Un attacco cybernetico mirato ha colpito circa il 70% delle stazioni di servizio in Iran, interrompendo la fornitura di carburante nel paese ed il governo iraniano ha accusato un gruppo cyber chiamato ‘Predatory Sparrow’ di essere dietro l’attacco, sostenendo che il gruppo abbia legami con Israele.
Dettagli dell’Attacco e Reazioni
Secondo le informazioni rilasciate, il gruppo Predatory Sparrow ha dichiarato tramite Telegram che l’attacco è stato eseguito in modo controllato per evitare danni ai servizi di emergenza. Il Ministro del Petrolio iraniano, Javad Owji, ha riferito che su 3.800 stazioni di servizio gestite dal ministero, solo 1.650 erano operative. Molte stazioni di servizio in Iran sono riuscite a continuare a fornire carburante manualmente, poiché l’attacco ha preso di mira specificamente il software associato alle pompe.
Predatory Sparrow ha anche commentato l’attacco su Twitter, sottolineando che, come in alcune delle sue precedenti “operazioni”, questo cyberattacco “è stato condotto in modo controllato, adottando misure per limitare i potenziali danni ai servizi di emergenza” e che avevano “inviato avvisi ai servizi di emergenza in tutto il paese prima dell’inizio dell’operazione.”
Implicazioni per le Infrastrutture Critiche
Yossi Rachman, Direttore della Ricerca sulla Sicurezza presso Semperis, ha dichiarato a TechRadar Pro che il gruppo Predatory Sparrow ha compromesso almeno un server attraverso il quale ha preso il controllo del sistema di gestione centrale delle stazioni di servizio iraniane. Le infrastrutture critiche sono diventate un obiettivo strategico sempre più importante per i gruppi cyber sponsorizzati dallo stato, con gli Stati Uniti che hanno subito una serie di attacchi presumibilmente orchestrati da gruppi sostenuti da Cina e Iran.