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Sicurezza Informatica

Lo stato non nega l’uso segreto di spyware per monitorare i cittadini irlandesi

Tempo di lettura: < 1 minuto. Il governo irlandese non conferma né smentisce l’uso di software spia per sorvegliare i cittadini, sollevando preoccupazioni sulla privacy e la trasparenza

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Il governo irlandese si è astenuto dal confermare o negare se le agenzie statali utilizzino regolarmente spyware per monitorare i cittadini irlandesi, in seguito a un’indagine da parte della Commissione europea.

L’indagine della Commissione europea

A dicembre, la Commissione europea ha scritto a tutti gli stati membri dell’UE per chiarire in che misura tale software sia utilizzato dai governi in tutto il blocco. Lo spyware si riferisce a qualsiasi software installato su un computer o smartphone che permette all’utente di ottenere informazioni sulle attività online e offline del proprietario del dispositivo attraverso trasferimenti di dati segreti.

Domande sulla legalità e la trasparenza

L’inchiesta della Commissione ha sollevato domande riguardo alla legalità di tale spyware secondo la legge irlandese, richiesto un elenco di tutte le autorità all’interno dello stato autorizzate ad utilizzare spyware e chiesto se sia necessaria un’autorizzazione legale. L’indagine ha anche chiesto se esista un obbligo da parte dello stato di informare la persona monitorata e quali “requisiti di trasparenza” siano in vigore riguardo a tale sorveglianza.

La risposta del Dipartimento di Giustizia

Il Dipartimento di Giustizia ha risposto alla Commissione all’inizio di febbraio di quest’anno, citando due leggi del parlamento irlandese risalenti al 1993 e al 2009 che prevedono legalmente “l’intercettazione delle telecomunicazioni e la sorveglianza”. Tuttavia, nella risposta non è stato menzionato se tale spyware sia attualmente impiegato dallo stato.

Nessun obbligo di notifica

Deirdre Meenan, responsabile della divisione di sicurezza e Irlanda del Nord del dipartimento, ha sottolineato nella sua risposta che tale autorizzazione può essere concessa solo alla polizia o alle forze di difesa per scopi di indagine su crimini gravi o protezione della sicurezza dello stato. Tuttavia, la legislazione in vigore “non include l’obbligo di notificare all’individuo interessato tali misure”.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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