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L’addio al Cavaliere sui social è lo specchio degli anni del berlusconismo

Tempo di lettura: 4 minuti. L’analisi social che Matrice Digitale ha dedicato a Silvio Berlusconi nei suoi ultimi 4 giorni di notorietà pubblica. Dalla morte al funerale e la vera storia da raccontare non è certamente l’odio o l’amore espresso dal cavaliere dai suoi amici e nemici politici, bensì come le persone normali hanno vissuto l’ultimo ricordo del fondatore di Forza Italia

Tempo di lettura: 4 minuti.

Silvio Berlusconi è morto ed insieme a lui termina un ciclo della storia d’Italia durata 30 anni. Il leader di Forza Italia è oramai un ricordo che attualmente lascia un vuoto incolmabile nel panorama politico italiano e non solo per la sua importanza, ma anche per la sua figura insostituibile nel bene e nel male.

Gli anni del Berlusconismo sono stati frenetici, combattuti nelle piazze, nei palazzi di potere e questo specchio dell’Italia ha trovato conferma anche nei social network nella quattro giorni scandita dalla morte del Cavaliere fino ad arrivare al funerale.

L’analisi

L’analisi esclusiva condotta da Matrice Digitale con il suo software proprietario Anthares ha scansionato i tweet contenenti la parola Berlusconi dal 12 al 15 giugno ed ha estrapolato 174.420 tweets che hanno ottenuto 4.062.054 di mi piace, 588.909 condivisioni, 366.462 commenti e 96.589 citazioni.

Acchiappaclick

Ad aver preso il primato nella classifica dei like sono profili creati ad hoc “è morto Berlusconi” e “berlusconi is dead” che rappresentano anche un modo geniale di engagment che consiste nel creare un profilo che risponde ad una domanda che in quel momento imperversa sul social.

Mentre al primo posto c’è la versione italiana, al secondo figura quella “internazionale”

Ultim’ora è il profilo di informazione più gradito dagli utenti seguito poi dalla componente calcistica del giornalista sportivo Fabrizio Romano che catapulta Silvio Berlusconi nelle sua vera dimensione di successo populista rappresentata dagli anni prestigiosi alla presidenza del Milan, che segue con il suo profilo ufficiale tra i post più graditi dal pubblico.

Repubblica e Fatto Quotidiano sono le testate del “mainstream” che guadagnano più consensi ed è anche corretto precisare che i contenuti espressi erano spesso di rottura con le commemorazioni “affettuose” del Cavaliere.

La morte di Berlusconi a parole

La sintesi del dibattito su Berlusconi ottenuta attraverso le parole chiave utilizzate nei suoi ultimi giorni trova discussioni inerenti i funerali di stato e la giornata di lutto nazionale indetta che ha procurato non pochi formicolii ai suoi oppositori. Gli attori non protagonisti della dipartita del Cavaliere sono stati Giorgia Meloni e Matteo Renzi, ma anche l’amico Putin difeso fino alla fine ed il direttore del Fatto Travaglio che ha pubblicato un editoriale al vetriolo a cui la rete ha risposto con il video della trasmissione di Santoro quando il cav. pulì la sedia occupata da Travaglio prima di accomodarsi. Ottoemezzo e Di Martedì le trasmissioni più fortunate nel cadere nei giorni neri del cavaliere e quindi più esposte al dibattito pubblico. Tra Mediaset, Milan e la politica, non è mancato nell’album degli hashtag dei ricordi del Cavaliere anche la parola bungabunga che non solo ha creato un danno d’immagine al presidente plenipotenziario di Forza Italia, ma ha anche fornito all’Italia uno spaccato delle debolezze dei suoi cittadini.

I più nominati dal pubblico

Ultim’ora.net ha giocato un’ottima partita di posizionamento durante i giorni più intensi di questo 2023 per la storia italiana, superando addirittura il protagonista della notizia nella classifica delle menzioni da parte del pubblico. Silvio Berlusconi è stato riempito dall’affetto del pubblico di Twitter che non è mai stato il suo social preferito. Fatto Quotidiano e Tommaso Montanari con la sua Università per Stranieri di Siena hanno invece accolto le indignate reazioni della rete agli editoriali dedicati al cavaliere del quotidiano di Travaglio ed al rifiuto del rettore di aderire con il suo ateneo al lutto nazionale.

Shitstorm c’è n’è per tutti

i commenti sono dedicati a repubblica e Fatto Quotidiano in primis, ma non hanno risparmiato nemmeno il vignettista del giornale di Travaglio, Vauro Senesi, che ha più volte esternato disegni e pensieri divisivi sul tema. A chiudere il quadro dei nemici del cav c’è sicuramente Gad Lerner ed in coda alla top ten due veterani di La Repubblica come Ezio Mauro e l’attuale direttore Maurizio Molinari.

Conclusioni

Che Silvio Berlusconi sia stato un uomo odiato ed amato nel nostro paese è stato confermato anche dai social network che l’hanno diviso nella parte buona ed in quella cattiva per commemorarne il ricordo a fasi alternate. Quello che invece merita di essere raccontato in questa analisi è sicuramente l’apparato di ironia e di satira che ha ingegnato la rete per ricordare un uomo che, nel bene e nel male, ha sempre avuto una battuta o una barzelletta pronta con un pizzico di impronta trash. Forse è anche questo quello che mancherà alla maggior parte degli italiani indipendentemente dalla propria opinione politica.

Ciao Silvio.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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