistemi infetti e che è stata impiegata da diversi attori cinesi sponsorizzati dallo stato nel corso degli anni.
Le ultime scoperte di Secureworks suggeriscono un’espansione della stessa campagna precedentemente dettagliata da Proofpoint ed ESET il mese scorso, che ha coinvolto l’uso di una nuova variante di PlugX dal nome in codice Hodur, così etichettata a causa delle sue sovrapposizioni con un’altra versione chiamata THOR emersa sulla scena nel luglio 2021.
La catena di attacchi inizia con un eseguibile maligno chiamato “Blagoveshchensk – Blagoveshchensk Border Detachment.exe” che si maschera come un documento apparentemente legittimo con un’icona PDF, che, quando viene aperto, porta alla distribuzione di un payload PlugX criptato da un server remoto.
“Blagoveshchensk è una città russa vicina al confine con la Cina ed è sede del 56° distaccamento delle guardie di confine Blagoveshchenskiy Red Banner“, hanno detto i ricercatori. “Questa connessione suggerisce che il nome del file è stato scelto per colpire funzionari o personale militare con familiarità con la regione“.
Il fatto che i funzionari russi possano essere stati l’obiettivo della campagna del marzo 2022 indica che l’attore della minaccia sta evolvendo le sue tattiche in risposta alla situazione politica in Europa e la guerra in Ucraina.
“Prendere di mira gli utenti di lingua russa e le entità europee suggerisce che gli attori della minaccia hanno ricevuto un compito aggiornato che riflette le mutevoli esigenze di raccolta di informazioni della [Repubblica popolare cinese]“, hanno detto i ricercatori.
I risultati arrivano settimane dopo che un altro gruppo di stato-nazione con sede in Cina, noto come Nomad Panda (alias RedFoxtrot), è stato collegato con media fiducia agli attacchi contro la difesa e i settori delle telecomunicazioni in Asia meridionale, sfruttando un’altra versione di PlugX soprannominata Talisman.
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Attacco ransomware ad Acea: tornano online i sistemi
Tempo di lettura: < 1 minuto. Panico durato 24 ore circa, ma sembrerebbe che il peggio è passato

Il gruppo Acea è stato colpito da un attacco ransomware della gang Black Basta che non ha risparmiato la società dal pretendere un riscatto. Il gruppo è stato colpito nei suoi sistemi ed il sito Internet risulta essere offline.
Sembrerebbero esserci buone notizie secondo quanto riferito da una fonte interna alla società interpellata da Matrice Digitale:
da ieri sera (3 febbraio ndr) funzionano di nuovo i sistemi. è stato un problema serio lavorare senza sistemi per gestire l’operatività tuttavia, non sono riusciti ad acquisire i dati degli utenti.
Il sito Internet è ancora offline, ma l’attacco ha portato un disservizio tecnico a dipendenti e clienti senza intaccare i dati con una violazione.
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PlugX, il malware si diffonde via USB. A rischio anche PC air gapped
Tempo di lettura: 3 minuti. Una volta caricato e decrittografato in memoria, il malware infetta l’host e tutti i dispositivi USB rimovibili collegati

L’Unit 42 incident response team di Palo Alto Networks avrebbe scoperto di recente una nuova variante del malware PlugX distribuita tramite dispositivi USB rimovibili e prendendo di mira i PC Windows.
La scoperta sarebbe avvenuta durante l’analisi di un attacco ransomware Black Basta rilevando diversi campioni e strumenti malware sui dispositivi delle vittime: il Tool ted-teaming Brute Ratel C4, il malware GootLoader e un vecchio campione PlugX.
Il malware PlugX
Come precisato dai ricercatori, il malware PlugX esiste da più di un decennio ed è stato utilizzato da molti gruppi di criminalità informatica nation-state. In particolare PlugX è stato osservato in molti attacchi informatici di alto profilo, come quello del 2015 responsabile della violazione dell’Office of Personnel Management (OPM) del governo degli Stati Uniti.
La specialità di PlugX è il DLL side loading ovvero lo sfruttamento di file legittimi per ottenere l’esecuzione di codice arbitrario.
In questo caso, gli attori delle minacce hanno deciso di dirottare un popolare e gratuito strumento di debug open source per Windows chiamato x64dbg utilizzato per analisi e reverse engineering.
In questo caso, gli attori hanno utilizzato il debugger a 32 bit di x64dbg. All’esecuzione di x32dbg.exe, Microsoft Windows cercherà tutti i file necessari per eseguire l’applicazione. In questo attacco DLL side loading è una copia non firmata della DLL X32bridge.dll legittima ad essere caricata per cercare localmente il file payload crittografato x32bridge.dat ovvero il malware PlugX.

https://unit42.paloaltonetworks.com/plugx-variants-in-usbs/
Una volta caricato e decrittografato in memoria, il malware infetta l’host e tutti i dispositivi USB rimovibili collegati.
La tecnica utilizzata per nascondere file nelle USB
Una volta che un dispositivo USB viene infettato, tutti i nuovi file scritti nella cartella principale del dispositivo USB dopo l’infezione vengono spostati in una cartella nascosta all’interno del dispositivo stesso.
La tecnica utilizzata dal malware PlugX per nascondere tali file prevede l’utilizzo di un determinato carattere Unicode. Ciò impedisce a Windows Explorer e ai comandi shell di visualizzare la struttura della directory USB e qualsiasi file, nascondendoli alla vittima.
Il carattere Unicode utilizzato per le directory sarebbe “00A0″(un carattere chiamato no-break space). Tale carattere impedisce al sistema operativo Windows di eseguire il rendering del nome della directory, nascondendolo.
“Per ottenere l’esecuzione del codice del malware dalla directory nascosta, viene creato un file di collegamento di Windows .lnk nella cartella principale del dispositivo USB“, si legge nel rapporto.
In pratica il malware crea un file “desktop.ini” nella directory nascosta per specificare l’icona del file .lnk nella cartella principale, facendolo apparire come un’unità USB per ingannare la vittima. Nel frattempo, una sottodirectory chiamata “RECYCLER.BIN” ospita copie del malware sul dispositivo USB.

Conclusioni
“Grazie a questa capacità di eludere il rilevamento, il malware PlugX può continuare a diffondersi e potenzialmente passare a reti con air gapped.“, commentano i ricercatori Unità 42 Mike Harbison e Jen Miller-Osborn e concludono, “La scoperta di questi campioni indica che lo sviluppo di PlugX è ancora vivo e vegeto tra almeno alcuni aggressori tecnicamente esperti e rimane una minaccia attiva.”
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Cybertech Global, il Vice Direttore di ACN è speaker a Tel Aviv

Il Vice Direttore Generale, dott.ssa Nunzia Ciardi, partecipa come speaker al Cybertech Global di Tel Aviv, evento di portata mondiale che raggruppa le industrie del settore e al contempo i decision-maker pubblici e privati. L’intervento della dott.ssa Ciardi ha avuto come tema “Leadership e coordinamento: due ingredienti per una buona cooperazione internazionale in materia di cybersicurezza”.
“Gli attacchi informatici si stanno evolvendo, diventando sempre più pervasivi e insidiosi in tutti i settori della società. In termini di cooperazione internazionale dobbiamo agire sulla base della consapevolezza condivisa che queste minacce informatiche necessitano di una risposta coordinata perché mettono in pericolo istituzioni, organizzazioni e individui in ogni paese – ha detto nel corso del suo intervento – In questa prospettiva, cerchiamo di affrontare le minacce e gli attacchi informatici adottando un approccio globale alla sicurezza informatica che preveda il coinvolgimento, e il contributo attivo, di tutte le parti interessate. Ciò implica una maggiore cooperazione a livello internazionale perché il Cyber è una dimensione senza confini e altamente interconnessa che richiede di superare una visione miope, concentrata sulle sole realtà nazionali”.
Il Cybertech Global è un momento di confronto sulle ultime novità tecnologiche, le sfide e le soluzioni per combattere le minacce cyber.
Il Piano di Implementazione della Strategia Nazionale di Cybersicurezza contiene delle misure (dalla 75 all’81) dedicate alla cooperazione internazionale. L’Agenzia mira a creare un solido ecosistema cyber con i partner mondiali e a rafforzare il partenariato pubblico-privato nell’ottica della prevenzione e gestione degli incidenti cyber.
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