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Sicurezza Informatica

Una rete segreta di “stazioni di polizia” cinesi opera in tutto il mondo

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I funzionari del Canada e dei Paesi Bassi stanno indagando sulle accuse secondo cui le forze di polizia cinesi avrebbero gestito una rete di stazioni di polizia illegali nei loro Paesi. Secondo le notizie emerse questa settimana, le forze di polizia cinesi operano da basi clandestine e usano la loro presenza per rintracciare e minacciare i dissidenti. Il governo olandese ha definito tali siti “illegali” e ha dichiarato che sta “indagando esattamente su ciò che stanno facendo qui”, mentre i funzionari del Canada hanno detto che stanno indagando sulle “cosiddette stazioni di ‘polizia’”. Tuttavia, si tratta solo della punta dell’iceberg. In un rapporto pubblicato a settembre, il gruppo spagnolo per i diritti civili Safeguard Defenders ha affermato per la prima volta che le forze di polizia cinesi delle città di Fuzhou e Qingtian stavano gestendo “stazioni di servizio di polizia all’estero” in tutto l’Occidente. Dal 2018, sostiene il gruppo, più di 38 stazioni di servizio della polizia sono apparse in “decine di Paesi” sparsi in cinque diversi continenti. Queste “stazioni di servizio” di polizia all’estero sono state utilizzate dalla polizia cinese per effettuare operazioni di “persuasione al ritorno” in territorio straniero, anche in Europa”, si legge nel rapporto. Secondo i rapporti, anche i legislatori inglesi e scozzesi hanno intenzione di indagare su queste stazioni. I funzionari cinesi non hanno negato l’esistenza delle stazioni di servizio, ma affermano che esse esistono per fornire servizi burocratici ai cittadini cinesi e non coinvolgono operazioni di polizia. L’ambasciata cinese in Canada ha dichiarato che le stazioni di servizio esistono per consentire ai cittadini cinesi di completare operazioni come il rinnovo della patente di guida: “Lo scopo principale della stazione di servizio all’estero è quello di fornire assistenza gratuita ai cittadini cinesi d’oltremare a questo proposito”.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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