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Sicurezza Informatica

L’Ungheria pensa ad attacchi DDOS legali per combattere la pirateria

Tempo di lettura: 2 minuti. Negare il servizio alle piattaforme di streaming legale può essere un deterrente alla pirateria

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L’Associazione Ungherese delle Comunicazioni (MKSZ) ha suggerito l’impiego di un'”arma informatica del XXI secolo”, ovvero l’attacco DDOS legale, per affrontare il problema della pirateria delle trasmissioni lineari e del VOD.

In un comunicato, l’associazione afferma che le aziende illegali sfruttano l’opportunità offerta dall’accesso a Internet ad alta velocità per vendere tali servizi in formato OTT/IPTV a pagamento, sottraendo ai beneficiari e allo Stato centinaia di milioni di fiorini ungheresi all’anno. Il MKSZ aggiunge che, sebbene la legge attuale preveda che tale pirateria sia punibile fino a due anni di carcere, la sua individuazione è molto difficile. Negli ultimi anni i suoi membri hanno segnalato alle autorità più di un centinaio di distributori illegali, molti dei quali sono ancora sotto indagine. Tuttavia, ad oggi solo un caso è stato chiuso: il responsabile ha ricevuto una condanna a un anno con la condizionale ed è stato costretto a risarcire i danni causati.

Il MKSZ afferma che sta prendendo l’iniziativa di organizzare una tavola rotonda con la partecipazione dei rappresentanti di tutte le parti interessate a livello nazionale (legislatori, titolari di diritti d’autore e di diritti connessi, fornitori di servizi Internet, emittenti) e di valutare se sia possibile risolvere efficacemente il problema con l’introduzione di adeguati elementi di garanzia legale, ossia l’applicazione di attacchi DDOS.

Ciò avverrebbe in modo legale e trasparente a livello internazionale, designando un certo intervallo di indirizzi IPv4/IPv6 per l’uso di attacchi DDOS legali e registrati e rendendoli pubblicamente disponibili.
L’autorità dovrebbe nominare un’organizzazione professionale idonea, che avrebbe il diritto – subordinatamente al necessario livello di supervisione e controllo ufficiale – dopo un’indagine preliminare di esperti basata su un rapporto delle parti interessate, in possesso dell’autorità legale appropriata, di contrastare gli indirizzi IP dei servizi illegali individuati, lanciati dall’intervallo di indirizzi DDOS autorizzato per un attacco DDOS legittimo. Ciò degraderebbe la qualità del servizio del distributore illegale e rovinerebbe l’esperienza dello spettatore, perché il contenuto illegale non sarebbe disponibile, o lo sarebbe solo a intermittenza, o non lo sarebbe affatto per gli abbonati al servizio illegale.

La dichiarazione del MKSZ si conclude dicendo che il MKSZ invita l’Associazione Ungherese delle Emittenti Elettroniche (MEME), che rappresenta i proprietari dei diritti della maggior parte dei canali televisivi nazionali, e i suoi membri ad avviare una consultazione professionale su questo argomento e a fornire l’opportunità di tenere il primo incontro, nonché a informare al meglio il pubblico sull’iniziativa, che è stata avviata in nome della lotta contro le trasmissioni illegali. Raccomanda di invitare alla consultazione iniziale i rappresentanti delle seguenti organizzazioni aggiuntive: IM, NAV, TIM, NMHH, National Cyber Defence Institute, ProArt, Artisjus, Filmjus, EJI/Mahasz, ISZT e MKHSZ.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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