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Sicurezza Informatica

Video stupro Piacenza rimosso, Garante scende in campo e Procura apre indagine – i dettagli

Tempo di lettura: 3 minuti. La pubblicazione del video è oggetto di indagine, di istruttoria e di strumentalizzazione politica. Adesso il tweet di meloni è stato rimosso da Twitter, ma non è come il caso Trump

Tempo di lettura: 3 minuti.

Come anticipato da Matrice Digitale nell’articolo di analisi sulla polemica tra Meloni e Letta circa la condivisione da parte della leader di Fratelli d’Italia del video riguardante lo stupro di Piacenza, le segnalazioni di massa partite dai detrattori della scelta di Meloni di rendere visibile il filmato ha ottenuto la rimozione del video da parte di Twitter.

Sulla vicenda si prova a fare chiarezza di quanto occorso in questa situazione al limite della libertà di espressione, ma che non può essere paragonata al caso Trump come qualcuno ha provato a fare. In sintesi è avvenuto che:

  • Meloni condivide un video pubblicato dal quotidiano Il Messaggero
  • Letta alza il tiro sulla scelta della leader di Fratelli d’Italia nel diffonderlo e apre la discussione social
  • I seguaci di Letta, i detrattori di Meloni ed alcuni giornalisti si organizzano nel segnalare il contenuto a Twitter
  • Il filmato è stato rimosso per aver violato il regolamento della piattaforma social

Chiarezza sull’intervento del Garante Privacy

Nell’articolo di ieri si citava il tweet di Guido Scorza che ha mistificato la diffusione a prescindere senza entrare nella polemica politica che ha preso il sopravvento. In serata il Garante ha diffuso questo comunicato:

Con riferimento alla diffusione del video relativo all’episodio di violenza sessuale di
Piacenza, il Garante per la protezione dei dati personali ha avviato un’istruttoria per accertare
eventuali responsabilità da parte dei soggetti che a vario titolo e per finalità diverse vi hanno
proceduto e avverte tutti i titolari del trattamento a verificare la sussistenza di idonee basi giuridiche legittimanti tale diffusione. Il Garante si riserva di adottare eventuali provvedimenti di sua competenza.

Questo vuol dire che l’organo competente in materia di Privacy non si è espresso sul tema, ma ha invitato a fare in modo che chi lo ha pubblicato si sia preoccupato di rispettare i requisiti di tutela della privacy della vittima. La questione ora sarà stabilire se quel poco di voce che si ascolta è potenzialmente un rischio di identificazione della vittima perchè in video è oscurata del tutto la sua immagine.

Chiarezza sull’intervento della Procura di Piacenza

La Procura di Piacenza è intervenuta con l’apertura di una indagine che esula dalla tutela della vittima, ma dalla tutela dell’azione giudiziaria in sè, perchè seppur colto in flagranza, lo stupratore, il video è una prova delle indagini ancora in corso sul caso. Diffondere quel video è da intralcio alle indagini? Questo è quanto vuole chiarire l’azione giudiziaria e non riguarda solo il caso politico, ma anche quello giornalistico. Quello che non si può notare, se non positivamente, è la solerzia che la Procura ha avuto in questa occasione a differenza di altre che spesso hanno fatto scorrere informazioni ben più gravi e strategiche sia per le indagini che per la tutela di persone rivelatesi innocenti a seguito di un giudizio nel merito.

La bestia social della sinistra esiste

Da sempre attenti alle questioni social ed alle bolle del pensiero anche su Twitter, Matrice Digitale ha riconosciuto l’esistenza della bestia social di Salvini, ma ha sempre tenuto in considerazione l’esistenza della bestia “Raphael” che ricorda i lanciatori di monetine. In questa campagna elettorale ritorna in modo strategico la centralità ed il ruolo delle piattaforme straniere dove oramai gira la maggior parte delle informazioni da cui attengono gli utenti della rete.

Si apre il dibattito sui social network: piazze pubbliche o luoghi privati pregni di discrezionalità?

Giorgia Meloni è stata “censurata” dagli avversari politici che si sono organizzati in massa e le è stata conseguentemente negata la possibilità di esprimere un punto del suo programma elettorale e ripetiamo, salvo smentite di un contatto avuto tra Garante o Procura con Twitter, ad aver fatto rimuovere il contenuto è stata la segnalazione di massa auspicata dalle forze politiche in contrasto alla posizione elettorale di Fratelli di Italia. Nei giorni precedenti è accaduto lo stesso su Facebook per Francesco Toscano, esponente di spicco di Italia Sovrana Popolare, che ha visto chiudersi il profilo per un mese: il tempo giusto della campagna elettorale che finirà il 23 settembre. Fortuna della sorte, il profilo è stato riaperto quasi subito dopo la chiusura e non nel tempo stabilito da Facebook, così come la Meloni è rimasta “monca” di un tweet e non del suo profilo: questo è il motivo per cui non è possibile paragonarla a Trump.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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