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Sicurezza Informatica

Spyware USA, dopo Pegasus, operazione contro Predator: sanzioni e smantellamento dell’infrastruttura

Tempo di lettura: 2 minuti. USA sanzionano Intellexa Alliance e lo spyware Predator, intensificando la lotta all’abuso di software spia e la violazione dei diritti umani.

Tempo di lettura: 2 minuti.

Gli USA intensificano la loro lotta contro il software spia Predator, con l’Office of Foreign Assets Control (OFAC) del Dipartimento del Tesoro che ha recentemente sanzionato individui ed entità legate all’Intellexa Alliance, responsabile dello sviluppo, gestione e distribuzione di spyware commerciale. Queste misure mirano a contrastare l’uso improprio di tali tecnologie, che hanno visto il loro impiego nel mirare a funzionari governativi, giornalisti ed esperti politici, oltre a essere utilizzate da attori stranieri per abusi sui diritti umani e repressione.

Dettagli sulle sanzioni

Le sanzioni hanno colpito due individui e cinque entità, tra cui Tal Jonathan Dilian, fondatore dell’Intellexa Consortium, e Sara Aleksandra Fayssal Hamou, una specialista in offshoring aziendale che ha fornito servizi manageriali all’Intellexa Consortium. Le aziende sanzionate dagli USA includono Intellexa S.A., con sede in Grecia, Intellexa Limited in Irlanda, Cytrox AD in Macedonia del Nord, Cytrox Holdings ZRT in Ungheria e Thalestris Limited in Irlanda, quest’ultima detentrice dei diritti di distribuzione dello spyware Predator.

Effetti delle sanzioni

Queste designazioni, insieme a precedenti aggiunte alla lista di blocco economico, segnano un passo significativo nella lotta contro la proliferazione di spyware commerciale e tecnologie di sorveglianza. La decisione dell’OFAC è stata descritta come un evento importante da John Scott-Railton, ricercatore di sicurezza presso Citizen Lab, sottolineando l’importanza di stabilire regole chiare per lo sviluppo responsabile e l’utilizzo di queste tecnologie, garantendo al contempo la protezione dei diritti umani e delle libertà civili.

Risposta agli esposti

In seguito a rivelazioni dettagliate sull’infrastruttura di Predator da parte di Recorded Future e Sekoia, gli operatori dello spyware hanno proceduto allo smantellamento dei server, segnando la seconda volta che l’infrastruttura viene dismessa dopo un’esposizione pubblica. Nonostante ciò, gli esperti avvertono che Predator potrebbe riemergere, sebbene le recenti azioni possano spingere a un rinnovamento più sostanziale e distinto dell’infrastruttura.

Queste iniziative dimostrano l’impegno degli Stati Uniti nel contrastare l’abuso di spyware commerciale e rafforzano la necessità di una cooperazione internazionale per affrontare le minacce alla privacy e alla sicurezza digitale.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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