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WhatsApp dichiara guerra a Telegram sulla crittografia

Tempo di lettura: < 1 minuto. Dopo iMessage, è il turno dell’app di messaggistica considerata più sicura

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WhatsApp, o meglio la società madre Meta, è sulla difensiva: qualche mese fa Mark Zuckerberg ha dichiarato che “WhatsApp è molto più sicuro di iMessage”, ma ora Will Cathcart, il responsabile di WhatsApp presso Meta, ha criticato un’altra app di messaggistica, Telegram. Cathcart ha citato un articolo di Wired e ha criticato l’implementazione della crittografia end-to-end (E2EE) di Telegram, che non è stata verificata in modo indipendente, e altre sue debolezze, come il fatto che non sia abilitata per impostazione predefinita e che non sia disponibile per le chat di gruppo (a causa dei problemi che causerebbe quando si esegue il backup dei dati, secondo Telegram stessa).

Il team di Telegram ha criticato WhatsApp a sua volta, sottolineando ad esempio che l’opzione di backup delle chat su Google Drive disabilita in pratica la crittografia poiché i backup non sono crittografati e gli enti governativi possono richiedere i dati direttamente a Google invece che a WhatsApp.

Naturalmente, entrambe le parti hanno interesse a sostenere che il loro servizio è superiore all’altro. È possibile leggere il thread di Twitter di Cathcart per maggiori dettagli sulla sua critica a Telegram. L’articolo di Wired è anche degno di nota, poiché riporta diversi casi in cui le autorità russe sembravano avere accesso a chat segrete di Telegram. Inoltre, la location API difettosa di Telegram potrebbe aver rivelato le posizioni degli utenti in un raggio di circa 3 km. Telegram ha modificato l’API, ma potrebbe non aver risolto completamente il problema.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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