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Signal, Telegram e il Dark Web per aiutare i manifestanti iraniani

Tempo di lettura: 2 minuti. Gli hacker utilizzano attivamente le app di chat criptate come Signal e Telegram per condividere dati rubati appartenenti al governo iraniano, tutorial su come hackerare e utilizzare VPN e Tor per aggirare la censura.

Tempo di lettura: 2 minuti.

Come riportato in esclusiva da Hackread.com, gli hacker di Anonymous hanno sferrato una serie di attacchi informatici contro il governo iraniano a sostegno dei manifestanti. Ora Check Point Research ha identificato diversi gruppi di hacker che utilizzano Signal, Telegram e il Dark Web per sostenere i manifestanti antigovernativi in Iran. Il loro obiettivo principale è quello di aggirare le restrizioni del governo. Questa osservazione arriva a pochi giorni dallo scoppio delle proteste antigovernative in Iran dopo la morte di Mahsa Amini. Vale la pena ricordare che il 16 settembre 2022, una donna iraniana di 22 anni di nome Mahsa Amini è morta a Teheran, in Iran, sotto la custodia della polizia. Amini era stata arrestata per non aver rispettato le forme di Hijab imposte dal governo. Secondo i ricercatori di Check Point, i gruppi di hacker sostengono l’attuale situazione di disordini in Iran aiutando i manifestanti anti-regime condividendo server VPN aperti per aiutarli a eludere la censura governativa e i rapporti sullo stato di Internet. Inoltre, insegnano ai manifestanti e alle attività le guide all’hacking.

Gruppi Telegram

I gruppi Telegram vantano da poche centinaia a migliaia di membri, come il canale ufficiale Atlas Intelligence Group (AIG) che conta 900 membri ed è coinvolto nella fuga e nella vendita di dati. Questo gruppo ottiene numeri di contatto ufficiali, e-mail e mappe sensibili del regime e li vende o li diffonde online. Inoltre, cerca di vendere informazioni private dell’IRGC. Allo stesso modo, il gruppo Telegram ARVIN conta 5.000 membri. Questo gruppo copre le proteste in Iran e informa le persone su di esse con video e resoconti dalle strade. RedBlue è un altro gruppo Telegram identificato da Check Point, che vanta 4000 membri. Questo gruppo si concentra maggiormente su guide all’hacking e conversazioni. Un altro gruppo Telegram conta circa 12.000 membri. Inoltre, Signal e Tor Project sono utilizzati come potenziali piattaforme per offrire proxy ai cittadini iraniani in modo che possano accedere a Internet ed evitare la censura governativa. Gli hacker si rivolgono a Signal, Telegram e al Dark Web per assistere i manifestanti iraniani.

VPN

Secondo il rapporto di Check Point, alcuni gruppi offrono un elenco di VPN e proxy per aiutare i cittadini a bypassare la censura in Iran, mentre altri aiutano i manifestanti ad accedere ai siti web dei social media. I gruppi di hacker permettono ai cittadini iraniani di comunicare e condividere le notizie tra loro e di discutere di ciò che il governo vuole evitare. “Quello che vediamo sono gruppi di Telegram, del dark web e anche del web ‘normale’ che aiutano i manifestanti a bypassare le restrizioni e la censura attualmente in vigore da parte del regime iraniano, come modo per affrontare le proteste. Abbiamo iniziato a vedere questi gruppi emergere circa un giorno dopo l’inizio delle proteste”.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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