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World Economic Forum: piovono critiche e preoccupazioni nel mondo social. Le donne ne salvano l’immagine

Tempo di lettura: 5 minuti. L’evento più chiacchierato dell’anno, insieme al suo fondatore, analizzato attraverso il dibattito social. Molti contestatori, pochi seguaci interessati ai contenuti e grande risalto alle donne intervenuta nei panel. Eccetto Ursula von der Leyen

Tempo di lettura: 5 minuti.

Il World economic forum di Davos rappresenta un appuntamento annuale dove vengono tracciate delle linee guida da seguire per il bene futuro dell’umanità. È anche un evento controverso secondo alcuni che individuano nel suo fondatore Klaus Schwab la copia di un dittatore del nuovo millennio in salsa new age, che con la sua agenda vuole imporre sacrifici alle popolazioni, impiegando governi fantoccio che vengono nominati dalla sua sfera, senza però applicarle per se e per i suoi stretti seguaci.

Il World Economic Forum è un think tank che racchiude le migliori aziende del mondo che fatturano la maggior parte della quota del mercato occidentale ed ha un potenziale potere che potrebbe influenzare l’andamento e le tendenze di mercato grazie alle multinazionali che, come è accaduto nel caso del conflitto in Ucraina, si è generata una vera e propria guerra economica ai danni dei russi. A questo, si aggiungono le tesi visionarie che fanno scalpore nel contesto della rete per quel che concerne l’agenda climatica, l’utilizzo di farine di insetti, l’imposizione di passaporti sanitari e relative cure mediche utili a mettere le persone in una condizione di finta di sicurezza che in realtà invece rappresenterebbe l’ennesima divisione sociale che il mondo ha sempre proposto con corsi e ricorsi storici, restringendo a poche unità la classe dirigente politica mondiale in sfavore di una massa sempre più popolosa destinata a vivere di stenti e di limitazioni non solo materiali, bensì anche in termini di diritti.

L’evento di quest’anno si è svolto dal 16 gennaio al 21 gennaio e, facendo un’analisi su twitter si è potuto analizzare che su scala globale il World Economic Forum il cui argomento ha prodotto 241.589 tweet, che hanno generato 5.786.565 mi piace 1.494.986 condivisioni 631.586 commenti.

L’argomento nella sfera italiana, invece, è stato considerato ghiotto dalle bolle contro il sistema, collegabili ad attività di informazione e di pensiero alternative a quelle della narrazione consuetudinaria non solo sugli aspetti economici bensì anche su quelli sanitari dell’ultimo periodo pandemico. Nel Bel Paese, l’argomento World Economic Forum ha ospitato 3.643 tweet, generando 54.213 mi piace 18.314 condivisioni 8.770 commenti.

Secondo invece un’analisi del solo profilo del World Economic forum notiamo una pubblicazione di 386 tweet che hanno generato 16.928 mi piace 8.379 condivisioni 383 commenti.

Come è andato il WEF

I dati del WEF sono stati notevolmente di quantità senza guadagnare una massa di preferenze tra le persone interessate ai contenuti dell’evento. La maggior parte che ha dedicato attenzioni è composta dai contestatori che hanno costretto il profilo ufficiale su Twitter a chiudere la possibilità dei commenti, fermatisi a 383, e che riguardano i primi giorni dell’evento. C’è da notare come ad aver portato un pò di ascolti positivi all’appuntamento sono stati diversi panel rosa composti dalla premier finlandese Sanna Marin, dalle donne intervenute sulla questione iraniana e dalla first Lady ucraina Zelenska.

Ascolti globali

A fare una guerra spietata invece al World Economic Forum si può dire che è stata la piattaforma Twitter capitanata da Elon Musk in persona che ha essenzialmente criticato l’impostazione e l’autorevolezza che il World Economic Forum cerca da tempo di profondere ai cittadini del mondo attraverso l’organizzazione degli eventi di Davos e la promozione delle proprie idee. Invece, c’è stato molto scalpore, misto ad approvazione, per le parole di Musk ed ha destato scandalo la presenza del capo dell’FBI all’evento. Altro fatto di attualità che che non è assolutamente passato inosservato sono le dimissioni di una delle predilette della cerchia di Klaus Schwab, la premier neozelandese, accompagnata alla porta da 1000 esaltazioni e pochi rimpianti. Ha fatto notizia l’assenza del filantropo George Soros che non è riuscito ad essere presente all’evento di quest’anno nonostante sia uno di quelli che ha timbrato il cartellino con puntualità ad ogni organizzazione ed anche questo motivo e stato oggetto di riflessione dai portatori di like su scala globale. Sostituito però dal figlio Alex che ha incontrato la Premier Moldava ed il giorno dopo quest’ultima ha dichiarato di voler entrare nella NATO.

WEF in Italia

La situazione in Italia del World Economic forum è stata poco positiva nel sentiment ed è stata molto invece discussa per quanto concerne l’organizzazione dell’evento che da l’impressione di essere un luogo di decisioni e proposte che vanno in contrasto soprattutto ai valori tradizionali non solo italiani, ma di qualsiasi nazione che vuole preservare la sua storia e la sua cultura. Proprio in virtù di questa lettura, sono stati molti i post che non solo hanno citato Elon Musk, ma che hanno raccontato alcuni eventi accaduti all’edizione di quest’anno ed hanno messo a nudo alcuni silenzi di persona che vogliono alcuni potenti che hanno glissato alle domande dei giornalisti come il CEO di Pfizer e lo stesso Schwab.

Ad aver ottenuto più like è stata Raffaella Regoli, giornalista di fuori dal coro inviata per la trasmissione di Mario Giordano proprio sul luogo dell’evento. Il suo servizio andato in onda su Mediaset è diventato una chicca giornalistica che “gira” per integrale sui social e dove racconta le contraddizioni che appunto il forum del cambiamento climatico e delle farine animali propone in realtà alle popolazioni, ma non ai suoi ospiti.

I più menzionati

Nella sfera italiana oltre al profilo ufficiale, i più nominati sono stati Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione italiano inviato come delegato del Governo, e la premier Giorgia Meloni assente all’appuntamento. Tante attenzioni anche per l’intervento di Stoltenberg della NATO e per le parole di Elon Musk. C’è stato spazio, divisivo, anche per Greta Thunberg arrestata presso una manifestazione in Germania contro l’apertura di una miniera. Alessandro Meluzzi risulta il non addetto ai lavori più nominato. Presenti anche Bonifacio Castellane de La Verità, Marco Fattorini di Carta Bianca, Jacopo Iacoboni de La Stampa che hanno trainato il racconto dell’evento secondo letture diverse.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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