Sommario
L’Internet Watch Foundation (IWF) ha rilasciato un nuovo rapporto che evidenzia la crescente problematica delle immagini di abusi su minori generate tramite intelligenza artificiale (AI). L’organizzazione cerca di sensibilizzare sul pericolo dei pedofili che utilizzano sistemi AI capaci di creare immagini a partire da semplici istruzioni testuali.
Dettagli del rapporto
Nel maggio scorso, la Segretaria dell’Interno britannica, Suella Braverman, e il Segretario della Sicurezza Interna degli Stati Uniti, Alejandro Mayorkas, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui si impegnano a contrastare la “preoccupante crescita di immagini deplorevoli generate da AI di bambini sfruttati sessualmente dai pedofili”.
Durante le indagini, è stata scoperta una cartella contenente 501 immagini di una vittima reale, che aveva circa 9-10 anni quando è stata sottoposta ad abusi sessuali. All’interno della cartella, i predatori hanno condiviso un modello AI per permettere ad altri di generare ulteriori immagini della bambina.
Alcuni dati rilevanti del rapporto includono:
- 2.978 immagini confermate come illegali secondo la legge britannica, poiché ritraevano abusi sessuali su minori.
- Oltre il 20% di queste immagini (564) erano classificate come Categoria A, la tipologia di immagini più gravi.
- Più della metà (1.372) delle immagini ritraevano bambini in età scolare (7-10 anni).
- 143 immagini ritraevano bambini tra i 3 e i 6 anni, mentre due immagini ritraevano neonati (meno di due anni).
L’IWF ha dichiarato: “All’inizio dell’anno, avevamo avvertito che le immagini generate da AI potrebbero presto diventare indistinguibili dalle vere immagini di bambini vittime di abusi sessuali e che avremmo potuto iniziare a vedere queste immagini proliferare in numero molto maggiore. Ora abbiamo superato quel punto.”
Implicazioni delle immagini generate da AI
Sebbene la creazione di queste immagini non comporti un danno diretto ai bambini, esse normalizzano comportamenti predatoriali e possono sprecare risorse della polizia durante le indagini su bambini che, in realtà, non esistono. Queste immagini rappresentano ora vittime di reati di Categoria A che non sono mai realmente accaduti.