Categorie
Notizie

Paola Egonu al centro di una notizia falsa: non è stata mortificata da un giornalista e nemmeno da La Russa

Tempo di lettura: 2 minuti. Mi hanno chiesto se sono ancora italiana secondo un video rubato in Olanda dove l’Italia ha perso contro il Brasile, la storia però è differente e le polemiche nascono da voci di corridoio

Tempo di lettura: 2 minuti.

La pallavolista Paola Egonu ha dichiarato di voler lasciare la nazionale italiana dopo che le hanno chiesto se fosse italiana. Questa è la prima notizia che ha caratterizzato una giornata di clamori sui social network dove si provava a capire cosa fosse successo tra una indiscrezione di una intervista di un giornalista, prima italiano poi olandese, che le poneva una domanda ritenuta offensiva dalla campionessa di pallavolo 23 enne, afro discendente, ed italianissima al cento per cento. Non sono mancate passerelle di sostengo al suo sfogo nonostante le dichiarazioni facevano intendere a un caso “grave” e pregiudizievole nei confronti della società italiana che conta ed invece, a fugare tutti i dubbi, è stato il presidente della Federvolley Manfredi che ha chiarito: “Paola attaccata sui social da qualche cretino dopo il Brasile. Per lei la porta della Nazionale è sempre aperta”

A chi ha giovato questa vicenda? Alla politica che è subito corsa in soccorso mettendo una bandierina sull’immagine della pallavolista più conosciuta in Italia, su cui l’Italia stessa ha riposto grande fiducia erigendola a testimonial di un intero Paese che da anni è abituato a vincere sui grandi palchi del volley con o senza la sua migliore giocatrice.

Lo stesso Premier Draghi ha telefonato alla pallavolista, così come ci sono state due posizioni scomode sul tema: una di Mario Adinolfi che l’ha definita opportunista, egocentrica e pronta a sottrarsi alle critiche del pubblico dopo la sconfitta con il Brasile che, si precisa, è costata la finalissima alle azzurre:

L’opinione di Adinolfi ha diviso la rete in due ma è chiaro che il pensiero di molti, man mano che si sgonfiava la bolla della polemica sul tema, è stato sicuramente quello di forte delusione rispetto alle aspettative create dal caso anche grazie a Rula Jebreal che ha collegato la notizia di Egonu a quella di La Russa associando il gesto di violenza all’elezioni della presidenza della Camera

Dopo che il governo di estrema destra non ha confermato un razzista (che sosteneva i neonazisti) come speaker della casa… l’eroe sportivo italiano #PaolaEgonu ha lasciato la nazionale, spiegando in lacrime che la sua decisione è stata guidata dal razzismo: è lei le chiedevo regolarmente se fosse una “vera italiana”.

Un balla, l’ennesima della Jebreal da quando c’è Meloni al governo, che non fa altro che lanciare messaggi distorti all’estero facendo da ponte tra il mondo Democrat americano e l’opposizione progressista italiana. Se il dibattito pubblico si è scontrato su delle offese ad un simbolo dello sport italiano, sottraendo l’attenzione su questioni più centrali del momento politico italiano, c’è da domandarsi perchè questa indignazione non vi sia sempre sulle offese quotidiane che si registrano nei social network. Se l’Adinolfi pensiero è stato analitico e critico, quanto acuto, se la Jebreal e la politica che ha appena perso hanno adottato l’ennesima battaglia vuota, trita e ritrita da tempo nel mondo dello sport e dove i fallimenti delle gestioni precedenti sul tema dell’inclusività non vengono risolte con lo “sputtanamento” dell’Italia all’estero, ciò non toglie che la Egonu può manifestare la sua insofferenza come qualsiasi altro cittadino raggiunto da commenti di odio sui social nella sua quotidianità.

Oltre che esprimerle solidarietà, non possiamo invitare lo Stato a chiudere le piazze virtuali sotto l’egida censura Orwelliana e non possiamo non notare che sono cose che capitano a tutti, famosi e non, e che se tra quei commenti c’era qualcosa di penalmente rilevante, siamo noi stessi ad accompagnare la Egonu a sporgere denuncia dalla Turchia dove giocherà dall’anno prossimo nel miglior club d’Europa.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

Pronto a supportare l'informazione libera?

Iscriviti alla nostra newsletter // Seguici gratuitamente su Google News
Exit mobile version