Sommario
Le libertà su Internet sono a rischio in Giordania a causa di una nuova proposta di legge sulla cybercriminalità. Il disegno di legge prevede, tra le altre cose, la criminalizzazione dell’uso dei servizi VPN in alcuni scenari, concedendo alle autorità nuovi poteri per censurare i contenuti online, limitare l’accesso ai siti web e bloccare i social media.
Dettagli della proposta di legge
La proposta di legge, composta da 41 articoli, è stata presentata come un modo per “affrontare la disinformazione, l’odio online e la diffamazione”, secondo il governo. Sostituirà le attuali 15 disposizioni in vigore dal 2015. Il Comitato Legale Parlamentare ha approvato il progetto senza apportare modifiche sostanziali il 25 luglio, come riportato dall’associazione per i diritti digitali Jordan Open Source Association (JOSA).
Reazioni alla proposta di legge
Attivisti, società civili e giornalisti dentro e fuori il paese stanno ora chiedendo ai legislatori giordani di abbandonare questa legge draconiana, in quanto “sminuirà fortemente i diritti digitali”. Anche il governo degli Stati Uniti ha espresso preoccupazione per la libertà di parola delle persone e la crescita del settore tecnologico in Giordania.
Implicazioni per l’uso delle VPN
In base all’articolo 12, i cittadini rischiano almeno 6 mesi di prigione e multe fino a 25.000 JD (circa 35.246 dollari USA) per l’uso di un indirizzo IP fittizio “con l’intento di commettere un reato o impedirne la scoperta”. È importante notare che scaricare e utilizzare una VPN o un software di elusione simile non sarà illegale di per sé. Tuttavia, utilizzare questi strumenti per accedere ai media stranieri potrebbe essere utilizzato dalle autorità per punire giornalisti, dissidenti politici e ricercatori di verità all’interno del paese.