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Sicurezza Informatica

Usa attaccano la Cina sul cloud computing: Pechino fa paura

Tempo di lettura: 2 minuti. “Cina utilizza il furto di proprietà intellettuale per guadagnare controllo nel settore del cloud computing”

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Nathaniel C. Fick, ambasciatore degli Stati Uniti per la politica di cyberspazio e digitale, ha affermato che la Cina sta seguendo una strategia per utilizzare il furto di proprietà intellettuale al fine di assumere un ruolo di leadership nel settore del cloud computing. Durante un evento ospitato dal think tank Hudson Institute, Fick ha sottolineato che 30 anni fa, le nazioni democratiche credevano di avere un “vantaggio globale inattaccabile nelle telecomunicazioni” grazie alla forza di aziende come Ericsson, Nokia, Samsung, Motorola, Bell Labs, Alcatel e Lucent.

Tuttavia, Fick ritiene che queste aziende siano diventate autocompiacenti e che i governi abbiano smesso di monitorare lo sviluppo della tecnologia. Ha affermato: “Non credo che abbiamo apprezzato o agito sulla realtà che queste tecnologie sarebbero state centrali per la nostra posizione geopolitica”. La Cina, invece, ha notato e “ha eseguito una strategia deliberata di furto di proprietà intellettuale e sovvenzioni governative”.

L’impatto sul settore delle telecomunicazioni e il cloud computing

La Cina ha rubato la proprietà intellettuale di base per iniziare a costruire reti wireless di prossima generazione e ha poi sovvenzionato Huawei e ZTE per fare affari in tutto il mondo a condizioni meno competitive. Fick ha descritto le azioni della Cina nel settore delle telecomunicazioni come “una strategia” e ha avvertito che la nazione la applicherà anche nel cloud computing, nell’intelligenza artificiale e in ogni altra area tecnologica strategica di importanza centrale.

La risposta proposta e l’importanza della regolamentazione dell’IA

Fick suggerisce come risposta la formazione della “più grande coalizione possibile” di nazioni con idee simili che potrebbero collaborare sulla tecnologia e utilizzare i loro mercati liberi per stimolare l’innovazione. Ha anche commentato l’intelligenza artificiale (IA), affermando che l’IA potrebbe aiutare a scrivere software migliori e più sicuri. Tuttavia, ha espresso preoccupazione per i rischi associati alla disinformazione e alla cattiva informazione, in particolare in un contesto politico, e ha suggerito che la regolamentazione dell’IA debba essere una priorità.

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