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Sicurezza Informatica

TikTok e la questione della privacy: la doppia morale degli Stati Uniti

Tempo di lettura: < 1 minuto. La crescente pressione degli Stati Uniti su TikTok mette in luce l’ipocrisia nella gestione della privacy e della sorveglianza a livello globale

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Le preoccupazioni per la privacy e la sicurezza nazionale legate all’app di origine cinese TikTok stanno portando gli Stati Uniti a valutare un possibile divieto. Tuttavia, questa situazione evidenzia la doppia morale degli Stati Uniti riguardo alla privacy e alla sorveglianza.

Sorveglianza globale tramite società tecnologiche statunitensi

La sezione 702 della Foreign Intelligence Surveillance Act (FISA) consente alle agenzie di intelligence statunitensi di spiare senza mandato le comunicazioni online di cittadini stranieri. Allo stesso tempo, il governo degli Stati Uniti ha il controllo delle principali aziende tecnologiche, come Google, Meta, Amazon e Microsoft, che gestiscono l’infrastruttura della rete globale.

La questione della privacy per i non statunitensi

Mentre gli Stati Uniti si preoccupano della possibilità che la Cina utilizzi TikTok per spiare i suoi cittadini, i diritti alla privacy dei non americani non ricevono la stessa attenzione. Le leggi statunitensi sulla privacy non si applicano ai cittadini stranieri all’estero, il che consente alle agenzie di intelligence di monitorare liberamente le loro comunicazioni.

TikTok, un bersaglio ingiustamente preso di mira?

Alcuni critici sostengono che la raccolta di dati di TikTok non sia diversa da quella di altre piattaforme e che il divieto sia una distrazione dai problemi più ampi legati alla mancanza di protezioni legali per i dati personali. Inoltre, le preoccupazioni sulla privacy dovrebbero riguardare l’intero settore tecnologico e dei social media, piuttosto che concentrarsi su una singola azienda.

Precedenti pericolosi e conseguenze globali

Un divieto statunitense su TikTok potrebbe creare un precedente pericoloso per altri paesi, permettendo a governi autoritari o protezionistici di utilizzare la sicurezza nazionale come pretesto per limitare la concorrenza nel mercato e rivendicare tecnologie proprietarie. Inoltre, dare carta bianca alle aziende tecnologiche statunitensi mentre si limitano le aziende straniere potrebbe incoraggiare altri paesi a seguire l’esempio degli Stati Uniti nella regolamentazione del cyberspazio.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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