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Polemiche e dubbi su Frattasi: il nuovo direttore dell’Agenzia di Cybersicurezza Nazionale

Tempo di lettura: 3 minuti. E’ arrivato il “pompiere” della cybersecurity nazionale. Attaccato per la sua inesperienza sul tema, dovrà fare meglio del suo predecessore docente universitario di informatica

Tempo di lettura: 3 minuti.

Raccogliere l’eredità di Baldoni, soprattutto quella mediatica, non sarà facile per Bruno Frattasi, prefetto di Roma subentrato al docente della Sapienza. Uomo di stato, famoso per la sua carriera politica nei palazzi che contano come il Viminale, dove subentrò all’attuale ministro degli Interni Piantedosi in qualità di Capo Gabinetto dell’acerrima nemica di Salvini La Morgese.

Polemiche e dubbi sul prefetto “vigile del fuoco”

Polemiche, tante, troppe in seguito alle dimissioni di Baldoni che è stato in realtà dimissionato dal Governo generando malcontento con il mondo accademico che vedeva nel collega Baldoni una speranza di coinvolgimento totale nell’ambito della cybersecurity nazionale.

Non è un esperto informatico, ma è considerato bipartizan un uomo di stato ed ha a curriculum anche una esperienza apicale nei vigili del fuoco: un paradosso per la comunità informatica che scimmiottava le dichiarazioni dell’ex establishment sui pompieri della sicurezza cibernetica del nostro paese.

Non ha esperienze in merito, ma gli è riconosciuta la capacità di riferire e comunicare secondo un linguaggio istituzionale con i vertici della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Ai dubbi espressi dal pubblico, attraverso il Messaggero, l’ex prefetto di Roma ha proposto l’analogia del direttore generale di una struttura sanitaria che deve avere competenze da manager senza essere per forza un bravo medico e si è detto pronto a valorizzare al meglio le risorse interne per dare all’agenzia un ruolo primario. Una stoccata alle azioni del suo predecessore sul caso Accenture o su quello scoperto in esclusiva da Matrice Digitale dell’estensione negli USA del “dominio” di ACN su Microsoft?

Qualcuno ha approfittato da subito di insinuare nella popolazione il rischio degli attacchi hacker come primo banco di prova dell’operato del Prefetto. Proprio adesso dopo che per mesi hanno mobilitato fior fior di esperti per acquietare e gettare acqua sul fuoco delle ingerenze russe con gli attacchi DDOS, iniziate con il minimizzare il ruolo del Cremlino nella guerra cibernetica Ucraina.

Suona strano che fino a ieri si attaccavano i giornalisti che scrivevano articoli sui DDOS dei sostenitori di Putin ed oggi invece questo diventa il primo problema nazionale.

Da come è iniziato il tutto, Frattasi sarà da molti criticato e non è detto che possa modificare anche il CTS di ACN per estromettere del tutto chi non rappresenta gli interessi della nazione perché ha un passato con le multinazionali. La priorità adesso non è tagliare teste, bensì rimettere in carreggiata le storture di una Agenzia strategica per la sicurezza nazionale più volte orientata all’essere esterofila.

Quello che la comunità informatica ha sempre chiesto è che c’è bisogno di fare prima l’Italia e poi collocarla sul piano internazionale secondo le aderenze geopolitiche euro atlantiste da sempre riconosciute e mai messe in discussione. Soprattutto in un periodo di guerra imminente.

Chi è Frattasi? Il curriculum

Bruno Frattasi è diventato prefetto di Roma nell’ottobre dell’anno scorso prendendo il posto di Matteo Piantedosi, entrato nel governo Meloni come ministro dell’Interno. Classe 1956, nato a Napoli, sposato, due figli e una laurea in Giurisprudenza alla Federico II, è entrato in carriera prefettizia nel 1981. È stato nominato prefetto nel 2005. Dal 30 dicembre 2009 al 29 novembre 2011 è stato direttore dell’Ufficio per il coordinamento e la pianificazione delle forze di Polizia presso il Dipartimento della pubblica sicurezza. Dal 1 dicembre 2011 al 1 aprile 2012 è stato capo della segreteria del ministro dell’Interno (Annamaria Cancellieri). Dal 2 aprile 2012 ha assunto l’incarico di Direttore dell’Ufficio affari legislativi e relazioni parlamentari. Nell’agosto 2016 ha assunto l’incarico di capo dipartimento dei Vigili del fuoco. Dal febbraio 2019 all’agosto 2020 ha guidato l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. È poi stato capo di gabinetto al Viminale con Luciana Lamorgese nei governi Conte II e Draghi. Ha pubblicato diversi saggi specialistici in materia di documentazione antimafia ed è coautore di diverse pubblicazioni scientifiche di commento al codice antimafia ed alla tracciabilità finanziaria dei pagamenti dei contratti pubblici.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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